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13.12.2024

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Miracoli. Quelle 225 ostie incorrotte
9 Gennaio 2015

Miracoli. Quelle 225 ostie incorrotte

QUELLE 225 OSTIE INCORROTTE

Il miracolo eucaristico di Siena “continua”.
Perfettamente integre a distanza di secoli. L’ha accertato una commissione istituita ad hoc.
Altro che creduloneria: è la scienza a confermare il prodigio

«Le Ostie, visibilmente in ottimo stato di conservazione, sono state poi sottoposte, in tre campioni, alle seguenti analisi: ispezione della superficie delle Ostie con microscopio digitale portatile, rilevazione della presenza del nucleotide ATP (adenosine-trifosfato) mediante misura con bioluminometro, test colturale, fotogrammetria a distanza ravvicinata per la ricostruzione del modello 3D delle Ostie a fini documentativi […]. Dai risultati degli esami eseguiti emerge la conferma di quanto anticipato dall’esame visivo, ovvero il buono stato di conservazione delle Ostie e la totale assenza di contaminazione. Il test colturale non ha messo in evidenza nessuna crescita microbica né dopo 7 giorni dal campionamento, né dopo 14».
Questa la parte centrale del comunicato stampa diffuso in data 24 ottobre 2014 dall’arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa- Montalcino, in riferimento alla ricognizione effettuata il precedente 10 settembre con analisi non invasive di alcuni campioni scelti tra le particole «che prodigiosamente si conservano dal 1730 nella Basilica di S. Francesco in Siena». Aldilà del linguaggio da specialisti, il significato è chiaro: il miracolo eucaristico di Siena, tra i più celebri al mondo, «continua».
Peccato che la notizia, di per sé clamorosa in tempi di freddo razionalismo e rifiuto del soprannaturale, sia passata quasi sotto silenzio: oltre alla stampa locale, solo un commento di Antonio Socci (peraltro precedente al comunicato della Curia), un trafiletto su Avvenire e poco altro.
Nessuna ripresa nei Tg, nessun dibattito nei salotti televisivi, di solito attenti a questi fenomeni. I miracoli imbarazzano.

Solo lo stupore coglie il Mistero

«Nella natura e nella storia non avvengono miracoli», affermava con sicurezza Lenin, nella prima delle sue Lettere da lontano, scritta nel marzo 1917, alla vigilia della partenza dalla Svizzera per mettersi alla testa della rivoluzione bolscevica.
Il suo proclamato materialismo storico gli impediva di accettare la possibilità di eventi che travalicano le leggi naturali. Pochi decenni prima il filosofo francese Émile Littré, inesorabile positivista, con una punta di sarcasmo sosteneva che «per quante ricerche si siano fatte, mai un miracolo si è prodotto là dove poteva essere osservato e constatato». Oggi questi due signori sono smentiti dai fatti. Non solo i miracoli avvengono e continuano ad avvenire, ma sono accertati dalla scienza (si pensi al rigore con cui si procede per proclamare santi e beati) e si producono proprio laddove possono essere studiati e verificati (vedi l’esempio clamoroso e sotto gli occhi di tutti di Lourdes, dove esiste un apposite Bureau medical atto a verificarne l’autenticità). Sono il prevalere dell’ideologia e dello scetticismo, così diffusi purtroppo anche tra i cattolici, che impediscono il dispiegarsi dello stupore, unico atteggiamento umano che può cogliere il Mistero, e quindi il miracolo. Per il teologo italiano naturalizzato tedesco Romano Guardini, preoccupato di porre Cristo al centro della vita moderna, «il miracolo non elimina affatto la legge naturale, ma indica soltanto che essa viene presa a servizio, in quel momento, da una potenza superiore, del tutto reale e carica di senso».

Ignoti ladri sacrileghi
All’interno della vasta categoria dei “miracoli”, che si apre con i prodigi operati dallo stesso Gesù durante la sua vita terrena (dalla trasformazione dell’acqua in vino a Cana fino alla resurrezione di Lazzaro), ci sono i cosiddetti miracoli eucaristici. Essi richiamano l’attenzione dei fedeli sul fatto che le specie eucaristiche (pane e vino) diventano realmente Corpo e Sangue di Cristo, che si fa così presente fra noi: è il mistero centrale della fede cattolica. Tra i tanti miracoli eucaristici accertati spicca quello celebre di Siena, che risale al 1730:
il 14 agosto di quell’anno, alla vigilia della solennità dell’Assunzione di Maria, un rilevante numero di ostie consacrate (più di trecento) vennero rubate da ignoti ladri sacrileghi, che asportarono dalla basilica di San Francesco la pisside d’argento che le conteneva. Le particole furono ritrovate tre giorni dopo, il 17 agosto, in una cassetta per le elemosine della chiesa di Santa Maria di Provenzano, abbandonate dagli autori del furto, e il giorno dopo riportate con una processione solenne in San Francesco: qui si conservano ancor oggi, integre come al momento del ritrovamento. Il miracolo eucaristico di Siena si può perciò considerare permanente, unico esempio al mondo. Sono rimaste 225 ostie delle 351 originali, più alcuni frammenti. Le particole mancanti sono state in parte utilizzate nel corso delle analisi e degli accertamenti che si sono succeduti, per analisi chimiche ed esami vari, finalizzati anche a valutarne la commestibilità e il gusto.

