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12.12.2024

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L’inafferrabile signor Jordan
31 Gennaio 2014

L’inafferrabile signor Jordan

 

Regia di Alexander Hall.

con Robert Montgomery, Claude Rains, Edward Everett Horton.

 

1941 – 93 minuti – B/N

 

Importante è ciò che siamo

La pratica del “remake”, cioè il rifacimento di un film mantenendo lo stesso soggetto, è molto diffusa. Non si può a priori dire se sia sempre migliore la pellicola originale o la sua copia: ci sono talmente tanti casi che per ogni singolo risultato finale ci sarebbero moltissimi argomenti da affrontare. Una cosa abbastanza certa si può dire: un remake viene fatto perché l’idea di partenza, evidentemente, piace e si pensa possa interessare ancora.
Un eccellente caso di film che ha avuto un suo buon rifacimento è “L’inafferrabile signor Jordan” che, seppure ormai con una settantina di primavere sulle spalle, dimostra intatta la sua freschezza. È vero che quando c’è un soggetto che parla di paradiso, angeli, miracoli vari e il tutto è costruito perfettamente, si parte già subito con una curiosità che va sempre oltre il cosiddetto normale interesse. Ne “L’inafferrabile signor Jordan” la storia è basata su di un pugile che creduto, a torto, morto viene portato precipitosamente in paradiso da un solerte angelo. Appurato l’errore, si tenta in tutti i modi di porvi rimedio, cercando un corpo idoneo per il mal capitato presunto defunto. Prima di trovare la sistemazione definitiva si troverà anche il tempo di sistemare un paio di faccende “piuttosto importanti…”.
A scanso di equivoci, ancor prima che possiate pensare che sia solo la solita commedia buonista, potrà interessare sapere che questo film è stato candidato a sette premi Oscar, vincendone due (anche il suo rifacimento è stato premiato!). Il tutto è un perfetto meccanismo basato su di una sceneggiatura a dir poco straordinaria, che riesce sempre a non perdersi in toni stucchevoli. E comunque è innegabile che il messaggio che passa, e cioè che possiamo cambiare molte volte il nostro aspetto esteriore ma il vero patrimonio che abbiamo è quello che siamo interiormente, non è solo di attualità, è ancor di più e ancor prima qualche cosa di universale. Da vedere perché sorprenderà!

 

 

 

IL TIMONE  N. 105 – ANNO XIII – Luglio/Agosto 2011 – pag. 63

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