Anche nella storia del pensiero politico san Tommaso ha lasciato un segno indelebile. Riuscendo a coniugare Aristotele e la tradizione cristiana
San Tommaso d’Aquino occupa una posizione di rilievo nella storia del pensiero politico. Fu uno dei primi medievali a leggere e commentare la Politica di Aristotele e riuscì a coniugare le tesi di Aristotele con quelle della tradizione cristiana, elaborando una sintesi originale e coerente con il resto della sua filosofia. Le sue posizioni rappresentano l’apice della riflessione politica medievale e la sua influenza si fa ancora sentire. L’importanza della sua riflessione politica, però, non è solo storica, ed egli riesce a parlare della realtà politica agli uomini di qualsiasi tempo.
Il pensiero politico moderno cerca di elaborare un progetto perfetto, per estirpare completamente il male dalla realtà, ma così finisce solo per mascherare la realtà stessa. San Tommaso, invece, ha un approccio realista: cerca di osservare e descrivere la realtà politica com’è, nel bene e nel male, per comprendere l’ordine che essa rivela e quindi ottenere indicazioni anche operative su come migliorarla, per quanto è possibile. In questo modo dà, a noi lettori di oggi, sollecitazioni profonde. Vediamone alcune.
La natura del potere
Noi siamo abituati a vedere il potere politico come un male necessario. Per san Tommaso, invece, è un bene voluto da Dio, per aiutare l’uomo a raggiungere il suo fine, ossia a perfezionare la sua natura e, in ultima istanza, a raggiungere la salvezza eterna. Per lui, infatti, il potere politico non è mai mero uso della forza, ma è sempre legato all’autorità, che è la capacità, di chi comanda, di dare disposizioni razionali, cioè conformi all’ordine che è già realizzato (dagli uomini e da Dio) nelle cose, ma solo parzialmente, e richiede, per questo, che noi lo completiamo. Il comando politico è dato ad esseri razionali e per questo è efficace se essi riconoscono la sua razionalità. Dunque, il potere politico è sempre moralmente qualificato, è sempre usato bene o male, per migliorare l’ordine della realtà o per distruggerlo.
Il bene comune
Il fine della politica è il bene comune, ossia quella realizzazione dell’ordine che permette agli uomini di vivere assieme in modo che ciascuno sviluppi al massimo grado possibile la propria umanità, secondo le sue caratteristiche individuali, ma conformemente alla natura comune dell’uomo. Alla base c’è la tesi metafisica che la realtà sia ordinata, che gli uomini siano parte di un ordine nel quale possono intervenire con le loro azioni, perfezionandolo o distruggendolo. Questa tesi metafisica non è assunta ideologicamente da san Tommaso, ma deriva dalla sua analisi della realtà politica e si inserisce coerentemente nel resto della sua metafisica. L’ordine della realtà gli permette di parlare di legge naturale: questa è un nucleo di principi generali sempre validi; essi permettono di guidare la ricerca delle leggi positive che i governanti devono porre secondo le esigenze concrete di ciascuna comunità.
Rispetto delle istituzioni
L’autorità politica va ubbidita perché è presupposta dall’ordine posto da Dio nelle cose (cioè Dio vuole che ci sia un’autorità politica, non che ci sia questa o quella in particolare). A meno che non si tratti di un’autorità politica illegittima (e quindi di una “non autorità”), dobbiamo rispettarla, anche se i suoi comandi tornano a nostro svantaggio. E questo vale anche nel caso in cui l’autorità legittima sia nelle mani di infedeli. Possiamo e dobbiamo resistere, ma solo passivamente (se l’autorità è legittima sia nell’origine sia nell’esercizio) e solo quando l’autorità cerca di imporci azioni od omissioni contrarie all’ordine morale. In tali casi dobbiamo, comunque, fare sempre e solo il bene, anche se questo può costarci caro, come sperimentò Socrate. Nel corso della storia, in molti casi, si è cercato di adattare il pensiero politico di san Tommaso alle ideologie del momento, non riconoscendo che quel pensiero è uno strumento idoneo a comprendere criticamente e profondamente la realtà politica. Esso è utile a comprendere anche la nostra realtà: gli esempi considerati ce ne danno solo un saggio.
Roberto Di Ceglie, Tommaso D’Aquino: religione e vita civile. Saggio sulla fecondità politica del cristianesimo,
Lateran University Press, 2009. Danilo Castellano, La Verità della politica, Edizioni scientifiche italiane, 2002.
Dossier: SAN TOMMASO D’AQUINO IL PIÚ GRANDE TEOLOGO E FILOSOFO DI SEMPRE
IL TIMONE N. 110 – ANNO XIV – Febbraio 2012 – pag. 46
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