Il Timone n. 34 – anno 2004 –
VEGLIE MIRACOLOSE
Il sonno, come l’alimentazione, è assolutamente necessario per la conservazione della vita. L’organismo deperisce con l’attività e si ripara col riposo. Quando l’insonnia si prolunga, la sua necessità diventa imperiosa; e nonostante tutta la forza di volontà con cui l’uomo cerca di opporsi ad essa, finisce col soccombere. Quando, dunque, la veglia si prolunga ininterrottamente per settimane e mesi senza diminuzione del vigore e dell’esercizio della vita corporale, non si può fare a meno di attribuire il fenomeno a qualche cosa che supera la semplice natura umana. Si può limitare progressivamente l’imperiosa necessità di dormire, ma senza un miracolo non si può dominare completamente. E di miracolo si dovrà parlare nei casi di S. Macario di Alessandria che passò vent’anni di seguito senza dormire; di S. Coletta che dormiva un’ora la settimana e una volta nella vita rimase un anno intero senza dormire; di S. Ludovina che in trent’anni dormì solo per un periodo equivalente a tre notti; e, infine, della B. Agueda de la Cruz che passò gli ultimi otto anni della sua vita in costante veglia.
TERRORISMO COMUNISTA
Sono in molti ad essere convinti che il terrorismo sia un fenomeno nuovo nella storia, che abbia solo matrice islamica. E invece; anche i comunisti lo praticarono con altrettanta efferata violenza. Lo storico francese Stephane Courtois, che ha pubblicato il celebre Libro nero del comunismo, tradotto in tutto il mondo, ricorda che parecchio tempo prima dell’11 settembre 2001 , ossia il16 aprile 1925, il Partito Comunista Bulgaro, diretto da quel Giorgio Dimitrov che diventerà nel 1934 il capo ufficiale dell’Internazionale comunista, organizzò un terribile attentato nella cattedrale di Sofia con l’obiettivo di sterminare il Re, il Governo ed i Poteri costituiti. L’attentato provocò la morte di 150 persone e il ferimento di altre 500. Si legga la relazione del suo intervento all’importante convegno internazionale “Memento Gulag. Il comunismo nella storia del Novecento” pubblicata sulla prestigiosa rivista Historica (anno 2, n. 7).
GUARESCHI E IL CATECHISMO
Angelo Roncalli, divenuto Papa Giovanni XXIII, volle realizzare un progetto al quale pensava da tempo: cercò di convincere Giovannino Guareschi a scrivere un catechismo. Il Papa avrebbe messo a disposizione un gruppo di teologi, lo scrittore avrebbe tradotto i concetti degli esperti a modo suo, con quella sua capacità di entrare in sintonia con la gente, di toccare i tasti profondi, quelli elementari e, dunque, veri, autenticamente umani. Guareschi, ironico verso tutti a cominciare da se stesso, si spaventò della proposta papale: gli sembrava eccessiva per lui, credente, buon cattolico, seppure con libertà “emiliana”, ma consapevole dei suoi limiti. Papa Giovanni se ne rammaricò molto.
CRISTIANO NEI FATTI
Membro di una della famiglie più facoltose di Genova, l’armatore Giacomino Costa, sposato e padre di nove figli, uno dei quali rapito dalle Brigate Rosse, ha saputo vivere santamente la sua attività di imprenditore. Tra gli innumerevoli e toccanti episodi narrati nella biografia scritta dal fratello gesuita, P. Giovanni Costa (Mio fratello Giacomino, Editrice Alzani, Pinerolo 1994) scegliamo questo: un giorno, un giovane operaio fu visto molto malinconico al posto di lavoro. Interrogato, rispose di essere preoccupato perché voleva sposarsi ma non aveva il denaro sufficiente per acquistare i mobili. Informato del fatto, Giacomino Costa mise immediatamente a disposizione dell’operaio i suoi magazzini perché potesse scegliere. Il giovane si sarebbe accontentato di poco, ma Giacomino Costa lo costrinse ad accettare mobili pregiati. Si legga la bella biografia che illustra la vita di un cristiano autentico, morto nel 1977.
PERSECUZIONE NAZISTA
Nella Germania nazionalsocialista si ebbe anche una forma di protesta organizzata da laici cattolici che condusse molti di loro al martirio. È noto il caso di Erich Klausener, presidente dell’Azione Cattolica a Berlino, che nel 1933 organizzò un convegno al quale parteciparono 35.000 persone, radunatesi nello stadio di Berlino. L’anno seguente 60.000 cattolici parteciparono a una manifestazione simile a Hoppegarten. Klausener chiuse questo convegno protestando, in nome dei principi cattolici, contro l’antisemitismo nazista. Il coraggioso laico cattolico venne ucciso da un ufficiale delle SS che ha confessato la sua azione omicida nel processo svoltosi nel dopoguerra a Berlino. Tutti i collaboratori di Klausener, compresa la sua segretaria privata, la baronessa Stotzingen, furono rinchiusi nei campi di concentramento. Non furono gli unici. Molti leader sindacali cattolici, fra i quali Bernhard Letterhaus (Lavoratori tessili Cattolici), Nikolaus Gross (Minatori Cristiani) e il sacerdote Otto Muller (Unione dei Lavoratori), formarono un gruppo con il gesuita Alfred Delp. Delp fu giustiziato in carcere; Letterhaus e Gross morirono dopo un periodo di prigionia nei campi; Muller perì nel carcere berlinese di Tegel. L’avvocato e attivista cattolico Josef Wirmer fu giustiziato a Plotzensee nel 1944.
IL TIMONE – N. 34 – ANNO VI – Giugno 2004 – pag. 25