ADOTTA UN MONASTERO
Cari abbonati, nei mesi scorsi abbiamo inviato a più di 1.500 monasteri e conventi sparsi in tutta Italia una copia del Timone, invitando religiosi e religiose a sottoscrivere un abbonamento.
Hanno risposto in tanti, ringraziandoci e manifestando grande apprezzamento per il nostro mensile. Molti però, a causa di precarie condizioni economiche, pur volendolo non sono in grado di abbonarsi.
Un vero peccato!
Così, ci è venuta in mente un’idea: perché non chiedere ai nostri generosi abbonati di “adottare un monastero”, regalandogli un abbonamento per un anno? Naturalmente, ai monaci, ai religiosi e alle religiose che riceveranno il Timone verrà chiesto in cambio di pregare quotidianamente per il loro “adottante”, creando un forte legame spirituale tra i nostri lettori e coloro che hanno offerto tutta la loro vita a Dio.
Lo abbiamo proposto ai monaci e alle suore e abbiamo ricevuto risposte entusiaste: ora stanno aspettando di essere adottati da voi.
Sul nostro sito
www.iltimone.org pubblicheremo l’elenco aggiornato dei monasteri adottati e le lettere che riceveremo a testimonianza dell’importanza di questa iniziativa.
Ora tocca a voi, cari amici del Timone.
Se volete “adottare un monastero”, assicurandovi così il sostegno di una preghiera quotidiana, contattate in redazione la nostra collaboratrice Karin Gasert Te!. 02/66825206 – mail:
karin@iItimone.org – fax: 02.60857091.
Aspettiamo fiduciosi.
PROGRESSI
L’anno 2006 è stato l’anno record dei divorzi in Italia. Lo scrive Francesco Agnoli su “Il Foglio” del 24 aprile scorso, fornendo dati drammatici: nel 1995 i divorzi nel bel Paese erano stati 27.083, nel 1998 se ne sono registrati 33.510, la cifra è poi salita nel 2002 a 40.051, nel 2005 avevano raggiunto quota 47.036 e nel 2006 si è arrivati a 61.153.
Se crescono i divorzi aumentano i “single”, cioè coloro che vivono da soli: 5 milioni e 977mila unità interpersonali, come li chiama con freddezza l’lstat nell’ultimo censimento, e questo numero è in crescita, con un incremento del 98,8% nel passaggio dagli anni Settanta agli anni Novanta del secolo appena concluso, per crescere inarrestabilmente fino ai nostri giorni. Tragica la situazione in altri Paesi: negli Stati Uniti un terzo dei minori vive con un solo genitore, mentre nell’Europa del Nord, in Gran Bretagna e in Germania è un quinto dei figli a non godere del papà o della mamma. Senza contare che tra coloro che hanno entrambi i genitori, sempre più spesso uno dei due è semplicemente “adottivo”, vale a dire non è il vero padre o la vera madre. Stando alle medesime statistiche citate da Agnoli, aumentano contemporaneamente i disagi psicologici e l’anoressia nei giovani, l’aborto delle minorenni, l’uso della pillola del giorno dopo, il turismo sessuale, la micro e la macro criminalità. Insomma, commenta il giornalista, «vivere come se Dio non esistesse non paga, neppure sulla Terra».
IL LIBANO PUÒ SCOMPARIRE?
Il Libano come isola di libertà nel Medio Oriente rischia di scomparire. Da qui la costante preoccupazione della Santa Sede, ancora espressa alla preghiera del Regina caeli di domenica 11 maggio 2008 da papa Benedetto XVI, che ha invitato il Paese dei cedri a rispondere «con coraggio alla sua vocazione di essere, per il Medio Oriente e per il mondo intero, segno della reale possibilità di pacifica e costruttiva convivenza tra gli uomini».
In Libano infatti convivono da secoli 17 comunità religiose diverse, cristiane e musulmane, con una equilibrata divisione dei ruoli istituzionali che ha garantito alle comunità un’autentica libertà religiosa e politica all’interno del Medio Oriente caratterizzato dalla presenza di regimi liberticidi o fondamentalisti. Ma oggi la libertà di cui ha goduto il Libano sembra minacciata in un modo più grave del passato e il Patriarca dei cristiani maroniti, la comunità cattolica che è anche la culla della nazione, Nasrallah Sfeir, ha denunciato la crisi di un Paese che non riesce a eleggere il proprio Presidente della Repubblica a causa delle divisioni politiche e delle interferenze straniere.
FOCUS
Chiesa maestra e madre (papa Benedetto XVI)
Ricevendo i Vescovi d’Ungheria in visita “ad limina Apostolorum”, il 13 maggio scorso, Benedetto XVI, dopo aver rilevato quanto il regime comunista ha pesantemente segnato il popolo magiaro, minando fiducia e speranza nel cuore di tante persone, ha chiesto alla Chiesa ungherese di operare come “maestra e madre.. per favorire la crescita della reciproca fiducia e la promozione della speranza. Come spesso avviene, oggi la Chiesa si ritrova quasi da sola a curare le ferite provocate dalle ideologie anticristiane che hanno dominato nei decenni appena passati.
Nuova apologetica (card. Angelo Bagnasco)
Intervenendo a San Donato Milanese, l’8 maggio, nell’ambito di un Convegno rivolto ai direttori degli Uffici diocesani per le comunicazioni sociali, il cardo Angelo Bagnasco ha affrontato il tema del rapporto tra la fede, la sua comunicazione in un mondo dominato dal nichilismo culturale e le modalità dell’informazione. L’alto prelato ha detto che la Chiesa, di fronte al male, «non può tacere» e ha auspicato che i media cattolici sappiano svolgere un’opera di «contro-informazione», «serena, pacata, ma puntuale ed esauriente, condotta con la massima efficacia che si riesce ad esercitare», perché «in gioco non c’è il prestigio effimero di questo o quell’uomo di Chiesa, ma sempre più la stessa verità del cristianesimo». «In questo senso – ha concluso il Presidente dei vescovi italiani – potremmo dire che c’è un’apologetica nuova da far crescere nei nostri media».
«L’Inferno vuoto» (Hans Urs von Balthasar)
Circola da anni un luogo comune che attribuisce a uno dei maggiori teologi del 900, il gesuita e cardinale Hans Urs von Balthasar, l’affermazione che l’inferno esiste, ma è vuoto. Ora un confratello del teologo, Giandomenico Mucci, ha scritto un articolo sul tema nel quale affronta e contesta, con prove, questo luogo comune: «La tesi di von Balthasar afferma che sperare la salvezza eterna di tutti gli uomini non è contrario alla fede». In sostanza, il teologo gesuita non ha mai sostenuto che si possa conoscere e affermare che l’inferno sia vuoto, ma sperare che tutti gli uomini si lascino conquistare dalla volontà salvifica di Cristo. E spiegava in una sua opera successiva alla diffusione dell’equivoco di cui fu vittima: «Come è possibile identificare speranza e conoscenza? Spero che il mio amico guarirà dalla sua grave malattia – ma per questo forse lo so?». (La Civiltà Cattolica, n. 3788, 19 aprile 2008).
IL TIMONE N. 74 – ANNO X – Giugno 2008 – pag. 8 – 9