J.S. Bach
La Passione di San Matteo
Direttore: Tom Koopman
Con Jörg Dürmüller, Ekkehard Abele, Cornelia Samuelis, Bogna Bartosz, Paul
Agnew, Klaus Mertens.
The Amsterdam Baroque Orchestra
Il tempo di Quaresima mi porta a segnalare qualche cosa di diverso dal solito, ma estremamente pertinente al periodo che stiamo vivendo. Non deve quindi stupire se
parleremo della "MatthiiusPassion" di Johann Sebastian Bach. Lo spazio a disposizione è troppo poco per poter descrivere a dovere uno dei massimi capolavori della musica. Nulla era stato scritto prima da poter paragonare alla Passione secondo Matteo, e nulla di tale imponenza verrà scritto dopo (questa mia affermazione è certamente criticabile visto che lo stesso Bach comporrà poi altri enormi capolavori). Bach riesce perfettamente nel duplice obiettivo di comporre un'opera "strutturalmente" complessa ma che, al tempo stesso, è di meraviglioso ascolto. La chiave di tutto ciò, forse, la si può ricercare nel pensiero del grande compositore che abbina il sacro al bello – vale anche il viceversa, il bello al sacro – tanto da far pensare che anche tutte le sue opere cosiddette profane abbiano in realtà un fondo spirituale (non dimentichiamo che Bach alla fine di ogni sua opera poneva la sigla SDG: Soli Deo Gloria).
Così, lo spettatore che partecipa alla scena come ammutolito ascoltatore rimane attonito dalla ricerca che Bach compie nel costruire l'opera: ogni nota non solo è piacevole da ascoltare, ma ha anche un significato ben preciso nella scrittura della partitura (lo si può notare maggiormente con le scale ascendenti o discendenti a seconda che si parli di Dio o degl'inferi).
Tra le innumerevoli pagine di straordinaria bellezza e profondità, cito solo l'Erbarme dich (Aria 39) dove un contrito Pietro chiede perdono a Gesù che è stato appena tradito. E tutti noi che ci sentiamo un po' Pietro viviamo "in diretta" il dolce perdono che ci viene dato. E non si può rimanere che "tristemente affascinati" dal Recitativo che precede il Coro finale, quando le quattro voci solistiche augurano la buona notte a Gesù, sottintendendo un risveglio da li a pochi giorni. La Matthaus-Passion è un corpus perfetto e imponente che merita d'essere ascoltata non solo per la bellezza in sé ma anche per la poderosa dose di spiritualità che ci trasmette.
A questo proposito l'esecuzione in DVD che segnaliamo ha un grande pregio: oltre a
essere un'ottima esecuzione, ha il vantaggio d'avere i sottotitoli in italiano che permettono un ascolto ancora più "vissuto".
Sono troppe le motivazioni che mi portano a consigliare l'ascolto della Matthaus-Passion: innanzi tutto è una crescita del bagaglio culturale. Banale da dire ma estremamente vero quando la si ascolta, è un'opera bellissima. Ma forse c'è un motivo che più di tutti è da considerare e ci riporta a quel Soli Deo Gloria che Bach metteva sempre: nell'ascoltare la Passione sentiamo e "vediamo" quello in cui crediamo e a questo, la nostra anima, non rimane indifferente.
IL TIMONE – N.61 – ANNO IX – Marzo 2007 pag. 63