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14.12.2024

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Lettere al direttore
31 Gennaio 2014

Lettere al direttore

 

 

Il Timone n. 14 – anno 2001 –

 

Ci scrive Vittorio Messori

 

Caro direttore,
scrive Rino Cammilleri all’inizio della sua rubrica sullo scorso numero “Apologismi fuori luogo!”: «Così un celebre teologo, stizzito, liquidò Messori nel corso di una tavola rotonda a proposito di non ricordo più cosa».
Sento doveroso aiutare la memoria dell’amico Cammilleri in quanto l’episodio mi parve grave: e non per me, ovviamente, ma per quella verità e giustizia che oggi sembrano spesso dimenticate dentro la Chiesa stessa nel giudizio sul passato. L’occasione fu una puntata speciale di Porta a porta, il programma condotto su Rai Uno da Bruno Vespa, al termine del pellegrinaggio del Papa in Israele. La sera, per intenderci, del giorno in cui Giovanni Paolo II infilò il suo biglietto di scuse nel Muro del Pianto ‘ “per l’antisemitismo cristiano”. Non nascosi, nel breve tempo che mi fu concesso, il mio sconcerto. Feci, infatti, presente che il cristianesimo non conosce, né può conoscere, nessun “antisemitismo”: questo è cosa tutta moderna, postcristiana. Nasce con l’illuminismo e poi con lo scientismo e il positivismo che elaborano quel pericoloso e fumoso concetto di “razza” che, per il seguace del Vangelo, è inesistente. Non a caso il termine “antisemitismo” è recente: fu inventato nella seconda metà del XIX secolo in ambienti tedeschi e poi francesi duramente anticristiani. Il cristianesimo ha conosciuto, semmai, un antigiudaismo”: che è cosa tutta teologica, religiosa, una polemica sull’interpretazione della Scrittura che nulla ha a che fare con razze, biologie, vaneggiamenti pseudoscientifici prima alla Lombroso e poi alla Rosenberg o Goebbels. In effetti, mentre per l’antisemita l’ebreo resta tale per sempre e come tale sempre va perseguitato o, almeno, isolato, per il cristiano l’ebreo che chiede il battesimo diventa fratello non solo alla pari ma prediletto. Non a caso, i nazisti strappavano dai monasteri ebrei ed ebree che, divenuti religiosi, erano stati accolti a braccia aperte nelle comunità. Come cercai di far capire quella sera, non si tratta affatto di una irrilevante questione di parole. Che sia qualcosa di decisivo lo dimostra tra l’altro il fatto che la più antica comunità della diaspora ebraica è quella di Roma: ebbene, è anche quella che non è mai stata espulsa. Nella città dei papi, gli ebrei ebbero alti e bassi, conobbero pontefici favorevoli o diffidenti, ma mai furono cacciati, come avvenne prima o poi in tutte le città dell’Occidente. E mai, a qualcuno, venne il pensiero (inconcepibile per un cristiano) di sterminarli. Per vedere lo spettacolo doloroso di quell’antichissima comunità deportata occorse attendere il 1943, con la tristemente celebre retata di quei nazisti che, nel loro antisemitismo, si rifacevano alla “scienza moderna” dell’Europa postcristiana. Avevo di fronte a me, quella sera, ebrei e laici polemici e anche un po’ beffardi: ma come – sorridevano con aria di compatimento – volevo forse fare la parte di chi è più papista del papa che aveva chiesto scusa proprio per l’antisemitismo? Ma più sprezzante di tutti fu il teologo cui fu data l’ultima parola.
Quel monsignore, docente tra i più autorevoli delle Università Pontificie, mi liquidò davvero (uso il termine di Cammilleri) dicendomi di smetterla «con queste vecchie apologetiche». Dunque, chiarire i termini, ricordare come davvero andarono le cose nel nostro passato, difendere i fratelli nella fede che ci hanno preceduto da accuse ingiuste se non infamanti; dunque, tutto questo non è che vecchia, anacronistica, intollerabile “apologetica” per i teologi che formano la classe dirigente della Chiesa.
Se la vedano loro: con la storia, quella vera, prima ancora che con la loro coscienza. Quanto a me – con umiltà ma con tenacia – resto fedele alla “vecchia apologetica” se questa è difesa della giustizia e della verità. Rallegrandomi ancora per il tuo lavoro, credimi tuo
Vittorio Messori

 

Caro direttore,
sono un anziano sacerdote (vicino agli anni 83), ospite di una casa di riposo. Ho conosciuto la rivista “Il Timone” offertami da una professoressa reduce dal convegno di Rinnovamento nello Spirito, tenuto recentemente a Rimini. Ho trovato la rivista utile e fatta molto bene sia sul piano giornalistico che tipografico. Ho fatto l’abbonamento. Invio alcuni nomi e indirizzi con l’invito a spedire copia della rivista, allegando foglietto di propaganda e conto corrente, chiedendo di fare l’abbonamento.
Sac. Aldo Casetta, Villaricca (NA).

