Dalla Cina alla Corea del Nord, da Cuba ai paesi islamici.
Persistono vaste aree del mondo dove professare la propria fede religiosa comporta la persecuzione.
Il Rapporto 2003 di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Non può spegnersi la speranza che i persecutori dei cristiani si trasformino in apostoli, come accadde a san Paolo.
Certo però che coloro che devono ancora convertirsi sono molti e al tempo stesso ben posizionati, da un capo all’altro del pianeta, nelle “stanze dei bottoni” da dove si può limitare o impedire del tutto ogni opera di evangelizzazione.
Basta dare una scorsa veloce al Rapporto 2003 sulla libertà religiosa nel mondo, a cura di Aiuto alla Chiesa che Soffre, per rendersene amaramente conto.. Il volume è già il quinto di una serie iniziata nel 1998 mettendo a tema la persecuzione degli “infedeli” nei Paesi islamici:Dall’anno successivo, il Rapporto è divenuto invece un annuario che elenca le discriminazioni subite non solo dai cristiani, ma anche da credenti di altre religioni, in tutti i Paesi del mondo. Così, di volta in volta, emergono le realtà semisconosciute dei campi di concentramento ancora oggi pienamente in funzione negli Stati socialcomunisti, come la Corea del Nord. Senza trascurare la Cina, che tiene rinchiusi nelle carceri decine di vescovi, sacerdoti e laici cattolici” colpevoli” di non obbedire alle direttive del partito comunista, o Cuba, dove la recente ondata di repressione ha portato all’arresto di oltre ottanta persone. Tra di loro, un medico, Oscar Elias Biscet Gonzalez, la cui attività antiabortista è considerata pericolosa per gli equilibri politici del regime totalitario di Fidel Castro. Sempre per motivi politici e di opinione, in un’altra prigione de L’Avana, sta scontando la propria pena un cristiano battista, Gonzales Leiva: è un cieco al quale è impedito addirittura di leggere la bibbia in braille.
Lo hanno messo in cella con un assassino che gli sottrae il cibo e le bevande, minacciandolo di morte. Un modello, quello cuba no, a cui sembra ispirarsi anche il dittatore venezuelano HugoChavez Frías, che considera la Chiesa cattolica” un cancro per la società” e ne minaccia di continuo i rappresentanti.
Tra le altre aree a grave rischio per i cristiani, il Rapporto prende in esame anche l’India e il mondo islamico: è qui che la conversione può diventare addirittura un argomento da codice penale. Sono ancora troppe le leggi, anche in Occidente, che chiudono la porta a Cristo.
RICORDA
“Nel maggio e giugno 2002 – si legge nel rapporto del dipartimento di Stato americano sulla libertà religiosa – profughi nord-coreani hanno affermato che le persone detenute nei campi di rieducazione a causa della loro fede religiosa sono trattate generalmente peggio degli altri detenuti. Un testimone, ex guardia carceraria, ha affermato: ‘Poiché le autorità insegnano che tutte le religioni sono oppio, quelli che credono in Dio vengono considerati pazzi. Ha raccontato, ad esempio, di una donna presa ripetutamente a calci e lasciata ferita per giorni, senza soccorsi, soltanto perché una guardia l’aveva sorpresa a pregare per un bambino che era stato picchiato”’.
(ACS, Rapporto 2003 sulla libertà religiosa, voce Corea del Nord, p. 217).
IL TIMONE N. 27 – ANNO V – Settembre/Ottobre 2003 – pag. 10