Nel fuoco la sagoma del Papa?
La foto di un falò in cui sembra intravedersi la sagoma di Giovanni Paolo II ha attirato l’attenzione dei mezzi di comunicazione di tutto il mondo, facendo credere al miracolo. La foto è stata scattata a Beskid Zywiecki, villaggio polacco vicino alla città natale di Giovanni Paolo II, Wadowice, il 2 aprile scorso, mentre si celebrava una veglia per il secondo anniversario della morte del Papa.
L’immagine, secondo i testimoni, è stata ripresa alle 21.37 di quel giorno, l’ora esatta in cui è morto il Vescovo di Roma.
È stata diffusa da padre Jarek Cielecki – sul canale televisivo italiano “Vatican Service News” (VSN), del quale è Direttore. Il sacerdote ha dichiarato all’agenzia Zenit che non ci si aspettava un impatto di questa portata.
– «Non ho mai detto che si tratti di un miracolo, non parlo di cose sensazionali. Però un segno c’è, non si può dire che non si vede niente». E ha aggiunto: «La foto è stata analizzata scientificamente e si è dimostrato che non c’è nessun ritocco».(Zenit, 16 ottobre 2007) .
Valori cattolici
I vantaggi di un’educazione cattolica sono stati sufficienti a persuadere un ateo a voler fare una cospicua donazione. Secondo un articolo pubblicato il 23 maggio su Bloomberg.com, il finanziere in pensione Robert W. Wilson ha promesso di donare 22,5 milioni di dollari (15,8 milioni di euro) all’Arcidiocesi di New York per istituire un programma di borse di studio per gli studenti bisognosi della città che frequentano le scuole cattoliche.
«Diciamoci la verità, senza la Chiesa cattolica romana non ci sarebbe alcuna civiltà occidentale», ha affermato Wilson.
In una cantina vittime di Stalin
Durante la ristrutturazione di un palazzo appartenuto a una nobile famiglia dell’epocazarista, nella via Nikolskaya, strada che collega la Piazza Rossa con la sede dell’ex-Kgb in piazza Lubianka, sono stati scoperti i resti di 34 persone uccise con un colpo d’arma da fuoco alla testa, presumibilmente vittime delle purghe staliniane. I cadaveri sono riaffiorati, insieme ad una pistola arrugginita del 1903, dal pavimento di una cantina del palazzo, un edificio che risale alla metà dell’Ottocento, da poco entrato nella lista dei monumenti della capitale e destinato a far parte di un nuovo complesso per uffici. «I colpi sono stati esplosi a distanza ravvicinata. Le ferite e la posizione dei corpi suggeriscono l’ipotesi che gli operai hanno scoperto una stanza d’esecuzione. I corpi sono stati nella cantina per almeno 60 anni» riferisce Yevgeny Gildeyev, portavoce della polizia, accreditando come tesi più probabile che si tratti di vittime delle purghe staliniane degli Anni Trenta. Gildeyev non esclude la possibilità che altri resti umani possano presto venire alla luce da questa cantina degli orrori. (Corrispondenza Romana, 13 ottobre 2007) .
Australia, bene le scuole cattoliche, ma…
Il numero degli studenti australiani che frequentano scuole cattoliche è aumentato del 21,5% rispetto al 1996. Nell’arco dello stesso periodo le scuole pubbliche sono aumentate solo dell’1,2%. Ma restano le preoccupazioni sull’identità cattolica delle scuole. L’8 agosto, i vescovi del New South Wales e dell’Australian Capital Territory hanno reso noto una dichiarazione intitolata “Scuole cattoliche a un bivio”. In questo documento i presuli osservano che negli ultimi due decenni gli studenti appartenenti a famiglie cattoliche non praticanti sono aumentati notevolmente ed è aumentata l’iscrizione di non cattolici, passando dal 9% al 20%. I vescovi chiedono di mantenere l’identità religiosa dei loro istituti, raccomandando maggiore spazio alla preghiera e alla liturgia, oltre ad una buona educazione religiosa.
(Zenit, 17 ottobre 2007)
Scuole cattoliche, lo Stato risparmia
Sta una convinzione glaciale e marmorea in quasi tutta la gente comune circa il sovvenzionamento delle scuole privato-pubbliche libere (soprattutto cattoliche) da parte dello Stato, rispetto al sovvenzionamento delle scuole statali. Ed ecco la certezza diffusa e quasi generale: lo Stato aiuta le scuole libere, rimettendo ci i soldi raccolti dai cittadini attraverso le tasse. In questo modo sarebbe la Repubblica che sosterrebbe le iniziative ecclesiali o comunque di istruzione libera.
