Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

13.12.2024

/
Lettere al Direttore
31 Gennaio 2014

Lettere al Direttore

 

 

Il Timone n. 33 – anno 2004 –

 

Caro direttore,
sono un sacerdote cottolenghino. Volevo esprimere un ringraziamento per il coraggioso servizio che state svolgendo per diffondere la verità che è poi nostro Signore. Vi affido alla Vergine Immacolata e Vi ricordo nelle preghiere perché possiate continuare con fedeltà e fortezza la vostra missione. Deo gratias!
Don Massimo Zanatta, S.S. C., Ponzone (AL).

Caro direttore,
È passata completamente in sordina la notizia che il 31 marzo George Bush ha messo la sua firma alla nuova legge (Unborn Victim of Violence Act) che definisce un reato separato l’uccisione o il ferimento di un feto nel corso di un’aggressione ad una donna incinta. Chissà cosa penseranno i denigratori di Bush, abituati ad accusare il presidente americano per crimini contro l’umanità, di tanta sensibilità e umanità verso esseri umani innocenti. Forse che un giorno quei feti sopravvissuti alle violenze e divenuti uomini potranno ricambiare la loro gratitudine al presidente con un bel voto? Taluni maliziosi accecati dall’odio yankee potrebbero pensarlo. La verità è altra. Checché se ne dica, Bush è uno dei pochi uomini di potere che ha osato schierarsi contro le lobby abortiste molto potenti sia in America che in Europa. Un presidente che con questo atto ha dimostrato di amare la vita più di tanti pseudo-difensori dei diritti umani capaci solo a sventolar bandiere e lanciare inutili slogan. Un presidente che, contrariamente ad alcuni politici italiani del passato, non ha avuto paura di inimicarsi l’opinione pubblica mondiale per meri calcoli politici ed elettorali. Ancora una volta, una lezione di civiltà e di democrazia è arrivata da quel grande paese che si chiama America. I cattolici, nell’Italia cattolica abortista e senza diritti per il nascituro, dovrebbero ringraziare!
Gianni Toffali, Dossobuono (VR).

Caro direttore,
mi sono trovato per circostanze che sarebbe inutile descrivere alla commemorazione di Cristo che hanno fatto i Testimoni di Geova qui a Cusano Milanino. Sono rimasto stupito di tre cose: 1) la sala era gremita (170 persone ca.), a tal punto che gli uscieri – così si chiama il loro servizio di accoglienza – han fatto fatica a trovarmi una sedia; 2) i giovani che c’erano! Ho riconosciuto almeno 5/6 studenti di quando insegnavo alla scuola media con i relativi genitori e amici; 3) la tristezza della cerimonia, poiché quel pane e quel vino che fanno passare tra di loro non è il Corpo di Cristo, la Sua Presenza reale. Quindi la tristezza di un’Assenza era totale, mitigata solo dalla gentilezza degli astanti. Morale: non mi preoccupa che i TdG sbanchino tra i cattolici, ma temo l’ignoranza di noi cattolici e i metodi o le omelie spiritualistiche e moralistiche, questo sì!
Possibile che l’educazione che si dà da noi (famiglie e parrocchie) per lo più si volatilizza con l’età della scuola superiore o l’adolescenza? Il Cristianesimo è buono solo per quando si è bambini?
Perché non provare a cambiare? Cosa lo impedisce? Con mesto e cordiale saluto,
Pippo Emmolo, Cusano Milanino (MI).

Caro direttore,
ho ricevuto la raccolta di Quaderni da voi proposta e mi ha fatto particolarmente piacere data la coincidenza temporale con la settimana di Pasqua. Volevo ringraziarla sia per l’impegno del “Timone” che di questa nuova iniziativa e colgo l’occasione per manifestarle l’apprezzamento per i contenuti che chiariscono e rafforzano le convinzioni di fede, forniscono “un’indicazione specialistica” su argomenti controversi e spesso confusi, per i quali, a volte, l’opinione della Chiesa non è così esplicita per tutti, a volte quasi non arriva. Ho avuto il piacere di conoscerla a Milano, al Rosetum, durante la presentazione di un libro di Messori, e in quella sede ho rivisto un giovane che ha atteso il momento dei saluti per rivolgermi parole di conforto e vicinanza cristiana che sono sempre nel mio cuore, Giacomo Samek Lodovici, al quale invio un abbraccio e un grazie.
Un’ultima nota che mi preme comunicarle è l’apprezzamento per gli articoli su “The Passion”: meglio di così certi argomenti non potevano essere trattati. Complimenti, mi sono permessa di sbandierarli a chi aveva facili obiezioni al film. La saluto augurandole di avere sempre un maggior riscontro positivo al suo prezioso lavoro,
Nadia Scotto Monica, Cesano Boscone (MI).

