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Pellegrinaggio summorum pontificum
Si è svolto a Roma dal 23 al 26 ottobre il “Pellegrinaggio Internazionale Summorum Pontificum”. Giunto alla terza edizione, si è confermato un momento di raccordo delle varie realtà che nel mondo promuovono l’applicazione del motu
proprio del 2007 sulla forma straordinaria del rito romano e un rendimento di grazie corale per il dono fatto alla Chiesa
da Benedetto XVI, i cui frutti, nel silenzio, continuano a crescere.
Basti pensare che in sette anni, nonostante le resistenze intraecclesiali che si sono manifestate, più di 350 vescovi nel mondo hanno celebrato la Messa con la liturgia tradizionale. Al pellegrinaggio, oltre a migliaia di fedeli provenienti dai cinque continenti, hanno partecipato l’arcivescovo Guido Pozzo, segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, che ha celebrato i vespri solenni nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, giovedì 23; il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, che ha presieduto l’incontro per sacerdoti e seminaristi venerdì 24; il cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, che ha celebrato la Messa pontificale nella Basilica di San Pietro sabato 25; il cardinale Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di scienze storiche, che domenica 25 a Norcia, dove si è concluso il pellegrinaggio, ha tenuto l’omelia della Messa solenne nella Festa di Cristo Re, celebrata da padre Cassian Folsom, priore dell’Abbazia benedettina nella cittadina umbra (comunità a cui il Timone ha dedicato un approfondimento nel numero di novembre 2012). Il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede, che venerdì 24 avrebbe dovuto celebrare la Messa pontificale per il 10° anniversario della federazione Juventutem (il movimento giovanile legato alla liturgia antica, anch’esso in grande espansione), assente a causa di un’influenza, ha comunque inviato il testo dell’omelia che è stato letto durante la celebrazione.
Ma soprattutto è stato lo stesso Benedetto XVI a rendersi spiritualmente presente con un messaggio inviato al delegato del Coetus Internationalis Summorum Pontificum che ha organizzato il pellegrinaggio, Giuseppe Capoccia, in cui si è detto «molto felice che l’Usus antiquus vive adesso in una piena pace della Chiesa, anche presso i giovani, appoggiato e celebrato da grandi cardinali». â—
No 194
Sabato 25 ottobre si è svolta a Milano e a Caserta la seconda manifestazione nazionale del “Comitato NO 194”, un comitato apartitico e aconfessionale, benché veda tra i suoi promotori dei cattolici. In primis il suo presidente l’avv. Pietro Guerini. Sin dall’inizio, in piazza Cadorna, non sono mancate aspre contestazioni, urla con megafono da parte di femministe e appartenenti ai centri sociali. Un contro corteo, insomma, non autorizzato. Ed è solo grazie al valido intervento delle forze dell’ordine che si sono scongiurate situazioni di scontro. Circa 200 persone, tra cui una nutrita rappresentanza veneta, alcune mamme con la carrozzina o papà con il bambino che distribuivano volantini ai passanti, giovani e anziani, hanno sfilato, pregando, distribuendo rosari e altro, fino a Porta Romana. Il motivo? Difendere la sacralità della vita, smuovere le coscienze, per raccogliere le firme per un referendum abrogativo, perché “una legge ingiusta non è una legge”. O su altri striscioni: “Sei milioni di bambini abortiti, dieci milioni di embrioni congelati. Tutto fatto pagare ai cittadini per legge. Benvenuti nel Quarto Reich”; “La vita è di Dio, l’aborto contro Dio” (Madre Teresa di Calcutta).
Presente Margherita Ulisse l’infermiera di Voghera che ha fatto obiezione di coscienza alla pillola del giorno dopo. L’invito a tutti e al cardinale Scola a partecipare al prossimo corteo ad aprile 2015.
