Sta succedendo qualcosa che nessuno aveva previsto. Le parole di papa Francesco fanno breccia nel cuore di tanti che in chiesa non mettevano piede da anni. E molti si riavvicinano ai sacramenti. I dati confermati da una ricerca del sociologo Introvigne
«Io non voglio fare una domanda, ma raccontare una piccola testimonianza… ». Quando la signora si alza in piedi e chiede il microfono sono già le undici di sera: la conferenza su Papa Francesco e il fuoco di fila delle domande degli intervenuti si sta esaurendo. Siamo nella periferia di Grosseto, in un tendone all’aperto, alla festa patronale di Santa Lucia organizzata ogni anno dalla parrocchia dei cappuccini.
La donna spiega di non avere domande da fare, vuole solo raccontare un episodio, qualcosa che le è capitato. Una testimonianza che vale l’intera serata. «Che Dio ci conservi il Papa! – dice – Ho pregato per trent’anni perché questo avvenisse, e ora con Francesco, i miei genitori sono tornati in chiesa, sono tornati a confessarsi e a fare la comunione». Non è la prima volta che a chi scrive capita di ascoltare racconti come questi. La centralità del messaggio della misericordia testimoniato da Francesco non viene soltanto percepito con simpatia, ma commuove, interroga, porta tante persone a riavvicinarsi alla Chiesa.
Nella prima omelia a una messa con i fedeli, lo scorso 17 marzo nella chiesa di Sant’Anna in Vaticano, aveva detto: «Dio non si stanca mai di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono». Ai vescovi del Brasile, lo scorso luglio, Francesco aveva parlato della necessità di riavvicinare chi si è allontanato dalla Chiesa, chi vive come se Dio non esistesse, chi è nel dubbio e nell’angoscia: Non bisogna aver paura «di uscire nella loro notte», di «intercettare la loro strada». L’atteggiamento giusto, di fronte a questa situazione, non può essere quello del lamento che «finisce per aumentare l’infelicità». Oggi non servono lamentazioni, ma una Chiesa «in grado di far compagnia, che accompagna mettendosi in cammino con la gente». Una Chiesa capace di scaldare il cuore.
Dio «non tollera perdere uno dei suoi – ha detto il Papa in un’omelia di Santa Marta lo scorso novembre –. Ma questa sarà anche la preghiera di Gesù, nel Giovedì Santo: “Padre, che non si perda nessuno di quelli che Tu mi hai dato”. È un Dio che cammina per cercarci e ha una certa debolezza d’amore per quelli che si sono più allontanati, che si sono perduti… Va e li cerca. E come cerca? Cerca sino alla fine, come questo pastore che va nel buio, cercando, finché la trova; o come la donna, che quando perde quella moneta accende la lampada, spazza la casa e cerca accuratamente. Così cerca Dio. “Questo figlio non lo perdo, è mio! E non voglio perderlo”. Ma questo è nostro Padre: sempre ci cerca». L’“effetto Francesco” si era riscontrato fin dalle prime settimane dopo l’elezione. Nel tempo della Quaresima e anche dopo, tanta, tantissima gente colpita dalle parole del Papa era tornata a confessarsi, come testimoniavano in diverse interviste parroci di ogni parte d’Italia.
«È quella novità che la gente, tutta, ha colto da subito e che ci sta aiutando molto, anzitutto nel rapporto con i cosiddetti lontani (quanti ritorni alla vita sacramentale, magari dopo decenni!), come pure nell’infondere slancio alle forme consolidate della vita pastorale», ha detto il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. E il fenomeno non interessa certo soltanto il nostro Paese. «Se avessi ricevuto un dollaro per ogni newyorkese che mi ha detto quanto ama l’attuale Santo Padre – ha scritto sul suo blog il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo della Grande Mela – avrei pagato il conto salato dei restauri della cattedrale di St. Patrick!». Lo scorso aprile anche il sociologo Massimo Introvigne aveva presentato i dati di una prima ricerca effettuata sui social network con un campione significativo di sacerdoti e aveva confermato l’esistenza e la consistenza di questo riavvicinamento come conseguenza del messaggio di Francesco. Ora Introvigne ha pubblicato i dati di una nuova ricerca, pubblicati nel libro fresco di stampa, Il segreto di Papa Francesco (Sugarco, Milano 2013), uno sguardo sul retroterra argentino del Papa e sui primi mesi del suo magistero. Il sociologo torinese ha deciso di ripetere l’indagine, per verificare se i dati di aprile rappresentassero un fenomeno effimero, di «effervescenza religiosa», l’effetto di una «luna di miele» mediatica.
