Esistono tante belle letture per i piccoli e per genitori o nonni che tengano loro compagnia durante l’atto avventuroso del leggere ma, attenzione, occorre tenere gli occhi aperti. Ogni tanto infatti, anche nelle più collaudate collane, s’infilano opere che una volta lette limitano drasticamente la libertà interiore dei piccoli. A causa loro, si origina quella visione cinica della vita che estingue la naturale gratitudine dell’anima e deturpa l’istinto nativo dei fanciulli verso il riconoscimento della presenza di Dio.
Non è triste vedere oggi tanti bambini antipatici, ai quali è stato precocemente impedito di amare ciò che è fiabesco o meraviglioso o leggendario? Sono bimbi non più ingenui. E purtroppo, quando si tenta la via dell’indottrinamento ai nuovi dogmi dell’indifferenza (è l’ideologia di Walt Disney, da sempre) o quando i genitori sono concretamente indifferenti verso la prole, i “lettori in erba” si trasformano in ragazzini annoiati, volgari e a volte violenti. Tuttavia, esistono anche sorgenti pulite, a cui abbeverarsi.
Il meraviglioso cristiano
“Un gran cervo andava meditabondo per la selva. Era il più vigile e il più bello del branco… ma quel giorno qualcosa lo invitava a non fuggire, anzi a catturare il suo inseguitore. Era il crepuscolo e l’erba era nera; a un tratto il cervo la vide diventare azzurra: veniva da lui una gran luce, e tra le corna gli era spuntata una croce”.
Così incomincia Il cervo che catturò il cacciatore di Donatella Ziliotto (San Paolo Junior, 2002), un libricino ben . illustrato da Serena Riglietti per la collana” JAM-Tanta frutta per crescere”, nella sezione “L’uva bianca: dagli 8 ai 1O anni”. Sono pagine che intendono infondere il gusto inebriante della giovinezza all’ombra di Dio, rivolgendosi al pubblico dei lieti di cuore: raccontano le storie dei santi cristiani, riprendendole dalla “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine del XIV secolo. In questo caso, si parla della vicenda mirabolante di sant’Eustachio e della sua famiglia, al tempo delle persecuzioni. E la dolcezza della mite figura animale del cervo, che annuncia la conversione a Gesù Cristo, ci ripaga di tanto animalismo contemporaneo, ignorante dell’ordine della creazione.
Anche Il drago al guinzaglio esce nella medesima collana e viene dalle stesse mani d’autore. Narra di san Giorgio, eroe e soldato, della bestia che minaccia la città, della fanciulla che la catturerà: e accluse troviamo anche le agiografie di santa Opportuna e dei suoi uccellini, e dei santi Antonio e Paolo eremiti nel deserto; ancora esempi di vita cristiana nei quali grande parte ha la vicinanza alla natura e alle creature animali.
Dal racconto semplice e infantile riceviamo il senso della delicatezza delle cose, la fiducia nella loro appartenenza a un’origine divina. Sono sottolineature più che mai in contrasto con l’attuale perdita della percezione che il mondo sia ” creato” dal Creatore: per ripristinare questo senso sovrannaturale, ci soccorrerebbe la confortante lettura dell’Esamerone di sant’Ambrogio (Città Nuova, 2002), un esaltante canto di lode alla realtà vivente.
Andrebbe bene leggere ai piccini anche La rosa di san Giorgio dello spagnolo Joles Sennel, edito da PIEMME-Junior la famosa collana de “Il Battello A vapore” (Serie bianca, 1994): vi si immagina la storia di due paesini molto simili, Tremenounquarto e Nonsonoancoraletre, divisi da un fiume, in una landa lontana, vissuti sempre in pace sino a e l’ambizioso consigliere della regina escogitò un pian… Discreta l’abilità di variare sul tema della rosa come fiore della riconciliazione e del giorno di san Giorgio, il 23 aprile, quale momento di germoglio della primavera dell’anima.
IL TIMONE N. 23 – ANNO V – Gennaio/Febbraio 2003 – pag. 46 – 47
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