La prima successione apostolica documentata è quella narrata in Atti degli Apostoli 1,15-26, in cui si descrive l’elezione del successore di Giuda Iscariota nella persona di Mattia. È un brano importantissimo perché contiene la prova scritturale dell’autenticità della successione apostolica in vigore ancora oggi. In quell’episodio, infatti, si manifesta il potere dell’investitura da parte degli apostoli. Essi hanno la piena consapevolezza che fra i carismi consegnati loro da Gesù c’è anche quello di far continuare la successione apostolica, e appena Giuda muore avvertono la necessità che «il suo incarico lo prenda un altro». Mattia è il primo apostolo eletto da altri apostoli, prezioso anello di una catena di successioni che perdura da venti secoli.
In diversi scritti del Nuovo Testamento si narra che gli apostoli, nel diffondere il Vangelo nelle terre dei loro viaggi, non ripartono mai senza lasciare un successore, un episkopos, un sorvegliante che fungesse da pastore nella nuova comunità cristiana. Conosciamo i nomi di queste persone (e perfino dei successori che a loro volta li rimpiazzano) anche grazie ai Padri della Chiesa che ce ne tramandano la memoria. Primo fra tutti, per dovizia di particolari, Eusebio vescovo di Cesarea, che nella sua poderosa Historia Ecclesiastica ricostruisce la storia della Chiesa dal tempo degli apostoli fino lui, cioè per i primi tre secoli. Nel suo Libro III scrive: «Essendomi impossibile elencare per nome tutti coloro che nella prima successione degli apostoli furono pastori o messaggeri della parola divina nelle Chiese del mondo, ho ricordato per nome soltanto quelli la cui tradizione è ancora oggi a noi nota nelle opere concernenti l’insegnamento apostolico» (III,37,4). A Giacomo di Alfeo, apostolo e primo vescovo di Gerusalemme sappiamo che succede Simeone, noto per essere il figlio di Cleopa, uno dei discepoli di Emmaus: «Dopo il martirio di Giacomo gli apostoli ed i discepoli del Signore ancora in vita convennero da ogni parte nello stesso luogo, insieme con coloro che per nascita erano parenti del Signore (gran parte di costoro infatti era in quel tempo ancora in vita), e tutti insieme tennero un consiglio per designare un degno successore di Giacomo. Tutti, con unanime consenso, stimarono Simeone (figlio di quel Cleopa ricordato anche nel testo evangelico) meritevole di sedere sul trono episcopale di quella diocesi, per il fatto di essere, come si diceva, cugino del Salvatore (Egesippo dice infatti che Cleopa era fratello di Giuseppe)» (III,11). Anche Simeone verrà martirizzato e vedrà un successore: «Morto anche Simeone succedette all’episcopato di Gerusalemme un giudeo di nome Giusto, uno dei moltissimi circoncisi che in quel tempo si erano convertiti a Cristo» (III,35). Nel libro IV Eusebio ricorda anche i successori di Giusto, inizialmente di origini ebraiche ma tutti di vita breve: Zaccheo, Tobia, Beniamino, Giovanni, Mattia, Filippo, Seneca, Giusto, Levi, Efrem, Giuseppe, Giuda: «Questi i vescovi di Gerusalemme che si succedettero a partire dagli apostoli fino al tempo da me trattato [assedio di Gerusalemme, ndr], tutti circoncisi» (IV,5).
Ad Alessandria d’Egitto «nell’ottavo anno del regno di Nerone, primo vescovo a succedere a Marco Evangelista nella guida della diocesi di Alessandria fu Anniano» (II,24). Poi, «al quarto anno del regno di Domiziano, morì Anniano,… che rimase in carica ventidue anni, e gli succedette Avilio». (III,14). Dopo 13 anni gli succedette Cerdone (III,21). Seguirono Primo, Giusto, Eumene… (IV,4.11).
A Efeso il primo vescovo fu Timoteo: Paolo («che pose le fondamenta delle chiese che sorsero da Gerusalemme fino all’Illirico», III,4) lo conferma nel suo ruolo di “sorvegliante” (1Tm 1) istituito «con l’imposizione delle mie mani» (2 Tim, ma anche At 16,1-5). A Creta primo vescovo fu Tito, anch’egli istituito da Paolo: «Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu regolassi ciò che rimane da fare, e poiché tu stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato» (Lettera di Paolo a Tito, 1,5). E a Corinto? «Per quanto riguarda Dionigi, per prima cosa bisogna dire che sedette sul trono episcopale della diocesi di Corinto» (IV 23,1), dopo essere probabilmente già stato vescovo della Chiesa di Atene (III,4,10). A Ierapoli fu vescovo Papia (II,15,2), discepolo di Giovanni e amico di Policarpo, che fu invece vescovo di Smirne («Viveva in Asia Policarpo, discepolo degli apostoli, designato vescovo della Chiesa di Smirne da coloro che avevano visto coi loro occhi e servito il Signore», III,36,1). Ad Antiochia primo vescovo fu Pietro (poi trasferitosi a Roma), seguito da Evodio, e successivamente da Ignazio, padre della Chiesa ed autore di importantissime lettere.
«Molti altri ancora divennero celebri in questi tempi, occupando la prima posizione nella successione degli apostoli. Questi, quali discepoli divini di siffatti uomini, costruirono sulle fondamenta delle Chiese già poste in ogni luogo dagli apostoli, propagando ulteriormente la predicazione e diffondendo ampiamente i semi salvifici del regno dei cieli in tutto il mondo » (III,37,1).
IL TIMONE N. 108 – ANNO XIII – Dicembre 2011 – pag. 61
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