«Da annotare negli annali della scienza»
Per verificare la permanenza del fatto prodigioso, cioè per assicurarsi che le ostie conservassero le loro caratteristiche senza deteriorarsi, sono state effettuate nel tempo numerose ricognizioni, tra il 1780 e il 1914. «Abbiamo riconosciuto come una specie di vero prodigio che [le particole, ndr] si siano conservate incorrotte senza veruna alterazione per il tratto lunghissimo di cinquant’anni», conclude il suo rapporto padre Giovanni Carlo Vipera, ministro generale dei Frati Minori, nella prima delle due ricognizioni effettuate alla fine del XVIII secolo.
Particolarmente accurata e svolta con strumenti più sofisticati che nel passato, la ricognizione compiuta su impulso di san Pio X il 14 giugno 1914. La relazione conclusiva documenta che le ostie «erano di apparenza ben conservate e senza alcun segno di alterazione o ammuffimento, né guaste per alterazione di tarli o di altri parassiti, propri dei prodotti farinacei». Nella stessa relazione un docente dell’Università di Siena, il professor Siro Grimaldi, riconosce di trovarsi di fronte a «un fenomeno singolare, palpitante di attualità, che inverte le leggi naturali della conservazione della materia organica. È un fatto unico da annotare negli annali della scienza».

Segni che rafforzano la fede

Proprio in occasione del centenario di quella famosa ricognizione del 1914, che a suo tempo destò notevole interesse, l’attuale arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa- Montalcino, monsignor Antonio Buoncristiani, dopo essersi consultato con il clero diocesano e autorizzato dalla Congregazione per la dottrina della fede, ha disposto a settembre del 2014 un nuovo esame, eseguito da un gruppo di ricercatori di Firenze, esperti della materia e coordinati dal Cnr. Quest’ultima ricognizione, pur non particolarmente analitica e sofisticata, ha comunque riscontrato – come abbiamo visto – che le ostie rimangono prodigiosamente incorrotte. Non c’è spiegazione scientifica che possa giustificare il fenomeno: è un miracolo. Che fa dire all’arcivescovo che si tratta di «un segno evidente che rafforza la fede del Popolo di Dio nell’Eucaristia, culmine e fonte di tutta la vita della Chiesa, sacramento di unità e vincolo di carità fra i cristiani». Nell’anno pastorale della diocesi senese, dedicato proprio all’Eucaristia, le ostie miracolose saranno esposte nelle chiese: tutti i fedeli che «devotamente sosteranno in preghiera di adorazione dinanzi alle SS. Particole » otterranno fino al 4 ottobre 2015 l’indulgenza plenaria.
Oggi la cosiddetta “teologia dei miracoli” è fortemente contestata, nel migliore dei casi ignorata da molti fedeli e gruppi ecclesiali, soprattutto nel Nord Europa. Non riconoscono l’esistenza dei miracoli gli ambienti modernisti e secolarizzanti, che non li considerano fatti realmente accaduti, ma semplici simboli, creati dalla coscienza religiosa, come sublimazione degli oggetti di culto. Per quanto riguarda in particolare i miracoli attribuiti nei Vangeli a Gesù, per costoro si tratterebbe soltanto di semplici narrazioni allegoriche, tese a dimostrare
verità spirituali più complesse. Ma la realtà è più forte di queste costruzioni mentali. E i miracoli parlano da soli. â–

Ricorda
«Questo intervento diretto di Dio, è il miracolo (…) miracolo nel senso stretto della parola, compiuto e mantenuto tale miracolosamente per secoli, a testimoniare la realtà permanente di Cristo nel Sacramento Eucaristico. In questi tempi, tanto difficili per la cristianità e per la Chiesa, in cui riaffiorano dottrine false che vorrebbero inclinare la nostra fede, la città di Siena alza il suo segno e mostra al mondo il suo miracolo».
(Enrico Medi, 1911-1974, scienziato).

 
Il Timone – Gennaio 2015

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