(Roberto Lanzilli) â—
Premiato padre Scalfi
Venerdì 17 ottobre a Bassano del Grappa è stato conferito il 32° Premio Internazionale Medaglia d’oro al merito della Cultura Cattolica a padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana. Il suo nome si aggiunge alla schiera di personalità che nel tempo sono state insignite del Premio da parte della Scuola di Cultura Cattolica, come Vittorio Messori, l’allora cardinale Joseph Ratzinger, Augusto Del Noce, Luigi Giussani, Ettore Bernabei, mons. Camillo Ruini e tanti altri.
«Ai tempi di Stalin, nei censimenti era obbligatorio dire se uno era credente o no. Era un grandissimo rischio, e tuttavia la
metà della popolazione si dichiarava credente. Anche sotto il dominio dell’ateismo c’era un forte sentimento religioso. Io rimasi colpito dal fatto che il popolo non aveva perso la fede».
Così ha esordito padre Scalfi nel suo intervento, rispondendo alle domande del giornalista Luigi Geninazzi. Il motivo per cui padre Scalfi si è rivolto alla Russia comunista è questo: folgorato inizialmente dalla bellezza della Divina Liturgia bizantina, aveva riscontrato che il sentimento religioso non era scomparso dal cuore del popolo russo. Cosa confermata dall’esperienza del Samizdat, il circuito di autoeditoria clandestina che anche grazie a Russia Cristiana ha trovato diffusione in Occidente. Nel Samizdat, ha spiegato Scalfi, si sono espressi autori credenti e non credenti, perché le esigenze di libertà e giustizia sono radicate nel cuore di tutti gli uomini.
«Marx diceva che le forze produttive determinano la coscienza», mentre invece «il Samizdat ribadiva la libertà personale
e la centralità della persona nella storia. Il suo scopo non era tanto combattere il comunismo: esso era una falsità della vita, sarebbe caduto da solo. Il problema non era buttare giù il comunismo, ma tirare su persone nuove, una società nuova».
(Andrea Mariotto) â—
“Adotta un cristiano di Mosul” va avanti
Grazie alla generosità di molti lettori e amici di AsiaNews, la campagna “Adotta un cristiano di Mosul” ha raccolto quasi 700mila euro. Essi vanno a sostenere le prime necessità dei profughi cristiani e yazidi in Kurdistan, fuggiti davanti alle violenze e crudeltà del califfato islamico. Il 10 ottobre scorso, abbiamo inviato ai vescovi – anch’essi rifugiati con i loro fedeli – una seconda tranche di aiuti raccolti nel mese di settembre, pari a 393.297,76.
Insieme ai fondi inviati nel mese di agosto – 279.219,96 euro – abbiamo inviato in tutto 672.517,72 euro. Il risultato è sorprendente, ma è segno della compassione fattiva verso la popolazione irachena offerta da decine di migliaia di persone, che hanno compreso che in Medio oriente si sta giocando il destino dei rapporti fra Oriente e Occidente. (…)
Alle gravi difficoltà economiche, si aggiungono i problemi della mancanza di educazione per i figli. I sacerdoti, racconta Mons. Amel Nona, arcivescovo caldeo, «promuovono attività per i bambini e i giovani, li fanno giocare per dimenticare, anche solo per pochi momenti, il dramma della guerra». Se i governi della Comunità internazionale rimangono tiepidi, non è così per chi sta partecipando alla campagna: quasi una “nuova” comunità internazionale, impegnata a distruggere la “globalizzazione dell’indifferenza”, con doni giunti da Cina, Taiwan, Svizzera (in particolare dalla diocesi di Lugano), Repubblica ceca, Polonia, Francia, Brasile. Alcuni amici ci chiedono se “l’adozione” della campagna significa una cosa permanente. Qualcuno ha già ripreso a donare per il secondo e il terzo mese. Noi crediamo che la campagna debba durare finché dura la gravità dell’emergenza e vi domandiamo di essere generosi, ma senza tristezza, né costrizione, ben sapendo che «Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7).
Per aderire alla campagna “Adotta un cristiano di Mosul”, v. www.asianews.it (Bernardo Cervellera, AsiaNews 14/10/2014). â—
Lettonia: che brutto record!
