Il Timone n. 33 – anno 2004 –
Caro direttore,
È passata completamente in sordina la notizia che il 31 marzo George Bush ha messo la sua firma alla nuova legge (Unborn Victim of Violence Act) che definisce un reato separato l’uccisione o il ferimento di un feto nel corso di un’aggressione ad una donna incinta. Chissà cosa penseranno i denigratori di Bush, abituati ad accusare il presidente americano per crimini contro l’umanità, di tanta sensibilità e umanità verso esseri umani innocenti. Forse che un giorno quei feti sopravvissuti alle violenze e divenuti uomini potranno ricambiare la loro gratitudine al presidente con un bel voto? Taluni maliziosi accecati dall’odio yankee potrebbero pensarlo. La verità è altra. Checché se ne dica, Bush è uno dei pochi uomini di potere che ha osato schierarsi contro le lobby abortiste molto potenti sia in America che in Europa. Un presidente che con questo atto ha dimostrato di amare la vita più di tanti pseudo-difensori dei diritti umani capaci solo a sventolar bandiere e lanciare inutili slogan. Un presidente che, contrariamente ad alcuni politici italiani del passato, non ha avuto paura di inimicarsi l’opinione pubblica mondiale per meri calcoli politici ed elettorali. Ancora una volta, una lezione di civiltà e di democrazia è arrivata da quel grande paese che si chiama America. I cattolici, nell’Italia cattolica abortista e senza diritti per il nascituro, dovrebbero ringraziare!
Gianni Toffali, Dossobuono (VR).
Caro direttore,
mi sono trovato per circostanze che sarebbe inutile descrivere alla commemorazione di Cristo che hanno fatto i Testimoni di Geova qui a Cusano Milanino. Sono rimasto stupito di tre cose: 1) la sala era gremita (170 persone ca.), a tal punto che gli uscieri – così si chiama il loro servizio di accoglienza – han fatto fatica a trovarmi una sedia; 2) i giovani che c’erano! Ho riconosciuto almeno 5/6 studenti di quando insegnavo alla scuola media con i relativi genitori e amici; 3) la tristezza della cerimonia, poiché quel pane e quel vino che fanno passare tra di loro non è il Corpo di Cristo, la Sua Presenza reale. Quindi la tristezza di un’Assenza era totale, mitigata solo dalla gentilezza degli astanti. Morale: non mi preoccupa che i TdG sbanchino tra i cattolici, ma temo l’ignoranza di noi cattolici e i metodi o le omelie spiritualistiche e moralistiche, questo sì!
Possibile che l’educazione che si dà da noi (famiglie e parrocchie) per lo più si volatilizza con l’età della scuola superiore o l’adolescenza? Il Cristianesimo è buono solo per quando si è bambini?
Perché non provare a cambiare? Cosa lo impedisce? Con mesto e cordiale saluto,
Pippo Emmolo, Cusano Milanino (MI).
Caro direttore,
ho ricevuto la raccolta di Quaderni da voi proposta e mi ha fatto particolarmente piacere data la coincidenza temporale con la settimana di Pasqua. Volevo ringraziarla sia per l’impegno del “Timone” che di questa nuova iniziativa e colgo l’occasione per manifestarle l’apprezzamento per i contenuti che chiariscono e rafforzano le convinzioni di fede, forniscono “un’indicazione specialistica” su argomenti controversi e spesso confusi, per i quali, a volte, l’opinione della Chiesa non è così esplicita per tutti, a volte quasi non arriva. Ho avuto il piacere di conoscerla a Milano, al Rosetum, durante la presentazione di un libro di Messori, e in quella sede ho rivisto un giovane che ha atteso il momento dei saluti per rivolgermi parole di conforto e vicinanza cristiana che sono sempre nel mio cuore, Giacomo Samek Lodovici, al quale invio un abbraccio e un grazie.
Un’ultima nota che mi preme comunicarle è l’apprezzamento per gli articoli su “The Passion”: meglio di così certi argomenti non potevano essere trattati. Complimenti, mi sono permessa di sbandierarli a chi aveva facili obiezioni al film. La saluto augurandole di avere sempre un maggior riscontro positivo al suo prezioso lavoro,
Nadia Scotto Monica, Cesano Boscone (MI).
Caro direttore,
premetto che sono un lettore del Timone della prima ora, nonché, nel mio piccolo, un suo diffusore, avendo regalato e consigliato svariati abbonamenti. Ultimamente, però, ho notato che spesso la rivista assume un orientamento ideologico. Mi spiego: la giustificata critica verso il cattolicesimo progressi sta imperante si risolve in molti casi nel semplice rovesciamento delle posizioni criticate. Personalmente, pur considerandomi un cattolico conservatore (anzi, proprio per questo motivo): 1) nutro una certa diffidenza verso gli Stati Uniti e Israele e non per questo sono un integralista islamico; 2) vedo nella globalizzazione quella ideologia mondialista temuta da molti pensatori cattolici, ma non per questo sfascio vetrine o sventolo bandiere con l’effige del “Che”; 3) guardo con timore il crescente degrado ambientale e la diffusione degli OGM, ma non per questo sono un neo-malthusiano. Le dico questo perché anche nell’ultimo numero (il 30) ho trovato articoli a senso unico su Israele e Palestina (pag. 6): perché non si dice che in Israele è reato diffondere il Vangelo o che non vengono riconosciuti i matrimoni tra ebrei e cristiani?
Viceversa, si dichiarano cose sulla Palestina che, da studioso del Medio Oriente, non ho mai letto o udito?; OGM (il discorso sarebbe lungo, non vorrei annoiarla), Iraq, dove addirittura ci si compiace dell’espressione dimessa e remissiva che l’ex rais irakeno aveva mentre i medici americani, in mondovisione, ne osservavano i pidocchi e le carie. Non mi fraintenda, le dico queste cose perché amo la sua rivista e mi dispiace vedere che talvolta assume posizioni che ne minano l’obiettività. Ho deciso comunque di rinnovare il mio abbonamento, ma la mia coscienza mi imponeva questo sfogo. Le porgo i miei più cari saluti,
Sergio Violante, Trento.
MADRID, ITALIA
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