Il Timone n. 40 – anno 2005 –
Caro direttore,
un ebreo durante la prima guerra mondiale si trovava in una buca prodotta da una bomba sul fronte occidentale, insieme a quattro soldati austriaci. Improvvisamente una granata uccise i suoi quattro compagni. Egli prese il Rosario dalle mani di uno di loro e cominciò a recitarlo (lo sapeva a memoria per averi o sentito tante volte dai suoi compagni). Alla fine della prima decina, una ispezione lo condusse – strisciando attraverso il fango – fuori da quella buca in un’altra lì presso.
Proprio in quel momento una granata colpì la buca che aveva appena lasciata. Per altre quattro volte la stessa ispirazione, la stessa fuga, la stessa salvezza. Promise di consacrarsi al Signore se si fosse salvato. Egli mantenne la promessa e ricevette il battesimo dalla mani del vescovo americano Fulton Sheen.
Suor Ines Tosi, Saronno VA).
Caro direttore,
ho conosciuto la rivista che Lei in maniera eccellente dirige. Il mio Parroco mi ha donato una copia ed ho potuto leggere una rivista finalmente cattolica al 100%. Mi creda, ero veramente deluso e scandalizzato dalla cosiddetta stampa cattolica, totalmente imborghesita al mondo. E’ inutile dire che mi sono abbonato e ho fatto conoscere ad altri la sua rivista. La ringrazio di tutto.
La voglio disturbare invitandola a visitare il sito delle Comunità Parrocchiali di Ramacca
http://www.parrocchieramacca. it. it. Mi dica le sue impressioni e a presto.
Aparo Santo, Ramacca (CT)
Caro direttore,
trovo questa rivista di facile lettura, i concetti sono espressi con chiarezza e gli argomenti sono di grande attualità e spiritualità al tempo stesso. Si legge la forza che emanano gli autori e il desiderio di parlare senza mezze misure, consapevoli dello sguardo di caritatevole amore che occorre sempre avere, ma pronti a dire pane al pane e vino al vino: insomma, nessun compromesso. Trovo tutto questo in grande sintonia con il mio cammino e con la mia persona e devo dirLe che alcuni articoli mi hanno aiutato suggerendomi argomentazioni importanti per confutare false impostazioni altrui ed altri mi hanno dato spunti di luce spirituale davvero importanti. Raccolgo l’invito all’ottimismo: c’è troppa tristezza e sapore di sconfitta in giro e poca consapevolezza che il male è per sua natura definito e limitato, mentre il Bene che proviene da Dio non avrà mai fine e vincerà. Grazie.
Ida Giganti, Palermo.
Caro Direttore,
la religione musulmana prescrive pratiche ed usanze in contrasto con il codice penale italiano; basti pensare alla pena di morte per l’apostasia, per gli infedeli, la lapidazione delle adultere, l’infibulazione, etc. Non esistendo un catechismo o un ente religioso al quale affidarsi per la corretta interpretazione del credo islamico, bisogna rifarsi al Corano, il quale in alcune sue sure prescrive tali atti. Di ciò si trova conferma nei Paesi in cui questa religione è maggioritaria, dove tali insegnamenti vengono attuati e sono presenti nei loro codici. L’obiezione che, nel momento che tali atti vengono perseguiti, essi sono punibili in base al nostro codice penale, non mettendo in discussione la libertà di tale culto, è insufficiente per due motivi. Primo: il codice penale italiano proibisce a qualsiasi associazione (quindi anche a quelle religiose), nei cui statuti vi siano dei regolamenti contrari al nostro codice penale, non solo la libera associazione ma la costituzione stessa dell’associazione. Secondo: non si può dire che tali atti sono commessi a titolo personale quando sono prescritti dal loro stesso credo. L’infibulazione ad esempio è praticata anche in Italia e chi la opera sui suoi figli lo fa in nome del credo islamico e non a titolo personale. In conclusione: perché in Italia viene permesso il culto islamico? Colgo l’occasione per manifestar Le stima e ammirazione per l’opera compiuta con la vostra rivista.
Alessandro Reggiani, Milano.
Caro direttore,
sono rimasto impressionato dall’articolo di Rino Cammilleri “Maledizioni”. L’autore mette il dito su una piaga del clero odierno che è il troppo indulgere nell’immanenza. Avanzo una riflessione e una proposta. La riflessione è che, secondo la dottrina cristiana autentica, dietro il male c’è sempre l’istigazione di Satana (chiaramente non in una visione manichea della storia) e quindi per combattere il male (anche quello sociale e politico, anche le guerre e il terrorismo) la prima arma della Chiesa è la preghiera e la penitenza. Tra le preghiere liturgiche del rito romano ce n’è una proprio per casi come quelli indicati da Cammilleri: è l’esorcismo. Nel nuovo rituale degli esorcismi, si riporta in appendice a pag. 71 dell’editio typica latina (mi pare che non sia stato ancora tradotto in italiano) una «Supplica ed esorcismo che può essere usata in peculiari circostanze della Chiesa». La rubrica precisa che, traduco liberamente, «la presenza del Diavolo e degli altri demoni appare e si esercita non solo tentando e vessando le persone, ma anche penetrando con la propria azione in qualche modo nelle cose e nei luoghi, e in varie forme di opposizione e di persecuzione alla Chiesa. Se il vescovo diocesano, in peculiari circostanze, giudica opportuno indire assemblee di fedeli per la preghiera, sotto la guida e la presidenza di un sacerdote, gli elementi per la supplica possono essere presi dai seguenti». Tra questi vi è, riservato al solo sacerdote, anche l’esorcismo di Leone XIII. Si tratta di un testo liturgico al quale è difficile obiettare. Il rischio è che queste opportunità restino lettera morta. Ora, siccome la possibilità dell’uso di tale preghiera liturgica è subordinata al giudizio del vescovo diocesano, la mia proposta è rivolta ai vescovi lettori de “Il Timone”. Chiedo a loro di giudicare se l’ora presente e il male che in essa si manifesta e opera (terrorismo, persecuzione alla Chiesa, apostasia dalla fede, scristianizzazione della società, attacchi alla famiglia, manipolazione della vita, ecc) non rientri in quelle forme diaboliche «di opposizione e di persecuzione alla Chiesa» e non sia giunto il momento di contrastarlo anche con preghiere pubbliche, senza vergogne, timori e rispetti umani, secondo quelle modalità che la preghiera liturgica (che trae la sua forza e la sua efficacia dall’essere preghiera di Cristo e della Chiesa) prevede.
