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13.12.2024

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Non tutti sanno che…
31 Gennaio 2014

Non tutti sanno che…

 

Il Timone n. 51 – anno 2006 –

Scienza e fede

Il fisico tedesco Max Planck (1858-1947) si dedicò allo studio della fisica teorica, e in particolare a quello della termodinamica, e acquistò fama internazionale con la sua audace “teoria dei quanti”, che si è rivelata, con successive modifiche e sviluppi, una delle più importanti della fisica moderna. Per questo, gli fu riconosciuto il Premio Nobel (1918). Nell’ultima pagina della sua autobiografia, Planck afferma che scienza e religione lottano unite contro la superstizione e l’incredulità, sotto il motto comune «Verso Dio». Non c’è che dire: una limpida dichiarazione di assoluta compatibilità tra vera scienza e fede in Dio, sulla bocca – anzi, sulla penna – di uno dei più grandi scienziati del secolo appena trascorso.

Celibato ecclesiastico


Secondo un diffuso modo di pensare, l’obbligo del celibato sacerdotale, voluto dalla Chiesa, non sarebbe altro che una legge ecclesiastica, istituita a fini semplicemente disciplinari e organizzativi. Non è così. È certamente una legge della Chiesa, questo nessuno lo contesta, ma è una legge che tematizza giuridicamente le chiare indicazioni del vangelo, le quali esigono per i sacerdoti di vivere con e come il Signore Gesù, che è modello esemplare di tutti i sacerdoti. Non è nemmeno vero che i sacerdoti delle Chiese orientali possono sposarsi. In realtà, in Oriente come in Occidente non è mai permesso a un prete di sposarsi, piuttosto è possibile, in certi casi, l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati. I quali, se diventano vedovi, non possono più sposarsi. Un illuminante e allo stesso tempo semplice studio su questo tema oggi così contestato è quello di monsignor Mario Marini, Il celibato sacerdotale
(Cantagalli). Se ne consiglia la lettura.

Vescovi perseguitati

La storia della Chiesa cattolica perseguitata nei paesi a regime comunista è ancora troppo poco conosciuta. Pochi sanno, per esempio, che nel 1948 c’erano in Romania sei vescovi greco-cattolici. Nell’ottobre di quell’anno tutti risultavano essere stati imprigionati e rinchiusi nel carcere duro di Sighet, dove quasi tutti morirono dopo avere subito atroci torture. Uno di loro, Vasile Aftenie, fu in ordine di tempo il primo vescovo martire rumeno. Sollecitato dai comunisti a tradire la Chiesa cattolica, con la promessa di farlo patriarca ortodosso di Bucarest, rispose che non metteva in vendita né la fede né la patria. Per questo venne orribilmente torturato fino alla morte, in modo così crudele che alla fine le braccia non erano più connesse con il tronco. Si legga il libretto, ricco di dati e fotogafie, di don Massimo Astrua, Perseguiteranno anche voi. I martiri del XX secolo (Mimep-Docete).

Testimoni di Geova

È noto che i Testimoni di Geova negano la divinità di Gesù Cristo. Questa verità è tuttavia esplicita nella Sacra Scrittura. Così, se vogliono conservare la loro falsa dottrina, essi sono costretti ad alterare il sacro testo. Ecco un esempio. Nella Lettera agli Ebrei (1,6) si legge: «E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli angeli di Dio”». Dal che si evince che gli angeli del cielo hanno l’ordine di tributare a Gesù Cristo un culto di adorazione. Ma, stando alla Bibbia, l’adorazione si può rendere soltanto a Dio, dunque Gesù Cristo è Dio. Non potendo accettare questa verità, i Testimoni di Geova modificano il testo biblico.
Ecco l’ultima versione della loro “bibbia”: «ma quando introduce di nuovo il suo Primogenito nella terra abitata dice: “E tutti gli angeli di Dio gli rendano omaggio”. Davvero, un bel cambiamento. Tra “adorare” e “rendere omaggio” la differenza è sostanziale.
Ma questo è solo uno degli innumerevoli esempi di falsificazione della Bibbia da parte dei geovisti. Si legga il bel libro di Paolo Sconocchini, La bibbia dei Testimoni di Geova: traduzione o manipolazione? (Elle Di Ci).

Da Lepanto a Loreto


Quando scese la sera del 7 ottobre 1571, a Lepanto, il largo tratto di mare si presentava ingombro di relitti e di cadaveri. Il durissimo scontro, durato l’intera giornata, tra la flotta cristiana capitana dall’ammiraglio don Giovanni d’Austria, fratello dell’imperatore Filippo II, e quella turca, capitanata dal famoso Alì Pascià, era costato la morte di 7.000 uomini della Lega cristiana e di almeno 25.000 uomini della flotta turca. In quella occasione, più di dodicimila galeotti cristiani furono liberati e molti di essi, guidati dal principe Marcantonio Colonna, sbarcarono successivamente a Porto Recanati, nelle Marche. In pellegrinaggio, si recarono al Santuario di Loreto, dove vennero consegnate le catene della schiavitù, dalle quali furono ricavate le cancellate in ferro battuto che oggi cingono le cappelle interne. La stessa sera del giorno della vittoria, a Roma papa Pio V seppe misteriosamente del successo delle navi cristiane e il 7 ottobre divenne la festa del Santo Rosario per tutta la cattolicità. Si legga l’ottimo volume di Alberto Leoni, La Croce e la mezzaluna (Ares).

IL TIMONE – N.51 – ANNO VIII – Marzo 2006 – pag. 25
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