Caro direttore,
premetto che sono un lettore del Timone della prima ora, nonché, nel mio piccolo, un suo diffusore, avendo regalato e consigliato svariati abbonamenti. Ultimamente, però, ho notato che spesso la rivista assume un orientamento ideologico. Mi spiego: la giustificata critica verso il cattolicesimo progressi sta imperante si risolve in molti casi nel semplice rovesciamento delle posizioni criticate. Personalmente, pur considerandomi un cattolico conservatore (anzi, proprio per questo motivo): 1) nutro una certa diffidenza verso gli Stati Uniti e Israele e non per questo sono un integralista islamico; 2) vedo nella globalizzazione quella ideologia mondialista temuta da molti pensatori cattolici, ma non per questo sfascio vetrine o sventolo bandiere con l’effige del “Che”; 3) guardo con timore il crescente degrado ambientale e la diffusione degli OGM, ma non per questo sono un neo-malthusiano. Le dico questo perché anche nell’ultimo numero (il 30) ho trovato articoli a senso unico su Israele e Palestina (pag. 6): perché non si dice che in Israele è reato diffondere il Vangelo o che non vengono riconosciuti i matrimoni tra ebrei e cristiani?
Viceversa, si dichiarano cose sulla Palestina che, da studioso del Medio Oriente, non ho mai letto o udito?; OGM (il discorso sarebbe lungo, non vorrei annoiarla), Iraq, dove addirittura ci si compiace dell’espressione dimessa e remissiva che l’ex rais irakeno aveva mentre i medici americani, in mondovisione, ne osservavano i pidocchi e le carie. Non mi fraintenda, le dico queste cose perché amo la sua rivista e mi dispiace vedere che talvolta assume posizioni che ne minano l’obiettività. Ho deciso comunque di rinnovare il mio abbonamento, ma la mia coscienza mi imponeva questo sfogo. Le porgo i miei più cari saluti,
Sergio Violante, Trento.