La Lettonia con il 77% dei divorzi (dati 2011), è il Paese che in Europa detiene un triste primato, ma «il numero di matrimoni celebrati in Chiesa che poi finiscono è solo del 14%. Quindi c’è una grande differenza rispetto ai matrimoni civili che non sono stati preceduti da un serio processo di preparazione»: lo spiega sulla pagina web della Chiesa lettone l’arcivescovo metropolita di Riga, mons. Zbigniew Stankeviès, al rientro dal Sinodo sulla famiglia. «Nella nostra società, nei media, nel mondo politico è importante rafforzare la consapevolezza che la cura della famiglia dovrebbe essere la prima preoccupazione dello Stato. Se la famiglia si sente sicura, fiorisce, i bambini nascono, crescono sani e la società inizia a fiorire. Ma se la famiglia si sente minacciata, se ha difficoltà economiche, non ha sicurezza, tutta la società degenera». Quanto alle questioni della comunione ai divorziati risposati o delle unioni omosessuali, l’arcivescovo ha parlato di «malinteso» e di «clamore» creato dai mezzi d’informazione: «L’insegnamento della Chiesa non è cambiato e non ci si aspetta nemmeno che cambi. Né il Sinodo, né il Papa hanno diritto di cambiare ciò che è scritto nel Vangelo, che contiene le verità fondamentali. Il problema è come rivitalizzare una realtà. Si lavorerà in modo da rendere la vita più facile a chi è in difficoltà, per quanto ciò è possibile», conclude Stankeviès.
(www.agensir.it 28/10/2014) â—
FOCUS
Fondamento
Nella omelia della Messa per i cardinali e vescovi defunti quest’anno (San Pietro, 3 novembre), Francesco ha ricordato che la Risurrezione di Cristo è «il fondamento, la roccia» della nostra Fede.
San Paolo, ha detto il Papa, predicava «Gesù Cristo crocifisso e risorto». E ha aggiunto: «Se Lui non è risorto, la nostra fede è vuota e inconsistente. Ma poiché Egli è risorto, anzi, Egli è la Risurrezione, allora la nostra fede è piena di verità e di vita eterna». Il fondamento della verità della fede poggia dunque su questo strabiliante fatto accaduto realmente: Cristo è morto e risorto. Veramente risorto! Non sta in “discorsi persuasivi di sapienza”, «ma nella parola vivente della croce e della risurrezione di Gesù» ha detto il Papa. Più chiaro di così…
Parlar chiaro
Intervistato dal TorontoCatholicWitness l’ottobre scorso, il card. Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha ribadito che «Il catechismo della Chiesa cattolica insegna che le “persone omosessuali sono chiamate alla castità”». E ha aggiunto: «Papa Francesco ha detto che non sta cercando di creare qualche nuova dottrina della Chiesa, ma sta cercando di dimostrare che nessuno è giudicato dalla Chiesa se ha una tendenza omosessuale».
Muller ha poi spiegato che «bisogna dire con chiarezza che la Chiesa ha giudicato negativamente gli atti omosessuali. Una parte attiva negli atti omosessuali non è accettabile. Sono contrari alla legge naturale, e sono un peccato ». Quando si dice: parlar chiaro!
Misericordia e verità
Mons. Stanislaw Gadecki, Presidente dei Vescovi polacchi, ha detto alla radio polacca (19/10/2014) che dopo il Sinodo «si ha come l’impressione che la Chiesa di punto in bianco sia diventata misericordiosa, mentre prima non lo era». Ma «sono illusioni, che nascono dalla miopia, dal fatto che noi guardiamo le ultime due settimane per esclamare: questo non c’era. Invece tutto questo c’era già», per esempio nella Familiaris consortio di Giovanni Paolo II. E ha aggiunto:
«Non si può dare l’impressione che durante i due millenni nella Chiesa non ci sia stata la misericordia, che la misericordia appaia ora inaspettatamente», per concludere: «La misericordia ha senso se ha a che fare con la verità». Giusto: separare “misericordia” e “verità”, “amore” e “dottrina” non ha senso. â–
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