La sua straordinaria capacità di comunicare, la sua abnegazione fuori dal comune, come altre caratteristiche del suo pontificato passeranno e verranno dimenticate dai più, come capita di ogni cosa. Rimarrà invece il suo Magistero, che accompagnerà la storia della Chiesa fino al ritorno del Signore Gesù Cristo. Nel XXV anniversario del suo pontificato, mi permetto di raccomandarne la lettura, e la rilettura per chi già lo conoscesse.
Sono ancora poco conosciuti e studiati i suoi documenti, le 14 encicliche, le 13 esortazioni apostoliche, le 11 costituzioni apostoliche e le 42 lettere apostoliche. Eppure costituiscono il patrimonio più duraturo di questo Papa. Se avremo la pazienza e sapremo sopportare la fatica di studiarlo il più profondamente possibile, il suo insegnamento ci nutrirà e ci aiuterà a percorrere meglio la strada della” nuova evangelizzazione”.
Per ricordare il XXV anniversario dell’inizio del pontificato (16 ottobre 1978), ecco i suoi principali documenti, le 14 encicliche:
. Redemptor hominis, 4 marzo 1979. È l’enciclica programmatica, nella quale sembra voler condurre la Chiesa fuori dalle difficoltà del post-Concilio Vaticano Il, verso quella “nuova evangelizzazione” che diventerà il tratto caratteristico del pontificato.
. Dives in misericordia, 30 novembre 1980. Riguarda la misericordia divina, sulla base dell’insegnamento di santa Faustina Kowalska, la suora polacca che negli anni 1930 ricevette il compito da Dio di trasmettere all’umanità del XX secolo il messaggio della fiducia nella misericordia di Dio, come mezzo per uscire dal peccato e dalla disperazione, valido ancora e forse soprattutto oggi.
. Laborem exercens, 14 settembre 1981. È l’enciclica sul lavoro umano con la quale il Santo Padre rilancia la dottrina sociale della Chiesa come “parte integrante della fede cattolica”, secondo le parole del beato Giovanni XXIII.
. Slavorum Apostoli, 2 giugno 1985.
Ricorda l’opera evangelizzatrice nei confronti dei popoli slavi dei santi Cirillo e Metodio, voluti dal Santo Padre come co-patroni dell’Europa.
. Dominum et vivificantem, 18 maggio 1986. Ricorda l’azione dello Spirito Santo nella vita della Chiesa e del mondo e l’importanza della data del Grande Giubileo del Duemila.
. Redemptoris mater, 25 marzo 1987. Celebra la straordinaria presenza di Maria nella vita della Chiesa e istituisce l’Anno Mariano a partire dalla Pentecoste del 1987
. Sollicitudo rei socialis, 30 dicembre 1987. Nel XX anniversario dell’enciclica di Paolo VI Populorum progressio, ricorda l’autentica nozione di sviluppo secondo la dottrina sociale della Chiesa.
. Redemptoris missio, 7 dicembre 1990. Sulla caratteristica missionaria della Chiesa e di ogni battezzato, perché “Noi non possiamo tacere” (At 4,20).
. Centesimus annus, 1 maggio 1991. Nel centenario dell’enciclica di Leone XIII Rerum novarum, dopo il 1989, la dottrina sociale per la ricostruzione delle nazioni.
. Veritatis splendor, 6 agosto 1993. Ai vescovi, per ricordare i “fondamentali” della morale naturale e cristiana.
. Evangelium vitae, 25 marzo 1995. Per ricordare il valore e l’inviolabilità della vita umana a un mondo “distratto” dal relativismo.
. Ut unum sint, 25 maggio 1995. Per fondare e rilanciare l’impegno ecumenico della Chiesa cattolica.
. Fides et ratio, 14 settembre 1998. Per indicare i corretti rapporti tra la fede e la ragione.
. Ecclesia de Eucharistia, 17 aprile 2003. Nell’Anno del Rosario, un’enciclica sul mistero fondamentale della fede cattolica.
IL TIMONE N. 28 – ANNO V – Novembre/Dicembre 2003 – pag. 10