Dibattiti, tavole rotonde, conferenze, cinema, teatro, stand, mostre, sport, musica, ma soprattutto incontri tra persone. Si tiene a Rimini (dal 19 al 25 agosto) l’annuale Meeting organizzato da Comunione e Liberazione.
La più grande manifestazione culturale cattolica d’Europa e forse del mondo. Spieghiamo che cos’è.
Quale immagine potrebbe racchiudere nei confini di una definizione simbolica l’evento del Meeting?
Forse quella di un popolo disperso che torna a casa per rinnovare un incontro: Quale gioia, quando mi dissero:/ “Andremo alla casa del Signore”./ E ora i nostri piedi si fermano/ alle tue porte, Gerusalemme!
Questa esclamazione del re Davide nel salmo 122 potrebbe essere posta come effige sulla porta della Fiera di Rimini, che anche quest’anno, dal 19 al 25 agosto, ospita nei suoi padiglioni le manifestazioni del notissimo convegno, frutto dell’iniziativa di persone e gruppi che vivono l’esperienza cristiana attraverso “Comunione e Liberazione”.
Proprio al nome di questo movimento ecclesiastico ci si può rifare per capire il senso del Meeting: nel pensiero di don Giussani, il fondatore di CL, la liberazione – dal male, dal mondo inteso in senso giovanneo – può scaturire più facilmente dalla comunione, cioè dal sostenersi l’uno l’altro stando insieme: immagine che richiama alla memoria sia le comunità dei primi cristiani, che “erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere” (At 2,42), sia quella bellissima frase della Scrittura frater qui adiuvatur a fratre quasi civitas firma: il fratello sostenuto dal fratello si regge come una città fortificata.
Ecco, il popolo di CL, disperso come seme gettato per i campi del mondo, una volta all’anno torna a radunarsi tra le mura di una Gerusalemme moderna non solo per ritrovarsi in una rinnovata comunione, ma anche, e forse soprattutto, per offrire a tutti gli spunti, gli stimoli, le provocazioni per una continua ed efficace liberazione.
In questi vent’anni il Meeting ha di volta in volta privilegiato le provocazioni o gli stimoli, ma sempre con lo scopo di far risuonare ancora una volta l’evento della venuta di Cristo in terra e il suo messaggio di salvezza.
Sono diventati proverbiali, almeno nella loro forma, i titoli, articolati tra tesi, antitesi e sintesi, spesso espresse sotto forma di personaggi, che hanno scandito le edizioni della seconda metà degli anni Ottanta: Socrate, Sherlock Holmes, Don Giovanni come La bestia, Parsifal & Superman rappresentavano fin dal titolo i rischi di una ricerca centrata sul piacere, sensuale o intellettuale o ancora derivante dall’uso orgoglioso del potere, piuttosto che sul senso pieno della vita.
Spesso gli interventi hanno sollevato polemiche, inevitabili quando la verità cerca dei farsi strada tra la polvere sollevata dalla menzogna, attirando sul Meeting e sui relatori le peggiori accuse e calunnie.
Infatti, come sempre accade quando si cerca di imbrigliare il mistero non solo senza comprenderlo, ma applicando ad esso categorie sbagliate, i mass media hanno spesso travisato il senso di questa manifestazione, confondendola con un congresso politico o con una convention di business. Ed applicando ad essa il titolo del Meeting del 1999, incapaci di stupirsi del mistero e provando paura di fronte all’ignoto, hanno finito per difendersi attaccandolo.
Il Meeting e il suo popolo di queste polemiche non se ne curano: se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia (Salmo 27).
Detto questo, che cos’è il Meeting in pratica? “Il meeting è uno sguardo sulla realtà. Anzi, è un incontro con il mondo reale. Un incontro fisico, concreto: incontri persone (amici o personalità), incontri le mostre, incontri cose che non sapevi. Incontri quindi la verità, che ti aiuta a capire perché il mondo reale è quello che è e perché tu sei quello che sei. L’impressione che ti resta è la stessa di quando incontri qualcuno che ti affascina: sei interessato, appassionato, curioso”, spiega Alberto Scotti, copywriter milanese, uno dei 600 mila che in media affollano ogni anno Rimini.
“È una incarnazione intelligente di alcune dimensioni basilari di una presenza cristiana e di un popolo che tenti di esserci nella storia: intendo cultura e missione, senza irenismi, senza proselitismi, ma con certezza e capacità assoluta – come credo nessun altra manifestazione paragonabile in Italia (e a detta di molti osservatori stranieri forse nel mondo) – di dialogo e confronto, a riprova che certezza, identità e apertura totale vanno a braccetto. Se dovessi sintetizzare ulteriormente, direi che il Meeting è cattolico. Apertura alla totalità. Spiega cosa è cattolicesimo. Spiega cosa significa l’invito di San Paolo omnia probate, quod bonum tenete: esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono” aggiunge Gianni Varani, bolognese, consigliere regionale.
Come si realizza questo sguardo sulla realtà? Che cosa è possibile vagliare nella settimana riminese? Nella pratica il Meeting è un susseguirsi di occasioni di incontro e studio: tavole rotonde, convegni, testimonianze, presentazioni di libri che offrono l’occasione per affrontare tematiche scottanti, dibattiti, mostre e spettacoli.
Alla radice di tutto, sta la visione cristiana del mondo per spiegare come ogni singolo avvenimento faccia parte di un progetto, di un piano divino per guidare l’umanità, meglio: ciascuna persona, sulla strada del ritorno alla Casa del Padre.
Il Meeting 2001, dal significativo titolo Tutta la vita chiede l’eternità, intende sottolineare il valore eterno dell’attimo fuggente: la ricerca, con cuore inquieto, di un “alcunché di stabile su cui posare e riposare i piedi”, si può dire con il commento che Indro Montanelli scrisse a proposito della GMG di Tor Vergata dello scorso agosto.
Il Meeting dall’origine ad oggi
1980 La pace e i diritti dell’uomo.
1981 L’Europa dei popoli e delle culture.
1982 Le risorse dell’uomo.
1983 Uomini, scimmie, robot.
1984 America, americhe 1984: l’impossibile tolleranza?
1985 La bestia, Parsifal & Superman.
1986 Tamburi, bit, messaggi.
1987 Creazione, arte, economia.
1988 Cercatori di infinito, creatori di storia.
1989 Socrate, Sherlock Holmes, Don Giovanni.
1990 L’ammiratore, Einstein, Thomas Becket.
1991 Antigone ritornata e il vecchio immigrato, tra gente di palazzo e nuovi distintivi.
1992 II giallo, il nero, l’indio e il latino in cerca di Americhe.
1993 Accade qualche cosa da Oriente.
1994 E il popolo esiliato continuò il suo cammino.
1995 Mille anni sono come un turno di guardia nella notte.
1996 Sì levò un vento impetuoso da Est e sicuri della loro guida navigarono sino ai confini della terra.
1997 Lo Starets rispose: “davvero tutto è buono e splendido perché tutto è verità”.
1998 La vita non è sogno.
1999 L’ignoto genera paura, il Mistero genera stupore.
2000 2000 anni, un ideale senza fine. Tutta la vita chiede l’eternità.
IL TIMONE N. 14 – ANNO III – Luglio/Agosto 2001 – pag. 12-13