Il Timone n. 75 – anno 2008 –
SINDONE. IL DISTACCO DEI PIEDI
Dopo la deposizione di Gesù dalla croce, data la rigidità cadaverica, i due piedi erano rimasti uno sull’altro, e cioè il sinistro sul destro, così come erano stati inchiodati. È difficile dire in quale momento (se quando Gesù era ancora in croce appena distaccati i piedi dal chiodo, o subito dopo il distacco di tutto il corpo dalla croce), ma è certo che i due piedi furono distaccati dalla posizione che avevano quando Gesù fu crocifisso. Questo fatto è dimostrato dalla S. Sindone ed è stato scoperto dall’illustre sindonologo Mons. Giulio Ricci. Su tutti e due i piedi, infatti, sono conservate le impronte delle due mani che li hanno distaccati: il piede sinistro porta le impronte di una mano destra e il piede destro di una mano sinistra. Di ogni mano si vedono solo il mignolo, l’anulare e il medio, essendo le altre due dita, l’indice e il pollice, occupate nell’abbracciare la parte opposta del piede per dare solidità alla stretta. Si legga il bel libretto di Giuseppe Toscano, La Santa Sindone e la scienza medica (Mimep-Docete, 2007).
GIUSEPPE TOSCANO La Santa Sindone e la scienza medica Mimep-Docete
DUCE: CHIESA BATTE STATO
Scrivendo un articolo per Le Figaro (dicembre 1934), articolo che non venne ripreso, come sarebbe stato ovvio, dal Popolo d’Italia, perché conteneva affermazioni imbarazzati e contrastanti con la dottrina statolatrica dello Stato fascista, Benito Mussolini affermava: «Tutta la storia della civiltà occidentale, dall’impero romano ai tempi moderni, da Diocleziano a Bismark, insegna che quando lo Stato impegna una lotta contro la religione, è lo Stato che ne uscirà, alla fine, sconfitto. La lotta contro la religione è la lotta contro l’inafferrabile e l’irraggiungibile, è la lotta contro lo spirito in ciò che ha di più intimo e di più profondo; ed è ormai provato che in questa lotta le armi dello Stato, anche le più aguzze, non riescono a inferire colpi mortali alla Chiesa, la quale, specialmente la cattolica, esce trionfante dalle prove più dure». Niente di nuovo, Mussolini di fatto confermava il detto «Qui mange du pape en meurt» (Chi tocca il papa… muore), nato in Francia per spiegare le disgrazie di Napoleone che aveva Il ferocemente perseguitato la Chiesa. Si legga il bel libro del sacerdote Gerlando Lentini, Pio XI, l’Italia e Mussolini (Città Nuova, 2008).
GERLANDO LENTINI Pio XI, l’Italia e Mussollini Città Nuova
PROFUMO SOPRANNATURALE
Uno dei fenomeni mistici più conosciuti consiste in un certo profumo di soavità e fragranza che si sprigiona alle volte dal corpo dei santi, talora anche dopo la loro morte. Tra i casi più straordinari registriamo quello di san Giuseppe da Copertino (1603-1663). Tutti coloro ai quali il santo passava vicino sentivano quell’odore che durava anche quando egli si era già allontanato. La sua camera ne era impregnata e l’odore penetrava nei corridoi del convento, di modo che coloro che volevano visitare il santo, ma non conoscevano la sua cella, la distinguevano facilmente da quell’odore. Non solo: quella cella conservò il soave profumo per oltre 12 anni dopo che il santo non vi aveva più abitato. E così era per i suoi vestiti e gli indumenti sacri che indossava, e né il sapone né il bucato riuscivano ad eliminare il fragrante odore.
GRANDE LEJEUNE
Partecipando ad una trasmissione televisiva, il genetista francese Jérome Lejeune (1926-1994), scopritore della trisomia 21 quale causa della Sindrome di Down, si senti porre una domanda sul destino di embrioni e feti con anomalie. Il celebre medico rispose con questa storia vera: «Uno dei miei amici, il professor Varkani, docente di embriologia a Cincinnati, mi ha raccontato il fatto seguente: “Una notte, quella del 20 aprile 1889, mio padre, medico a Braunau in Austria, è chiamato per due parti. Uno era un bel bambino che strillava a pieni polmoni; l’altro una povera bambina trisomica. Mio padre ha seguito i destini di questi due bambini. Il bambino ha avuto una carriera straordinariamente brillante; la ragazzina, invece, un cupo futuro. Tuttavia quando la mamma è stata colpita da emiplegia, la ragazza, il cui quoziente intellettivo era I assai mediocre, è riuscita con l’aiuto dei vicini ad occuparsi della casa e a rendere felici i quattro anni in cui sua madre è rimasta immobile a letto». L’anziano medico austriaco non ricordava più il nome della ragazza, ma non ha potuto mai I dimenticare quello del bambino: Adolf Hitler”. Si legga il bel libro di Jean-Marie le Méné, Il Professar Lejeune, fondatore della genetica moderna (Cantagalli, 2008).
JEAN-MARIE LE MÉNÉ Il Professor Lejeune, fondatore della genetica moderna Cantagalli
POCA COSA
San Josemarfa Escrivà, fondatore dell’Opus Dei, era solito raccontare un episodio che lo aveva aiutato a capire quanto tutte le ricchezze mondane fossero in realtà “poca cosa”. Un giorno, mentre si trovava a Perdiguera, paesino di appena 800 anime non lontano da Saragozza, interrogò un ragazzino che passava le giornate a pascolare le capre e al quale, la sera, faceva un po’ di catechismo per la prima comunione. «Se fossi ricco, molto ricco, che cosa ti piacerebbe fare?», domandò il sacerdote. E il piccolo: «Che cosa vuoi dire essere ricco?». «Essere ricco vuoi dire avere molti soldi, avere una banca…». «E… che cos’è una banca?». San José Maria cercò di spiegarglielo e ripeté la domanda: «Che cosa faresti se fossi ricco?». Il ragazzino spalancò gli occhi e finalmente disse: «Mi mangerei certi piatti di minestra col vino!…». Tutto qui. Il sacerdote pensò: «Sta parlando lo Spirito Santo», tutte le ricchezze si riducevano, in bocca a quell’innocente ragazzino, a un piatto di minestra. Si legga il bel libro di don Michele Dolz, Mia • madre la Chiesa. Vita di san Josemaria Escrivà (San Paolo 2008).
DON MICHELE DOLZ Mia madre la Chiesa. Vita di san Josemaria Escrivà San Paolo
IL TIMONE N. 75 – ANNO X – Luglio/Agosto 2008 – pag. 25