MADRID, ITALIA

di Claudio Chieffo

Il dolore non ha confini e se ne infischia dei passaporti, nemmeno il mare gli fa paura e lo attraversa in un baleno: ti entra in casa dal televisore e si siede li al tuo fianco mentre stai mangiando… e non riesci più a mangiare.
E cosi è stato l’11 marzo, tanto che Madrid sembrava a pochi passi. “Mi metto la giacca e ci vado”, pensavo, ma a fare cosa? Se non lavori sei d’impaccio e poi gli spagnoli sono bravi, efficienti e concreti, tutto il contrario degli stereotipi su di loro.
Ma cosa si va a fare quando degli amici sono colpiti dal dolore? Vai e stai lì in silenzio per dirgli che non sono soli: non è molto, ma ho visto che serve sempre.
Uno sguardo, un abbraccio, una preghiera… nel mio caso un canto, prima timido e sommesso, poi mano a mano più profondo e sereno e lieto. Voglio fare una canzone, per i miei amici spagnoli. Conosco Madrid, ho fatto lì almeno quattro concerti negli ultimi 15 anni, ho molti amici, musicisti e non, così comincio a telefonare e mandare e-mail per sapere come stanno, se qualcuno è rimasto preso dentro questa tragedia così assurda e logica nello stesso tempo.
Si capisce subito che non è l’ETA. Nel mio cuore sento che è un attacco spietato ad una identità, quella cristiana ed a quelle che da questa derivano ed il messaggio di poche ore dopo è chiaro: “voi amate la vita, noi la morte”. Il Rosario mi tiene compagnia durante il pomeriggio, poi comincia a balenarmi nel cuore una melodia, quasi una ninna-nanna e una invocazione un tempo sentita” Virgen del Pilar!”. E infatti di fronte ad una violenza così atroce l’unica cosa che sono sicuro di dovere, potere e volere fare è pregare: il nostro è il Dio della Misericordia, non cl lascia ed è più pieno di dignità un uomo In ginocchio davanti alla Madonna che un uomo In piedi sul cadaveri dei suoi nemici.
Voglio andare a Madrid, dal miei amici, voglio fare una canzone per loro, in spagnolo (lingua che non conosco e non pratico) con loro. Non c’è bisogno che spieghi a mia moglie quello che lei aveva già capito: “Sapevo già che ci saresti andato, vai”. Trovare il biglietto è facile, trovare i soldi meno, ma si trovano e così la mattina del sabato dopo sono a Madrid con Raphael Andreo, amico di musica e di vita, alla stazione di Atocha davanti a migliaia di ceri rossi accesi sul pavimento e foto e biglietti di bambini e di adulti: dopo una settimana la tensione è ancora palpabile; diciamo un’Ave Maria.
La cosa che mi spaventa di più è vedere che la reazione degli uomini si incanala risolutamente verso l’accusa, o a Dio o ad altri uomini colpevoli di avere scatenato i terroristi con le loro scelte “politiche”. Ma non è proprio perché ci siamo allontanati da Dio (quello vero!), che seguiamo falsi idoli e falsi profeti, che tutto questo diventa drammaticamente possibile? È la menzogna la cosa più terribile, peggiore ancora del dolore e della morte: la menzogna sporca il dolore e lo rende impuro. Devo scegliere se essere come il ladrone che sulla croce impreca contro Dio che sta morendo senza colpa al suo fianco, o come l’altro che ha compassione di Cristo, lo difende dalle parole dell’altro e chiede, implora.
Il resto è una nuova piccola e grande storia: Raphael, Paolino, Gonzalo, Belèm, Michelangel; è la storia di vecchi amici che si incontrano, che parlano, suonano, cercano parole per esprimere quello che sentono di fronte al Male che irrompe nel mondo; è la storia di occhi stupiti di bambini che guardano i grandi parlare in una lingua sconosciuta, un po’ di italiano, un po’ di latino, un po’ di spagnolo; di preghiere che sembrano interrompere questo lavoro, di donne che cucinano e dicono la loro sul lavoro in costruzione; di telefonate che arrivano per sapere come sta andando: “Cantamela per telefono anche solo una strofa”; “Cantami almeno il ritornello”, “Come non ha il ritornello?”. Cosi dopo un giorno e una notte abbiamo vestito di spagnolo quella melodia bambina, quella quasi ninna nanna, la musica che avevo fatto in Italia col desiderio di essere qui e, in modo del tutto inusuale per me, ma ancora più evidentemente gratuito, nasce un canto alla Madonna: “Reina de la Paz”.
Il tempo di registrarla per impararla bene e poi di corsa all’aeroporto di Madrid con nel cuore e nella mente la gratitudine verso Maria per questa canzone, piccola carezza di Madre, e verso Dio che non ci lascia mai soli e ci permette ogni giorno di più di scoprirci Suo popolo.
Chi poteva mai solo immaginare tutto questo? Mi ritornano in mente le parole di un vecchio amico lontano: ”Tu lo sai, vero, che sei un privilegiato?”.
(Nella foto: Claudio Chieffo, nostro collaboratore, davanti alla stazione ferroviaria di Atocha, Madrid)

SCADENZA ABBONAMENTO

Invitiamo ogni abbonato del Timone a prendere visione della scadenza del suo abbonamento prestando attenzione all’avviso posto in calce all’indirizzo che si trova sul modulo di conto corrente postale allegato alla spedizione. Per sua comodità, e tenendo conto del tempo necessario alle Poste per comunicarci i rinnovi, noi inviamo anche i due numeri del Timone successivi alla scadenza. Per esempio: chi ha sottoscritto un abbonamento che scade con l’invio di questo numero (n. 33), riceverà anche i due numeri successivi (nn. 34 e 35). Ma se entro questo lasso di tempo, non riceviamo il versamento di rinnovo, il suo nominativo verrà purtroppo depennato. Siamo grati a tutti coloro che, rinnovando per tempo l’abbonamento, mostreranno con ciò di apprezzare il nostro apostolato a mezzo stampa. Ricordiamo a tutti gli abbonati, vecchi e nuovi, che ogni venerdì un sacerdote celebra una Santa Messa per loro: è il nostro modo per dirvi grazie.

 

IL TIMONE – N. 33 – ANNO VI – Maggio 2004 – pag. 4 – 5
I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista