La cronistoria sintetica delle apparizioni mariane di Lourdes.
Scetticismo iniziale del clero e opposizione delle autorità civili. Ma la forza degli eventi vince ogni resistenza.
La mattina dell’11 febbraio 1858 accadeva a Lourdes un evento destinato non solo a cambiare la storia dell’intera Cristianità. Infatti, da quel giorno la visita del Cielo alla terra, della Madre di Dio al cuore (e non poche volte anche al fisico) di decine di milioni di pellegrini si ripete senza fine.
Da allora la parola “Lourdes” trova significato nei cuori e nelle menti di tutti i cattolici al mondo.
11 febbraio 1858: Bernadette alla Grotta
Marie Bernarde Soubirous, detta Bernadette, nacque a Lourdes il 7 gennaio 1844, da famiglia originariamente mediamente agiata, ma caduta in forte disgrazia economica e sociale, al punto che, al momento delle apparizioni, era pressoché indigente. Solo una viva e ferma fede in Dio aiutava la numerosa famiglia dei Soubirous.
La mattina dell’11 febbraio 1858 Bernadette andò con la sorella Antoinette e l’amica Jeanne Abadie a far fascine (nella speranza di poterle rivendere) nel bosco intorno al ruscello Gave, che costeggia l’abitato di Lourdes. Mentre le altre due ragazze attraversarono per prime il ruscello, Bernadette rimase indietro in quanto – gracile di salute come era – doveva stare particolarmente attenta a non cadere con i piedi nell’acqua.
Attraversato il ruscello, si trovò dinanzi alla grotta che sarà poi chiamata “Massabielle” (Rocca vecchia). All’improvviso sentì un forte vento, ma non notò alcun movimento di foglie e rami; poi il vento soffiò ancora più violentemente, ma tutto rimase immobile intorno, eccetto che all’interno della grotta, ove Bernadette – come ebbe poi a testimoniare – vide: « (…) una giovane, bianca, non più alta di me che mi salutò con un leggero inchino del capo; nello stesso tempo ella allontanò un po’ dal corpo le braccia tese, aprendo le mani, come le statue della Madonna; dal suo braccio destro pendeva una corona del Rosario (…) ». Bernadette impaurita iniziò a recitare il rosario, la “Giovane” lo sgranava insieme a lei, ma le sue labbra erano immobili. Così ce la descrive la veggente: «Indossava un vestito bianco lungo fino ai piedi di cui si scorgevano solo le punte. Il vestito era chiuso molto in alto attorno al collo da una guaina da cui pendeva un cordone bianco. Un velo bianco che le copriva la testa scendeva lungo le spalle e le braccia fino all’orlo del vestito. Su ogni piede vidi una rosa gialla. La cintura del vestito era azzurra, e ricadeva fin sotto le ginocchia. La corona del rosario era gialla; i grani bianchi, grossi e molto distanziati gli uni dagli altri. La giovane era viva e vera, giovanissima ed avvolta di splendore. Quando ebbi finito il mio rosario, mi salutò sorridendo. Indietreggiò nella nicchia e disparve improvvisamente».
Le altre due ragazze intanto erano tornate, e Bernadette, durante la strada del ritorno, raccontò loro quanto aveva visto. Come naturale, le due giovani non seppero mantenere il segreto, così già la sera tutto il paese ne parlava e le opinioni in merito si dividevano.
La seconda e la terza apparizione
Domenica 14 febbraio una ventina di ragazze si avviarono con Bernadette alla grotta: questo fu il primo pellegrinaggio di Lourdes della storia!
Bernadette cadde in estasi dinanzi alle amiche (che la credevano morta), mentre alla terza apparizione, giovedì 18 febbraio, la Signora parlò per la prima volta: « (…) Volete farmi il favore di venire qui per quindici giorni?» – «Con il permesso dei miei genitori verrò» – «Io non prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell’altro»; dette queste parole, che costituirono per Bernadette la prima rivelazione del triste destino che le spettava in questa vita, ma anche la certezza morale della conquista della felicità eterna, la Signora disparve elevandosi al Cielo.
Le successive apparizioni e le reazioni delle autorità
Nelle successive apparizioni, avvenute per la maggior parte quasi quotidianamente, la Signora rivelò a Bernadette tre segreti ed una preghiera, che mai la veggente volle rivelare. Alla sesta, il 21 febbraio, con Bernadette scesero alla Grotta centinaia di persone: erano le prime “folle” di fedeli. Il giorno 24 la Signora fu molto esplicita, dando questo ordine alla veggente: «Penitenza, penitenza, penitenza». La richiesta passò di bocca in bocca, e si cominciò subito ad esaudire la volontà del Cielo.
Tutto ciò iniziò a preoccupare seriamente la polizia e le autorità, non tanto per l’ordine pubblico (non accadde mai il benché minimo disordine), quanto soprattutto per il dilagare della fede popolare. Non dobbiamo dimenticare che ci troviamo nella Francia bonapartista e positivista di metà Ottocento, nella patria della Rivoluzione anticristiana e dell’incredulità.
Il commissario, il Procuratore imperiale, nei mesi successivi anche il prefetto, e vari altri notabili, cominciarono ad interrogare la veggente e a minacciarla, al fine di estorcere il nome dei presunti complici dell’“inganno”. Ma rimasero sempre delusi e meravigliati, per la semplicità delle sue risposte, per l’onestà del suo viso e del suo comportamento, per la costante povertà che seppe mantenere nonostante le continue profferte di denaro, puntualmente rifiutate.
Anche nei mesi successivi, specie quando inizieranno i primi miracoli, si tentò di tutto per far recedere la veggente, fino a chiudere momentaneamente la grotta. Non servì a nulla. Come testimoniano tutti gli interrogatori, Bernadette riuscì sempre “vittoriosa” nella sua spontanea veridicità.
Fino alla resa dinanzi all’evidenza e al trionfo della fede pubblica. Il momento di svolta fu naturalmente il disvelamento della fonte miracolosa.
La fonte miracolosa. È il momento del clero
La nona apparizione, il giovedì 25, segnò l’inizio della concreta misericordia divina a Lourdes: «La Signora mi disse: “andate a bere alla fontana ed a lavarvi”. Non vedendo alcuna fontana andavo a bere al Gave. Mi disse che non era là. Mi fece segno con il dito mostrandomi la fonte. Vi andai e vidi solo un po’ di acqua sporca; vi portai la mano, ma non potei prenderne, raspai e l’acqua venne, ma torbida. Per tre volte l’ho dovuta buttar via; alla quarta potei berne».
Sotto la grotta di Massabielle esisteva una sorgente la cui presenza non era segnalata da nulla in precedenza. Come afferma François Trochu: «Ciò significa – oggi che la cosa è stata provata lo si può affermare senza timore di sbagliare – che dalla fessura rocciosa da cui zampillava, la sorgente è salita in modo umanamente inspiegabile attraverso pietre, sabbia e ghiaia fino alla fragile mano dell’estatica».
Come è noto, Bernadette quella mattina fu presa per matta e derisa da tutti, anche perché la Vergine, proprio al fine di dare inizio alle sue penitenze, le aveva ordinato di mangiare l’erba della grotta (in seguito, le chiederà di «baciare la terra, in penitenza per i peccatori»). Eppure, nei giorni seguenti l’afflusso dei pellegrini alla grotta non diminuì, anzi.
Sabato 27 la Signora disse: «Andate a dire ai preti di fare edificare qui una cappella». Bernadette corre dal parroco, Don Peyramale, il quale però non le crede (o almeno recita questa parte) e la tratta male. Anzi, le dice di chiedere a questa “Signora” un miracolo “di prova” (come se già la sorgente non bastasse): di far fiorire un fioraio in febbraio dinanzi alla grotta.