A questa convinzione bisogna sonoramente e lucidamente rispondere no. Le scuole libere, invece, sostengono le scuole statali. Se si vuole parlare di principio di sussidiarietà, non è lo Stato che sussidia la scuola libera, ma è proprio la scuola libera che sussidia la scuola statale. Affermazioni come queste enunciano dei principi che, ovviamente, vanno provati.
Ed ecco che ci troviamo tra mano una indagine pubblica da parte di un gruppo competente di genitori, elaborata su fonti Censis ed Ocse, proprio quest’ anno. Per far capire meglio la situazione, sembra preferibile partire dall’analisi dei diversi ordini di scuola. La sintesi mostrerà il volume di sovvenzioni che lo Stato emette per sostenere le proprie scuole e il volume di sovvenzioni che la scuola libera di fatto riversa nelle tasche dello Stato, per sostenere l’istruzione degli stessi ragazzi che potrebbero frequentare la scuola statale: la gran parte di questi ragazzi, oltretutto, sarebbero obbligati per legge ad adempiere al ciclo di istruzione stabilito dallo Stato, senza però essere sostenuti dallo Stato medesimo: lo stesso Stato civile che sbandiera a destra e a manca la gratuità della scuola di tutti i cittadini.
Quanto costa allo Stato un allievo che frequenta la “sua” scuola dell’infanzia (la scuola materna)? La cifra è di 6116 euro. E quanto spende lo Stato per un allievo della scuola libera dell’infanzia? Spende 584 euro.
Facendo una semplice differenza tra le due cifre, risulta che lo Stato per ogni alunno che frequenta la scuola libera dell’infanzia, cioè la scuola materna, risparmia 5532 euro.
Donde deriva questa differenza di costi? Deriva dal fatto che il sovvenzionamento della scuola libera dell’infanzia (la scuola materna libera) è sostenuto per lo più dalle famiglie e non dallo Stato.
Quanto costa allo Stato un allievo che frequenta la “sua” scuola primaria (cioè la scuola elementare)? La cifra è di 7366 euro. E quanto spende lo Stato per un allievo della scuola primaria libera (scuola elementare libera)? Spende 866 euro.
Anche in questo caso le famiglie integrano la spesa che lo Stato sostiene, permettendo a esso di risparmiare così ben 6500 euro per ogni alunno.
E per la scuola primaria di secondo grado (le medie inferiori, per intenderci) quanto spende lo Stato per ogni ragazzo che frequenta la “sua” scuola? La cifra è di 7688 euro.
E quanto spende lo Stato per un allievo della scuola secondaria di primo grado libera (le medie inferiori libere, per intenderci)? Spende 106 euro.
Questo significa che anche qui lo Stato risparmia per ogni alunno iscritto alla scuola media inferiore libera 7582 euro. Stessa considerazione può essere fatta per ogni ragazzo iscritto alla scuola secondaria di secondo grado (licei, istituti tecnici, ecc per intenderci): per ogni alunno che frequenta la “sua” scuola statale di secondo grado, lo Stato spende 8108 euro. Per un alunno che frequenta la scuola secondaria di secondo grado libera lo Stato spende 51 euro. Anche qui le famiglie si accollano la maggior parte della spesa. E quindi lo Stato risparmia 8057 euro per ogni alunno che frequenta la scuola libera.
In sintesi, si dovrà riconoscere che lo Stato risparmia la considerevole cifra di 3436 milioni di euro per i bimbi iscritti alla scuola materna libera; risparmia per le scuole elementari libere 1202 milioni di euro; per le scuole medie inferiori libere risparmia 496 milioni di euro; e infine per la scuola media secondaria libera, risparmia 1110 milioni di euro. In totale lo Stato, attraverso la sussidiarietà delle famiglie che mandano i figli alle scuole libere, risparmia 6245 milioni di euro.
Basterà la documentazione numerica a sfatare la conclusione che lo Stato aiuta la scuola libera, mentre è aiutato dalle sovvenzione delle famiglie che preferiscono un insegnamento libero a un insegnamento stabilito fin nei minimi particolari da leggi statuali? Lo Stato non guadagnerebbe se favorisse le scuole libere, come accade anche in tanti paesi africani?
È irragionevole e profondamente ingiusto che le famiglie paghino delle tasse senza averne nessun beneficio, anzi dovendo pagare un servizio che non ricevono. Cornuti e mazziati. E i cattolici – almeno i cattolici non del tutto adulti – quando si svegliano?
IL TIMONE – N. 67 – ANNO – Novembre 2007 pag. 8-9