Osservando il fascino esercitato e, assai spesso, anche il successo ottenuto presso molti cristiani, non solo dalle spiritualità orientali con la loro ricchezza di tecniche talvolta raffinatissime, come lo yoga o la meditazione, ma anche dai molti metodi di lavoro psicofisico e, come si usa dire, di sviluppo del potenziale umano elaborati in questi ultimi decenni in Occidente, verrebbe fatto di pensare che molti ormai ignorano il contenuto profondo e la ricchezza della fede nella quale sono nati. Intendiamoci, si tratta di proposte tra loro molto variegate che talvolta non hanno la pretesa di sostituirsi alla fede religiosa tanto che, seppure con qualche prudenza, alcune di esse vengono utilizzate anche in ambito cristiano. Tuttavia esse rischiano a volte di apparire come itinerari più affascinanti e utili del cristianesimo per un uomo moderno alla ricerca di una maggiore armonia interiore e bisognoso di trovare in se stesso le risorse per affrontare un mondo sempre più difficile.
Una delle accuse che, particolarmente in questi ultimi decenni, è stata ripetutamente indirizzata alla fede cristiana è quella di occuparsi dello spirito, dell'anima umana, ma di trascurare il corpo. Quel "morticino appeso a una croce", come un musulmano sbracato ha definito Gesù, quell'accento posto sul peccato da redimere, sul sacrificio da offrire è apparso a tal uni come un simbolo di rinuncia e di repressione della vita piuttosto che – come è invece nella realtà di una fede giustamente intesa – un simbolo di passaggio, una chiave di ingresso alla realtà più vera e profonda che riguarda l'uomo, quella della sua risurrezione. Sì perché, contrariamente a quel che molti credono, il cristianesimo non è affatto uno spiritualismo che mortifichi il corpo. Anzi, è il percorso religioso che valorizza al massimo quell'unità profonda di corpo e spirito che caratterizza l'essere umano. Dio stesso infatti, nella persona del Verbo, ha voluto manifestare l'importanza della carne assumendola in Gesù. E la Chiesa si è battuta nel corso dei secoli per difendere una delle verità di fede che ritiene fondamentali: Gesù è vero Dio ma insieme è vero Uomo e non, come sostenevano certi eretici, solo un simulacro di umanità. Non solo: la stessa fede cristiana radica se stessa in quell'evento straordinario che è la Risurrezione del Figlio di Dio, anticipo e pegno della nostra, che avverrà alla fine della storia. Questo significa due cose: la prima, che l'uomo concepito da Dio come materia e spirito, tale resterà per sempre e in questa forma entrerà nell'eternità. La morte del corpo è solo la tappa penultima di un percorso che avrà come tappa ultima il ricongiungimento finale della carne di ognuno di noi con il proprio spirito. La seconda cosa è che la nostra realtà attuale, quella di cui facciamo esperienza, è una realtà che necessita di un cambiamento, una purificazione, una rinascita dall'alto, come dice Gesù nel Vangelo. Il corpo con il quale Gesù risorge è infatti diverso da quello precedente alla sua morte in croce. È un corpo che, per esempio, si nutre quando la convivialità lo porta a farlo, che può essere toccato dall'incredulo Tommaso, ma è anche un corpo che ha la leggerezza e la trasparenza di una materia che sembra ormai obbedire pienamente alle leggi dello spirito. Tale appare anche il corpo di Maria, la Madre, assunta in Cielo e già glorificata che tuttavia riappare spesso nella storia sotto vesti diverse per confortare i e istruirei.
La tappa finale, dunque, il destino che ci attende illumina così tutta la nostra vita e ci fa capire come esso sia ben di più del raggiungimento di una semplice "armonia" interiore, oppure dello sviluppo di alcune doti che la natura umana possiede e che normalmente non vengono utilizzate. Noi possiamo porci obiettivi molto più grandi perché siamo chiamati a raggiungere la santità, cioè a realizzare quel disegno previsto dal Padre, che desidera fare fiorire in ogni uomo la somiglianza divina e portarla fino alla misura di Gesù e di Maria. Per usare una terminologia cara ai cristiani Orientali: noi siamo chiamati alla divinizzazione.
Così, quello che siamo invitati a percorrere è un vero e proprio cammino di trasfigurazione progressiva che trasforma alle radici il nostro cuore, converte il nostro spirito e, poco a poco, ha profonde incidenze anche sul nostro corpo, cosicché tutto il nostro essere, fin da quaggiù, inizia a godere delle primizie di quel Regno che si svelerà nella sua pienezza alla fine dei tempi. La strada verso la santità non è, così, una faticosa ascesa ottenuta per mezzo di tecniche raffinate. Queste qualche volta possono essere utili. Ma, all'interno del cristianesimo, esse non sono essenziali. Ciò che davvero conta per un credente è l'incontro iniziale con Gesù e, attraverso di Lui, con il Padre, la conversione che ne deriva, l'utilizzo umile e devoto dei sacramenti – confessione ed eucaristia soprattutto -, l'unione profonda nella preghiera, l'offerta della propria vita a Colui che si riconosce Creatore e Redentore. Tutto ciò, praticato con costanza, fiducia, abbandono, richiama inevitabilmente i doni divini, riduce i nostri ego sempre troppo grandi, crea quel vuoto spirituale, quel silenzio interiore che attira lo Spirito e che gli fa uno spazio sempre maggiore. Così, poco a poco, la persona si trasforma, diventa ricca di grazia, di sapienza, di carità, di equilibrio, di controllo di sé, di armonia e, spesso, anche di carismi straordinari. Ne sono un esempio i nostri santi, diversissimi tra loro ma uniti da un tratto comune: esseri che vivono con pienezza l'amore verso Dio e verso i fratelli, persone davvero realizzate che, per questo, sono guide efficaci per molti che cercano, magari a tentoni, le vie della salvezza, tramiti di copiose benedizioni e di grazie divine per tanti uomini. Tuttavia, sempre umili e coscienti che tutto ciò che dicono e fanno non è opera loro ma dello Spirito che in essi dimora.
Gli alchimisti antichi e moderni con grande fatica e impegno si sono sempre dati un gran da fare per la ricerca della pietra filosofale, capace di trasfigurare l'umana realtà; i nuovi e spesso improvvisati maestri esperti in ogni tipo di tecnica si illudono e ci illudono che quel poco che sanno e fanno sia sufficiente per ottenere la salvezza. Noi, umilmente, seguiamo un Maestro che crediamo ci abbia davvero mostrato la Via, la Verità, la Vita. Che ci ha insegnato e dimostrato nei fatti quale sia il grande destino riservato ad ognuno di noi e come, imitandolo e confidando in Lui, sia anche possibile raggiungerlo. Con semplicità, inseguendo quell'amore che è la vera alchimia che tutto muove e trasfigura.
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