Peggiore fu la sua reazione martedì 2 marzo, quando Bernadette gli comunicò che la signora aveva chiesto che si facesse una processione alla grotta; ma il grande momento si stava avvicinando.
Giovedì 25 marzo 1858
Era dal quattro marzo che la veggente non si recava alla grotta; ma la mattina della festa dell’Incarnazione del Verbo una forza irresistibile l’attirò a Massabielle. Questa volta, dinanzi alla Signora, si fece coraggio, e le chiese con fermezza per ben tre volte, stando in piedi, di rivelare il suo nome: «Signora, volete avere la bontà di dirmi chi siete?». Alla terza, la Signora rispose: aprì le braccia che fino ad allora aveva sempre tenuto giunte, le abbassò come riprodotto nell’immagine della Medaglia Miracolosa lasciando scivolare verso la mano la sua corona di alabastro e d’oro e infine, con gli occhi al Cielo, disse: «Io sono l’Immacolata Concezione».
Sparì sorridendo.
Bernadette corse subito dal parroco e gli rivelò quel nome per lei del tutto incomprensibile; Peyramale al suo solito trattò freddamente la veggente, ma questa volta non per incredulità, bensì per la ragione opposta! Il suo cuore, la sua anima, stavano per crollare dall’emozione. Aveva ormai capito… Come testimoniò per il Processo Apostolico di Tarbes, alle parole “Qué soy éra Immaculada Councepciou” «ne sono stato talmente scosso che mi sono sentito vacillare e sul punto di cadere».
Da questo momento tutto cambia, con l’adesione del clero locale alle apparizioni. Anticlericali e massoni minacciarono di voler rinchiudere la piccola in ospedale, e il prefetto era d’accordo, ma non poté farlo, per il semplice motivo che mancavano reato e prova di follia o malattia. Dopo tali eventi, anche la loro speranza nella ritrosia del clero dovette venire meno. In più, si diffondevano le voci sui primi miracoli. Giunsero vari medici ed esperti per giudicare le guarigioni, ma dovettero sempre constatarne l’inspiegabilità scientifica.
Inoltre, alla penultima apparizione del 7 aprile, avvenne il miracolo pubblico – dinanzi a migliaia di persone – di Bernadette che in estasi tiene il cero con la mano dalla parte della fiamma per almeno venti minuti, senza bruciarsi. Accanto a lei v’era il Dott. Dozous che le misurava sbigottito il battito cardiaco, che risultò normale!
La diciottesima ed ultima apparizione avvenne il 16 luglio, giorno della Ss.ma Vergine del Carmelo; non accadde nulla di speciale: fu l’addio. Ma ormai qualcosa era cambiato per sempre.
Negli anni successivi Bernadette si avviò alla vita religiosa. Secondo le sue indicazioni, si realizzò la statua della Vergine (che non piacque alla veggente) che venne posta nel luogo preciso delle apparizioni il 4 aprile 1864. Furono poi iniziati i lavori della Chiesa, come aveva chiesto la Vergine, la cui cripta fu solennemente inaugurata il 21 maggio 1866 alla presenza di Bernadette; la Basilica dell’Immacolata Concezione venne inaugurata il 15 agosto 1871.
Gli anni successivi di Bernadette sono solo dolore, preghiera e penitenza. Come scrisse in una lettera a Pio IX, «Da molto io sono zuava, benché indegna, di Vostra Santità; le mie armi sono la preghiera e il sacrificio».
L’8 dicembre 1933, anno giubilare della Chiesa Cattolica, Bernadette, morta a Nevers il 16 aprile 1879, è canonizzata in San Pietro.
BIBLIOGRAFIA
René Laurentin, Lourdes. Cronaca di un mistero (presentazione di Vittorio Messori), Mondadori, Milano 1996.
René Laurentin, Bernadette vi parla. La vita dalle sue parole, San Paolo, 1993.
Le apparizioni di Lourdes, Mimep-Docete, Pessano 1989.
Dossier: Lourdes
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