Don Maurizio Ceriani – Casei Gerola (PV).
COORDINAMENTO DEI CENTRI CULTURALI – AMICI DEL TIMONE
Il progetto di dare vita ad un “Coordinamento” dei Centri Culturali Cattolici che simpatizzano con “il Timone” è nato per mettere in contatto tra di loro quei Centri Culturali Cattolici – e sono tanti – che vogliono operare efficacemente, attraverso un’opera di promozione e diffusione della cultura cattolica, per la nuova evangelizzazione della nostra bella Italia.
I Centri Culturali che vogliono aderire a questo “Coordinamento” si assumono un duplice impegno:
1) promuovere annualmente, nella città dove hanno sede, almeno un evento culturale (conferenza, convegno, mostra, cineforum, etc) di carattere apologetico, in collaborazione con “il Timone”;
2) sottoscrivere ogni anno almeno 10 abbonamenti al nostro mensile.
Da parte sua, anche “il Timone” si assume un duplice impegno:
1) organizzare annualmente una “Giornata di formazione”, di carattere apologetico, aperta ai membri dei Centri Culturali aderenti al “Coordinamento”;
2) avvertire gli abbonati del Timone che vivono nelle rispettive province ove operano i Centri Culturali affinché intervengano alle iniziative suddette promosse da questi ultimi. Si potrà così stabilire una amicizia solidale tra i nostri abbonati e i vari Centri Culturali.
Inoltre, su ogni numero del Timone apparirà l’elenco aggiornato dei Centri Culturali che hanno aderito all’iniziativa. Rispetto a quello pubblicato in gennaio, questo mese registriamo due nuovi arrivi, da Roma e dalla provincia di Verona. Ma abbiamo ricevuto richieste da varie località italiane. Aspettiamoci dunque novità positive nei prossimi mesi.
Questo è solo l’inizio di un progetto apostolico. Lo affidiamo a Dio, a Maria Vergine e alla vostra preghiera. Se dovesse portare frutto, si creerà una crepa nel monopolio culturale anticristiano oggi imperante in Italia. Una crepa che dovremo allargare sempre più, allo scopo di farvi emergere tutto “lo splendore della verità”.
HANNO FINORA ADERITO ALL’INIZIATIVA
Centro Culturale “Amici del Timone” – Viareggio
(Federico Bonuccelli – celI. 348.8602938 – emai!: federico.bon@tiscalinetit)
Centro Culturale “Il Faro” – Modena.
(Stefano Chiapponi – celI. 329.3540264 – emai!: stefano.chiapponi@aliceposta.it)
Centro Culturale “Duc in altum” – Borsano (VA)
(Sara Barbieri – cell. 339.4627503 – email: joyous@libero.it)
Centro Culturale “Amici del Timone” – Padova
(Luciano Carrara – teI. 049/623189)
“Scuola di cultura cattolica” – Bassano del Grappa (VI)
(Franco Mariotto – celI. 335/8312692 – e-mail: info@scuoladiculturacattolica.org)
“Totus tuus” – Bologna
(Agostino Renzi – celI. 347/4458163 – e-mail: info@totustuus.it)
Centro Culturale “Fides et Ratio” – Roma
(Per la zona di Roma: Sara Deodati – celI. 347/5345514 – e-mail: sara.deodati@poste.it)
(Per la zona di Frascati: Carla Brunetti – celI. 338/6744659 – e-mail: carlabrunetti@tiscali.it)
Centro Culturale “San Francesco” – Mozzecane (VR)
(Simona Bulgarelli – celI. 338/1208750 – e-mail: trimpi@libero.it)
Chiunque desideri conoscere i termini per aderire all’iniziativa può contattare: Gianpaolo Barra: tel. 0331/680591 – mail: gianpaolo@iltimone.191.it Mario Palmaro: cell. 347.4215652 – mail: mario.palmaro@aliceposta.it
SCADENZA ABBONAMENTO
Invitiamo ogni abbonato del Timone a prendere visione della scadenza del proprio abbonamento, prestando attenzione all’avviso che si trova sul modulo di conto corrente postale allegato alla spedizione. Per sua comodità, e tenendo conto del tempo necessario alle Poste per comunicarci i rinnovi, noi invieremo anche il numero del Timone successivo alla scadenza. Per esempio: chi ha sottoscritto un abbonamento che scade con l’invio di questo numero (n. 40), riceverà anche il numero successivo (n. 41). Ma se entro questo lasso di tempo non riceviamo il versamento di rinnovo, il suo nominativo verrà purtroppo depennato. Siamo grati a tutti coloro che, rinnovando per tempo l’abbonamento, mostreranno con ciò di apprezzare il nostro apostolato a mezzo stampa. Ricordiamo a tutti gli abbonati, vecchi e nuovi, che ogni settimana un sacerdote celebra due Sante Messe per loro: è il nostro modo per ringraziare.
IL TIMONE – N. 40 – ANNO VII – Febbraio 2005 pag. 4-5