Il Timone n. 50 – anno 2006 –
“CATTOLICO” IN SEGRETO?
Nel 1938, quando Hitler era ormai al potere da ben cinque anni, Henri Bergson, ebreo, premio Nobel, uno dei maggiori filosofi del Novecento, avvicinandosi alla morte, sopraggiunta nel 1941, scriveva: «Le mie riflessioni mi hanno portato sempre di più verso il cattolicesimo, dove vedo la realizzazione completa del giudaismo. Mi sarei convertito, se non avessi visto prepararsi da anni (in gran parte, ahimè, per colpa di un certo numero di ebrei interamente sprovvisti di senso morale) la formidabile ondata di antisemitismo che sta per scatenarsi sul mondo. Ho voluto restare tra coloro che saranno domani dei perseguitati. Ma spero che un prete cattolico vorrà, se il cardinale arcivescovo di Parigi lo autorizza, venire a dire delle preghiere alle mie esequie». Parole doppiamente “scandalose”, secondo la mentalità corrente. In primo luogo, perché un ebreo riconosce nel cattolicesimo l’approdo definitivo del vero giudaismo, e in secondo luogo per quel cenno, fatto da un ebreo, alle “colpe” di “un certo numero” di suoi correligionari.
IEROGNOSI
Questo nome significa «conoscenza di ciò che è sacro» ed indica il potere che ebbero alcuni santi di riconoscere le cose sante, per esempio la Particola consacrata, i rosari o gli scapolari benedetti, le reliquie, etc. e di distinguerli immediatamente e senza esame dagli oggetti profani. Caterina Emmerich possedeva questa straordinaria facoltà in grado eminente. Sia nell’estasi che fuori di essa sapeva dire con certezza ciò che era benedetto e ciò che non lo era tra la moltitudine di oggetti che le venivano presentati.
Anche s. Caterina da Siena aveva questo dono: un giorno rimproverò severamente un sacerdote che volle metterla alla prova offrendole nella comunione un’ostia che non era stata consacrata. Secondo lo studioso Royo Marin (Teologia della perfezione cristiana), la ierognosi trascende le forze della natura e non si può spiegare in modo naturale né preternaturale.
SANTA, LA PRIMA NATURALISTA AL MONDO
È cattolica e santa la prima donna naturalista del mondo e, allo stesso tempo, la prima donna medico della Germania. Si tratta di Ildegarda di Bingen, nata nel 1098 e morta, all’età di 81 anni, nel 1179. La sua opera principale “Physica cujus titulus ex codicibus manuscriptus; subtilitatum diversarum naturarum creaturarum”, distinta in nove libri, fece testo per molti secoli. Essa offriva la conoscenza e l’uso curativo che si poteva ricavare da tutto il mondo della natura. Ildegarda anticipa di duecento anni un’altra donna scienziata a inclinazione botanico-pratica, Elisabetta Blackwell, e anticipa di ben sette secoli la prima donna laureata in medicina, omonima della precedente, vissuta tra il 1821 e il 1910. Si legga il bel volume di Ivan Tagliaferri e Elio Gentili, Scienza e fede. I protagonisti (De Agostini).
ARCIVESCOVO EROICO
L’eroico arcivescovo vietnamita Francois-Xavier Nguyen Van Thuan, recentemente scomparso, ha passato tredici anni nelle carceri comuniste, nove dei quali trascorsi in isolamento, solo con due guardie, senza lavoro, camminando nella cella dalla mattina alla sera per non essere distrutto da malattie dovute all’immobilità, al limite della pazzia. Un giorno venne a sapere che un gruppo di 20 giovani poliziotti era stato incaricato di studiare latino con un ex catechista per esaminare i documenti ecclesiastici. Glielo disse uno di loro, mentre gli chiedeva di insegnargli un canto, uno solo. Il prelato gli fece sentire Salve Regina, Veni Creator, Ave maris stella. Il giovane, comunista e ateo convinto, scelse di imparare il Veni Creator e più di una volta il suo “insegnante” lo sentì canticchiare il sacro canto. Si legga la bella testimonianza di Van Thuan, Cinque pani e due pesci. Dalla sofferenza del carcere un gioiosa testimonianza di fede (San Paolo).
PIO X, DON GUANELLA E P. GEMELLI
Turbato dalle dottrine moderniste, un giorno Agostino Gemelli, che poi sarà ordinato sacerdote e fonderà l’Università Cattolica del Sacro Cuore, si presentò al papa san Pio X per sottoporgli i suoi dubbi sulla divinità di Cristo e sulla sua presenza reale nell’Eucaristia.
Il Papa gli ordinò di recarsi da don Guanella e di rimettersi alle sue indicazioni. Sorpreso, il Gemelli rispose che quel prete non era un teologo, dunque non conosceva le discussioni modernistiche. «Non ti sei già rotto la testa con i teologi?», lo interruppe il Papa. «Hai bisogno di un santo e don Guanella è un santo». Gemelli eseguì e racconterà più tardi che fu proprio la straordinaria carità con la quale fu accolto da don Guanella ad infondergli nell’animo una specialissima fiducia nella Divina Provvidenza, tipica di quel prete. Questo edificante episodio, insieme a molti altri concernenti grandi santi della Chiesa, è raccontato nel bel libro postumo di Alfredo Cattabiani, scomparso nel 2003, intitolato Santi del Novecento. I grandi testimoni della fede del nostro tempo (Rizzoli). Da leggere.
IL TIMONE – N. 50 – ANNO VIII – Febbraio 2006 – pag. 25