La ricerca, effettuata con un campione di sacerdoti e religiosi lievemente più ampio (250 anziché 200) e anche sui laici, attesta che «l’effetto Francesco» è ora percepito dal 50,8% dei sacerdoti e religiosi. Come già in aprile, la percezione è decisamente più alta tra i religiosi (79,37%), ma resta maggioritaria considerando anche sacerdoti e religiosi nel loro insieme. «Il dato rilevante – scrive Introvigne – è che, a distanza di sei mesi dalla prima indagine e di sette mesi dall’inizio del pontificato, il fenomeno dell’effetto Francesco non dà segni di riflusso, anzi si consolida».
Ciò che emerge rappresenta, secondo il sociologo, uno «scenario di notevole rilievo ». «Un effetto riscontrato da oltre metà di un campione – spiega – è un effetto reale. Il fatto che il 49,2% dei sacerdoti e religiosi non riscontri l’effetto Francesco da una parte mostra che la percezione non è unanime e varia da comunità e comunità, dall’altra conferma l’interesse dell’indagine. I fenomeni sociali percepiti dall’unanimità o quasi di chi risponde a un questionario sono pochissimi, e presunte percezioni unanimi denuncerebbero piuttosto il carattere suggestivo delle domande o l’inadeguatezza del campione. Peraltro, merita attenzione anche quel 49,2% di sacerdoti e religiosi che non percepisce l’effetto. Scavando, si scopre che la maggioranza di loro opera in comunità dove l’effetto non c’è mai stato. Solo il 15,45% di questo gruppo afferma che l’effetto c’è stato nei primi mesi di pontificato e poi si è esaurito».
«Possiamo dire, dunque – sempre nei limiti dell’indagine – che un po’ più della metà dei sacerdoti e religiosi nota nella propria comunità un effetto Francesco, che non svanisce con il passare dei mesi ma perdura. Se cercassimo di tradurre il dato in termini numerici e su scala nazionale, con riferimento anche solo a metà delle parrocchie e comunità, dovremmo parlare in Italia – osserva ancora Introvigne – di centinaia di migliaia di persone che si riavvicinano alla Chiesa accogliendo gli inviti di Papa Francesco. Un effetto massiccio e perfino spettacolare».
I numeri presentati nella ricerca lasciano dunque intendere che non si tratta solo di una conseguenza della “novità” dovuta all’umanità del Pontefice. Conclude il sociologo, fondatore e direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni: «C’è qualcosa nel contenuto – non solo nella forma – dell’annuncio offerto ai fedeli, ma anche ai “lontani”, dal Pontefice che in effetti “funziona” e commuove. Naturalmente, l’effetto Francesco segnala un primo movimento di ritorno alla Chiesa. Ma, come ha affermato lo stesso Papa Francesco in un discorso tenuto il 14 ottobre 2013 alla plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, “tante persone si sono allontanate dalla Chiesa” e per raggiungerle l’annuncio “non può che usare il linguaggio della misericordia”».
Testimonianze significative su quanto accade fuori dai nostri confini si possono trovare in un reportage dalla Florida del vaticanista Giacomo Galeazzi, pubblicato sul sito web «Vatican Insider». A Miami, nella diocesi più ispanica degli Stati Uniti, l’effetto Francesco si percepisce molto chiaramente grazie all’aumento della partecipazione alle celebrazioni e al «boom di corsi per adulti che desiderano ricevere i sacramenti». «Nella parrocchia San Francesco di Sales, nel cuore della Sesta strada di Miami Beach, padre Gabriel Vigues è un torrente in piena. “È indescrivibile quanto il Papa stia rivitalizzando la fede e attirando persone che mai si erano avvicinate alla religione cattolica. Poco fa una ragazza dell’Uruguay mi ha detto che per la prima volta in 27 anni di vita sente di potersi fidare della Chiesa. Come lei, tantissimi hanno iniziato il percorso per il battesimo, la prima comunione e la cresima”».
Per saperne di più…
Massimo Introvigne, Il segreto di papa Francesco, Sugarco 2013.
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