 

Caro direttore,
dalla lettura di alcuni articoli apparsi sul numero da lei gentilmente inviatomi e, ancor più, dal nome dei suoi collaboratori, mi sono convinto che la rivista va incontro in maniera esauriente alle mie esigenze di una cultura autenticamente cristiana e sarà certamente preziosa per la mia crescita spirituale. La prego di gradire i più vivi complimenti per la magnifica opera di divulgazione che state presentando. Cordiali saluti.
Franco Raccanelli, Vittorio Veneto (TV).

 

Caro direttore,
davvero mille congratulazioni alla redazione e a tutti i collaboratori del “Il Timone”. Sono responsabile Scout del Gruppo Palermo 1° Scout San Benedetto. La vostra rivista arricchisce sicuramente l’insieme delle riviste cattoliche (Cristianità, Lepanto, ecc) che già nell’ambito associativo conosciamo e portiamo avanti come strumento per la formazione dei capi. Diverse riunioni di “formazione capi”, all’interno del mio gruppo, hanno preso spunto dagli articoli pubblicati nella rivista “// Timone” e sono stati di valido interesse e maturazione per tutti. L’obiettivo comune – servire Cristo ed instaurare il suo Regno nella nostra debole e malata società – ci unisce nella battaglia quotidiana contro quelle idee anticattoliche e immorali che forzatamente hanno invaso il pensiero dei nostri giovani. Nell’augurio e nella benedizione di Maria nostra Regina, che ci dia forza e provvidenziali mezzi per continuare il nostro apostolato, vi invio un foltissimo saluto fraterno in Cristo Gesù,
Roberto Marvuglia, Palermo.

 

Caro direttore,
ho trovato la vostra rivista nell’Aula Insegnanti della mia scuola e l’ho trovata veramente interessante e finalmente diversa dalle montagne di scartoffie inutili che riempiono tavoli e bacheche.
Condivido pienamente quanto scritto da Tangheroni nel numero di maggio-giugno. Vi ho già spedito la quota per l’abbonamento alla rivista. Spero abbiate un notevole seguito. Distinti saluti,
Daniele Tizzoni, Piacenza.

 

Caro direttore,
ho letto qualche articolo che ho trovato molto interessante. È però, almeno per me, una lettura che va centellinata per comprenderla in ogni suo punto. Tempo fa ascoltai una conversazione a Radio Maria in cui si parlava di “apologetica”.
Confesso la mia ignoranza: non ne conoscevo il significato; cercai sull’enciclopedia e in tal modo ne seppi di più. Lessi poi un trafiletto su “il Giornale” e quindi mi decisi a contattarvi. Sottoscrivo un abbonamento per me e uno per una cara amica. La ringrazio per la sua preghiera che ricambierò nelle mie, unitamente ai migliori saluti,
Francesca Barbiero, Milano.

 

Caro direttore,
ho ricevuto il bimestrale saggio (maggio-giugno) “Il Timone”. Trovo la rivista di mio gradimento. In essa c’è aria fresca e amore di verità. Ottimo l’articolo su Vandea. […] Siate i timonieri dell’informazione. Viviamo in una società opulenta e egoista, dove regna la cultura della morte e del cinismo più bieco. L’informazione radiotelevisiva e giornalistica è scarsa, non veritiera e di cattivo gusto. […] Con l’aiuto di Dio, auspico a lei e alla sua equipe di essere timonieri di una nuova evangelizzazione nella società e nella Chiesa stessa.
Francesco Sansotta, Torino.

Ci scrive il Vescovo di Arezzo Cortona Sansepolcro

Egregio Dott. Gianpaolo,
ho molto gradito l’omaggio di una copia de “II Timone”, che Lei gentilmente mi ha inviato. È una rivista curata davvero bene, la considero un valido strumento per una solida formazione cristiana. Voglio esprimervi il mio apprezzamento per quest’opera, augurando a Lei e ai suoi collaboratori un buon lavoro e vi assicuro la mia preghiera, perché i nostri strumenti d’informazione siano sempre più idonei per la non semplice nuova evangelizzazione. Cordialmente saluto.
S.E. Gualtiero Bassetti, Vescovo di Arezzo – Cortona -Sansepolcro.

Ci scrive il Vescovo di Loreto
Carissimo Gianpaolo,
ho già provveduto a spedire l’importo per l’abbonamento sostenitore a “il Timone”. Grazie per aver deciso di offrire alla riflessione di tutti un bimestrale di sana e necessaria apologetica: difendere la verità è il più grande atto di carità! Vi accompagno con la mia preghiera e vi benedico,
S.E Angelo Comastri, Vescovo di Loreto.


IL TIMONE N. 14 – ANNO III – Luglio/Agosto 2001 – pag. 4-5

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