Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

14.12.2024

/
Non tutti sanno che…
31 Gennaio 2014

Non tutti sanno che…

Il Timone n. 27 – anno 2003 –


Messico.

Nel 1927 il padre agostiniano Elias Nieves venne catturato, insieme a due contadini, durante la tremenda persecuzione scatenata dalle forze massoniche contro la Chiesa cattolica in Messico, nei primi decenni del secolo scorso.
Condannati a morte, padre Nieves volle confessare i due contadini e diede loro l’assoluzione. Subito dopo furono fucilati. Prima di subire la stessa sorte, Nieves si rivolse ai soldati del plotone di esecuzione: “Inginocchiatevi. Voglio darvi la mia benedizione sacerdotale, insieme al mio perdono per quello che state facendo”. Tutti i soldati si inginocchiarono e fecero il segno della croce.
Poi disse al capitano: “Anche per te c’è una benedizione e il mio perdono”. L’ufficiale ne fu talmente infuriato che estrasse la pistola e uccise Nieves sul posto. Questo fatto è raccontato nel bel libro di Robert Royal, I martiri del ventesimo secolo (Ancora, 2003).
****

Messe gregoriane.

Nel mondo cattolico esiste la benemerita usanza di far celebrare un ciclo di Messe gregoriane (30 Messe in suffragio di un’anima per 30 giorni consecutivi) per i defunti. Pochi sanno da dove ha origine questa pratica efficacissima per la salvezza eterna delle anime. Il primo esempio di celebrazione delle Messe gregoriane è riferito nei Dialoghi di s. Gregorio (540-604) il quale, abate del Monastero di S. Andrea in Roma, comandò che un monaco gravemente ammalato e poi morto, di nome Giusto, colpevole di avere violato il voto di povertà per avere tenuto nascoste tre monete d’oro, fosse seppellito in un luogo non sacro. Gregorio ordinò al priore Prezioso che fossero celebrate 30 Messe per altrettanti giorni consecutivi, senza interruzione. Il trentesimo giorno, il monaco defunto apparve al fratello Copioso, annunciandogli: “finora ho sofferto, ora però sto bene”.

****

Laica e mistica.

La Serva di Dio Edvige Carboni (Pozzomaggiore [SS] 1880-1952) ebbe una vita intensa di preghiera, coronata da grazie speciali e da numerosissimi doni soprannaturali. Uno degli impegni della sua vita fu quello di pregare e offrirsi come olocausto per la conversione dei comunisti atei. Nella biografia che le ha dedicato Ernesto Madau (Edvige Carboni laica e· mistica, Chiarella, Sassari 1995) si narra, tra altri innumerevoli episodi davvero strabilianti, che un giorno le apparve un ufficiale russo, morto in guerra. Era avvolto dalle fiamme del Purgatorio e chiese alla mistica di far celebrare qualche Messa per la sua anima.
Edvige accondiscese e qualche tempo dopo rivide l’ufficiale in visione: “Vado in Paradiso ove pregherò per voi… sono russo, mi chiamo Paolo Vischin. Mia madre mi aveva educato nella santa religione poi, crescendo, mi sono lasciato trascinare… In punto di morte mi ricordai le belle parole che, bambino, mi diceva la mia mamma. Gesù buono mi ha perdonato”.

****

Cattolici ed ebrei.

Dal 1941 al 1944 l’Ucraina venne occupata dalle truppe tedesche. Come loro solito, i nazionalsocialisti scatenarono una feroce persecuzione contro gli ebrei che vennero aiutati dai cattolici.
Kurt Lewin, figlio del rabbino capo di Leopoli, ricorda gli ordini dati dal metropolita cattolico Andreas Sheptytskyi, capo della Chiesa greco cattolica ucraina, a diverse organizzazioni cattoliche per proteggere gli ebrei d’Ucraina: “La messa in salvo degli ebrei fu possibile soltanto grazie alla collaborazione di una piccola armata di monaci, suore e alcuni preti. Essi raccoglievano gli ebrei nei loro conventi, orfanotrofi e ospedali, condividevano il pane coi fuggitivi e li proteggevano sprezzando il pericolo. […] Per due lunghi anni nessun estraneo seppe qualcosa degli ebrei nascosti in ogni singolo convento e persino nella residenza privata del metropolita”. E c’è ancora chi si ostina a credere che la Chiesa non abbia fatto tutto il possibile per salvare gli ebrei dalle ferocia nazista.

****


“Brigante” buono.
Nell’anno 1862, il sergente Pasquale Domenico Romano si trovava a capo di un gruppo di cosiddetti “briganti” che si opponevano, con scarsità di mezzi ma anche con indomito coraggio, all’invasione del Regno delle Due Sicilie operata dai piemontesi. Subìto un attacco da parte di un plotone di carabinieri e di altri civili “nazionali”, traditori postisi al servizio degli invasori, la truppa del sergente era riuscita a respingerlo e a catturare dodici prigionieri. Tutti furono condannati a morte. Eseguite le prime tre condanne, il quarto condannato si rivolse a gran voce alla Madonna del Carmine perché lo aiutasse. Il fucile, già puntato alla nuca, si inceppò. A questo il punto il ser-gente Romano, contrario alle fucilazioni, ne approfittò, e avvicinatosi al condannato lo fece alzare e gli intimò di far festa alla Vergine per lo scampato pericolo. Non solo: già che c’era, estese la grazia della vita e ridiede la libertà agli altri otto. L’episodio, insieme ad innumerevoli altri, è raccontato nel bel libro che Francesco Mario Agnoli ha dedicato ai “briganti”, intitolato Dossier Brigantaggio. Viaggi tra i ribelli al borghesismo e alla modernità, edito dalla benemerita “controcorrente”.


IL TIMONE N. 27 – ANNO V – Settembre/Ottobre 2003 – pag. 21

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista