La Corte costituzionale giudica Dio
“Porco diavolo!”. Anche un’esclamazione simile potrebbe essere presto considerata un reato grave quanto la bestemmia. Decidendo sulle ingiurie rivolte dal musulmano Adel Smith contro Papa Giovanni Paolo II e il cardinale Giacomo Biffi, venerdì 29 aprile, la Corte costituzionale ha deciso infatti che non è legittimo applicare pene più severe per le offese contro la religione cattolica che verso altri “culti ammessi”. E così la Consulta ha dichiarato illegittimo l’articolo 403 del codice penale «nella parte in cui prevede, per le offese alla religione cattolica mediante il vilipendio di chi la professa o di un ministro del culto, la pena della reclusione fino a 2 anni e da 1 a 3 anni, anziché la pena diminuita», come stabilisce l’articolo 406 che riguarda le offese contro gli altri culti.
Dunque, per assurdo, basterebbe soltanto ammettere il culto a Lucifero e subito dovrebbero scomparire gli esorcismi. La questione si fa più seria perché a stilare la sentenza è un giudice che si dice cattolico, Guido Neppi Modona. Ma quando mette la toga sembra convinto di dover trattare la maggioranza degli italiani come una minoranza.
Del resto, a dare l’esempio era stata l’Italia unita, chiudendo monasteri e sequestrando conventi, per formare una classe dirigente massonica alternativa a quella cattolica.
Ora invece, un organo dello Stato stabilisce l’equivalenza valoriale delle religioni. Peggio, come traballante base giuridica, la Consulta utilizza un dogma relativista: Dio, Allah, Krishna e Buddha sono uguali. Quindi, il vilipendio a ciò che è sacro per il
95 per cento degli italiani varrebbe tanto quanto l’offesa al sentimento religioso dei fedeli dei “culti ammessi”. Anche se l’eco provocata non è paragonabile.
Gesù Cristo espulso dal calendario
Alcuni accademici americani hanno lanciato una campagna per abolire il calendario cristiano. Vorrebbero che il conteggio degli anni fosse denominato “neutralmente” a partire da «prima dell’era comune» (P.E.C.) e dopo l’«era comune» (E.C.), sostituendo così le dizioni «avanti Cristo» (a. C.) e «dopo Cristo» (d. C.). Così secondo Steven M. Brown, decano del William Davidson Graduate School, istituto del Seminario Teologico ebraico di New York, si rispetterebbe anche il sentimento religioso dei non cristiani. Il tentativo è riuscito almeno nelle scuole pubbliche di New York, dove gli studenti stanno imparando a utilizzare la nuova terminologia nei libri di testo, anche se «non fa parte del curriculum ufficiale del nostro Stato», ha spiegato Jonathan Burman, del Dipartimento dell’Istruzione locale.
Adorazione perpetua
365 giorni all’anno, ventiquattro ore al giorno davanti al SS Sacramento esposto, con turni di un’ora alla settimana per chi volesse partecipare. Questo è il dono offerto alla Chiesa universale dai fedeli di una parrocchia di Mestre dedicata a santa Maria Goretti, di circa cinquemila abitanti, guidata dal parroco don Narciso Danieli. «Non cessi mai la nostra adorazione» aveva scritto Papa Giovanni Paolo II. Qualcuno l’ha preso sul serio. (Fausto Sforza)
“Le Crociate” contro la storia
Si è innescata subito la polemica su “Le Crociate”, il film di Ridley Scott considerato dagli esperti di storia una distorsione dei fatti.
Il professor Jonathan Riley-Smith, autore di Una breve storia delle Crociate, ha giudicato la pellicola «spazzatura», segnalando che «non è per nulla precisa dal punto di vista storico». Infatti, vi si «mostrano i musulmani come sofisticati e civilizzati, mentre i crociati sono un branco di bruti e di barbari. Nulla di più lontano dalla realtà». Anche il professor Jonathan Philips, autore di La quarta crociata e il saccheggio di Constantinopoli, ha criticato la rappresentazione che il film fa dei cavalieri templari come «villani», un’interpretazione che secondo lui «può essere sostenuta soltanto dalla prospettiva islamica» che non tiene conto di come i templari giurarono di difendere la Terra Santa e per questo molti di loro furono assassinati. Nel dibattito è intervenuto anche l’arcivescovo di Denver (Colorado), mons. Charles Chaput, indicando che produzioni cinematografiche come “Le Crociate” sfidano i cristiani a recuperare la loro memoria, la loro identità e la loro storia perdute nella cultura statunitense ed europea. E il prelato ha anche criticato giornali come il “New York Times” che mostrano i musulmani «che coesistevano pacíficamente fino a che i ‘cristiani estremisti’ non hanno rovinato tutto». Perciò mons. Chaput suggerisce che «come cristiani dobbiamo pentirci dei nostri peccati e dare conto che, in alcune occasioni, anche i cristiani del passato hanno commesso peccati terribili. Dobbiamo invitare, con il nostro esempio e con il nostro impegno a proclamare la verità, gli altri che hanno peccato contro i cristiani nel corso dei secoli – a volte in modo terribile – a pentirsi altrettanto». «Sfortunatamente, durante gli ultimi decenni la confessione dei peccati è stata spesso un monologo dei cristiani. Questo non è giusto. Non è onesto. E alla fine non serve alla carità perché la carità è sempre legata alla verità», ha concluso l’arcivescovo.
Le multinazionali abortiste contro Benedetto XVI
L’International Planed Parenthood Federation, la maggiore tra le organizzazioni abortiste e antinataliste del mondo, chiede a tutti i suoi aderenti e simpatizzanti di inviare cartoline a Papa Benedetto XVI affinché riconsideri i suoi «punti di vista retrogradi» e modifichi le sue idee sulla morale sessuale. Nel messaggio, come ha annunciato la direttrice della campagna, Eve Fox, si suggerisce di sollecitare il Santo Padre sulle questioni della pianificazione familiare, dell’aborto e della sessualità, «per far sì che la Chiesa cattolica entri nel secolo XXI». «La posizione del nuovo Papa su questi argomenti fondamentali minaccia la salute di milioni di donne e di adolescenti in tutto il mondo e mina gli sforzi per prevenire il contagio da HIV», ha aggiunto la Fox. L’organizzazione – che utilizza fondi pubblici per propagandare la diminuzione delle nascite anche attraverso l’omicidio dei feti in gestazione – accusa la Chiesa di «avere una tremenda influenza presso molti governi, specialmente in America Latina» e di «svolgere un ruolo cruciale nello stabilire gli assetti legislativi nel mondo intero». Senza aver compreso la continuità del Magistero pontificio, la Fox ritiene che Papa Ratzinger sia «più conservatore di Giovanni Paolo II» perché «è contro ogni tipo de anticoncezionali e si oppone all’uso del preservativo come mezzo per prevenire l’Aids». Forse non ha mai letto i discorsi di Papa Woytjla.
IL TIMONE – N. 44 – ANNO VII – Giugno 2005 – pag. 6-7