Il Timone n. 43 – anno 2005 –
CANNIBALISMO
Dopo la rivoluzione comunista del 1917 e la successiva guerra civile, in Russia si verificò una carestia senza precedenti. Lo scrittore Mihail Osorgin, redattore del bollettino “Pomosc” (Il Soccorso), organo del comitato panrusso per il soccorso agli affamati, conosceva, grazie a centinaia di lettere, la situazione delle zone colpite, e scriveva che il cannibalismo vi era diventato un fenomeno di ordinaria amministrazione: «La gente mangiava soprattutto quelli che gli erano più vicini, a mano a mano che morivano; si alimentavano i bambini più grandi, ma i neonati, che non avevano ancora imparato a vivere, non venivano risparmiati, per quanto magro potesse essere il ricavato. Ciascuno divorava nel proprio cantuccio, non alla tavola comune, e nessuno ne parlava». La notizia è tratta dal fondamentale “Storia dell’Urss dal 1917 ad oggi”, di Mihail Geller e Aleksadr Nekric (Rizzoli).
FENOMENI MISTICI
Tra i fenomeni mistici si annoverano anche gli “incendi di amore”. È un fatto, comprovato nella vita di molti santi, che la violenza dell’amore verso Dio si manifesta alle volte all’esterno sotto forma di fuoco che riscalda e brucia persino materialmente la carne e le vesti vicine al cuore. Il cuore di san Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, ardeva talmente nel fuoco dell’amore divino, che più di una volta la sua tonaca di lana appariva completamente bruciata dalla parte del cuore. Anche due delle sua costole presentavano una curvatura notevole. Il Beato Nicola Factor, religioso francescano, incapace di sopportare il fuoco che ardeva nel suo cuore, si gettò in una vasca di acqua gelata in pieno inverno. Consta dal suo processo di beatificazione che l’acqua subito si riscaldò.
CROCE
Secondo i Testimoni di Geova, la croce a due braccia sarebbe stata introdotta nella Chiesa verso il III o il IV secolo, proveniente dal mondo pagano. Per loro, Gesù non fu crocifisso, ma appeso ad un palo. Questa tesi è falsa. Lo dimostra l’importantissimo “graffito del Palatino”, datato al II secolo d.C., scoperto sul colle del Palatino nel 1856. Questo disegno blasfemo rivela la devozione dei cristiani verso la croce. Si vede un asino crocifisso e la scritta “Alessameno adora Dio”. Due dati smentiscono le tesi geoviste. Il primo: per i cristiani dei primi secoli, Gesù era vero uomo e vero Dio, mentre i Testimoni di Geova negano la divinità di Cristo. E questa verità era conosciuta anche dai pagani. Il secondo: la croce del graffito del Palatino è raffigurata a due braccia, uno orizzontale e l’altro verticale. Quindi, nel II secolo si sapeva benissimo – lo sapeva anche chi prendeva in giro i cristiani – che Gesù era stato crocifisso a quel modo e non appeso ad un palo.
MIRACOLO?
Diana Basile, sposata, con figli, impiegata a Milano, si ammala nell’anno 1972 di sclerosi multipla. Le sue condizioni peggiorano gradualmente. Il 23 maggio 1984, quando è in pellegrinaggio a Medjugorje, è pressoché impossibilitata a camminare ed è completamente cieca all’occhio destro. Quel giorno viene condotta nella stanzetta delle apparizioni.
Succede qualcosa. Alla fine dell’apparizione, Diana cammina regolarmente e vede perfettamente con l’occhio destro, ridiventato normale dopo ben dieci anni! E tutto ciò in un istante. Davvero inspiegabile, come dice un medico che l’ha avuta in cura: «Per me resta un quesito: com’è possibile che fasci di fibre nervose che collegano miliardi di neuroni, da anni gravemente danneggiati per la sclerosi multipla possano riabilitarsi così repentinamente? È come se qualcuno avesse sparato con un mitra dentro un computer sofisticato, con milioni di valvole, e ne avesse danneggiato le fini connessioni irreparabilmente. E, d’un tratto, tutto di nuovo diventa perfettamente funzionante». Si legga l’ottimo libro di Antonio Socci, Mistero Medjugorje (Piemme).
NAPOLEONE
Ormai prossimo alla sua fine, nell’Isola di S. Elena, Napoleone fu intervistato da un giornalista francese. Alla domanda: «Se tornasse indietro, quale errore non rifarebbe», il grande persecutore della Chiesa rispose: «L’errore più grande che ho fatto è qualcosa a cui nessuno pensa. E cioè la pretesa di distruggere la Chiesa cattolica. Io credevo che la Chiesa fosse come una sorta di serpente, per cui, schiacciata la testa, sarebbe morta. E invece, più schiacciavo questa testa (l’allusione all’esilio di Pio VI e Pio VII è chiara), e più mi accorgevo che la Chiesa mi rinasceva tra le mani. Ho combattuto contro potentissimi eserciti, eppure non ho mai dubitato di combattere contro realtà limitate; ma combattendo contro la Chiesa, mi sono accorto di combattere non solo contro degli uomini!». Prima di morire, Napoleone si riconciliò con la Chiesa, si confessò e riprese la pratica della Comunione. Si legga il bel libro di Corrado Gnerre, Apologetica (edizioni Il Settimanale di Padre Pio).
IL TIMONE – N. 43 – ANNO VII – Maggio 2005 – pag. 25