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14.12.2024

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Non tutti sanno che…
31 Gennaio 2014

Non tutti sanno che…

Il Timone n. 8 – anno 2000 – 

 

 

Persecuzione comunista.

Il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, guidato dai Legionari di Cristo, ha ospitato un Convegno dedicato ai martiri del comunismo e del nazismo. Nel corso dei lavori è stato reso noto dal vescovo ausiliare di Scutari Zef Simoni che nell'Albania del dittatore comunista Enver Hoxha furono uccisi decine di sacerdoti e molti altri subirono orribili torture (scariche elettriche, bocca riempita di sale, frustate, uova bollenti sotto le ascelle, piastre metalliche incandescenti…) a motivo della fede cattolica. Prima della presa del potere dei comunisti, operavano in Albania circa 200 sacerdoti, i quali finirono quasi tutti in prigione, torturati e molti vennero fucilati. Inoltre, padre Romano Scalfì, di Russia Cristiana, ha rivelato che in Unione Sovietica il tentativo comunista di sostituire il partito a Dio portò alla fucilazione, tra il 1917 e il 1941, di 130.000 (avete letto bene: centotrentamila!) sacerdoti della Confessione ortodossa russa e di 250 vescovi su un totale di 300.

Persecuzione nazista.

Nello stesso Convegno sopra ricordato, è stato fatto osservare che la Chiesa cattolica pagò un altissimo prezzo a causa della persecuzione scatenata contro di essa dai Nazionalsocialisti di Adolf Hitler. Nella sola Polonia, durante la Seconda Guerra mondiale, ben 6400 sacerdoti furono vittime della persecuzione. Nel campo di concentramento di Dachau vennero internati 2794 sacerdoti e religiosi di 37 nazionalità e in quello di Auschwitz ne vennero imprigionati 416. Naturalmente è impossibile fare un bilancio preciso del numero dei laici periti nei campi di concentramento comunisti e in quelli nazionalsocialisti a motivo della fede cattolica. In ogni caso, quelli sopra citati sono dati da ricordare a quanti sostengono ancora oggi una presunta complicità della Chiesa Cattolica con il regime hitleriano.

Ancora martiri.

La Commissione Nuovi Martiri, istituita dal Santo Padre Giovanni Paolo II, ha appurato che nel corso del XX secolo, in via di conclusione, hanno dato la vita a motivo del vangelo e della fede cattolica 126 tra vescovi, arcivescovi e cardinali, 4.872 appartenenti a Congregazioni religiose maschili e femminili e 5.343 tra sacerdoti, seminaristi e diaconi. Per quanto concerne i laici, la Commissione ha accertato l'esistenza di 2.351 casi di uccisi a motivo della fede, ritenendo tuttavia il numero reale assai più ampio, visto che di molti episodi non si è conservata la memoria. Di fronte a tali notizie, viene da chiedersi quando i protagonisti, o gli eredi culturali, di quelle ideologie e di quei sistemi politici, sentiranno il bisogno di chiedere perdono.

Copernico.

Furono i Protestanti e non la Chiesa cattolica, contrariamente a quanto si pensa, i primi a scagliarsi contro l'astronomo polacco, il canonico Nicolò Copernico. Come è noto, nel suo De revolutionibus, pubblicato postumo nel 1543, si affermava la centralità del Sole e non della Terra. L'eretico Martin Lutero (1483-1546), in uno dei suoi ben noti Discorsi a tavola, definì Copernico “un astrologo da quattro soldi […], un insensato che vuole sovvertire l'intera scienza astronomica”. Dopo di lui, un altro autorevole rappresentante della Riforma protestante, Filippo Melantone (1497-1560) giudicava una “mancanza di dignità e onestà sostenere pubblicamente tali concetti, un esempio pericoloso”. Anche Giovanni Calvino (1509-1 564) lanciava sfide contro Co pernico chiedendosi: “Chi avrà l'ardire di porre l'autorità di Copernico al di sopra di quella dello Spirito Santo?”. Soltanto 73 anni dopo la morte di Copernico, la Chiesa cattolica, nel 1616, condannerà la sua dottrina eliocentrica.

Santa Messa.

Pochi, anche tra i cattolici, sono consapevoli del valore della Santa Messa. Una sola Santa Messa rende a Dio una adorazione rigorosamente infinita, degna di Lui e glorifica Dio più di quanto lo hanno glorificato e lo glorificheranno, per l'eternità, tutti gli angeli, i santi e i beati, compresa Maria Santissima. Il motivo è chiaro ed è dovuto al fatto che la Santa Massa è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce, mutando solo il modo dell'offerta di tale sacrificio: cruento sul Calvario, incruento sull'altare. Ne consegue che il valore di una sola Santa Messa è assolutamente incomparabile, perché con essa si offre a Dio l'infinita riparazione di Gesù Cristo con tutta la sua efficacia redentrice. E ne consegue anche che la Santa Messa muove infallibilmente Dio a concedere agli uomini tutte le grazie di cui hanno bisogno, ma il dono effettivo di queste grazie dipende dalle disposizioni, la mancanza delle quali può impedire completamente che giungano fino a noi.

Bastiglia.

La prima operazione di propaganda imbastita dai promotori della Rivoluzione Francese consistette nella invenzione della “presa della Bastiglia”, episodio mitologico, storicamente infondato, con il quale si vuoi far credere che il popolo parigino, guidato dai valorosi capi rivoluzionari, assali l'imponente fortezza simbolo dell'oppressione dell'Ancien Regime, il 14 luglio 1789. I fatti andarono diversamente: nessuno dei capi rivoluzionari partecipò al presunto assalto; non si trattò di “presa”, ma di un ingresso dalla porta, aperta per ordine del governatore; non fu il popolo parigino, che si tenne alla larga da quella operazione, ma sparuti gruppi di qualche decina di vagabondi e di disertori, soprattutto stranieri, che entrarono nella fortezza – appunto dalla porta – per cercarvi munizioni; infine, nella Bastiglia non si trovavano prigionieri politici, ma solo sette detenuti, e quindi non venne liberato nessun martire del vecchio regime. Come si vede, una impressionante serie di bugie sta alla base del mito di fondazione della Rivoluzione Francese.

Inquisizione.

Lo studioso John Tedeschi (nato a Modena nel 1931 ma emigrato negli USA all'età di 8 anni), già docente universitario, fondatore del Center for Renaissance Studies, ha pubblicato un poderoso volume sull'inquisizione romana, intitolato Il Giudice e l'eretico (Vita e Pensiero, Milano 1997). Nell'introduzione si legge: “Sostengo in questi saggi che l'Inquisizione non fu un tribunale arbitrario, un tunnel degli orrori o un labirinto giudiziario da cui era impossibile uscire” (p. 17). E a prova di quanto afferma, egli ricorda come nei processi inquisitoriali le accuse prive di riscontri non erano accettate, i verbali dei processi erano forniti agli accusati e ai loro avvocati, veniva lasciato tutto il tempo necessario per preparare la difesa, la tortura era limitata a pochissimi casi e severamente regolamentata. Tali garanzie erano particolarmente osservate nei processi di stregoneria, dove, dato il notorio scetticismo dei giudici inquisitoriali, per nulla convinti delle facili accuse lanciate agli imputati, si richiedeva l'intervento di medici onde chiarire se una malattia o un decesso fossero dovuti a cause naturali o a malefici. Come si potrà notare, gli studiosi sono ormai convinti della infondatezza della leggenda nera che circonda i tribunali della Santa Inquisizione.

IL TIMONE – N. 8 – ANNO II –  Luglio/Agosto 2000 – pag. 15

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