Il Timone n. 120 – anno 2013 –
Alle 8 del venerdì 25 maggio 1607 moriva suor Maria Maddalena de’ Pazzi, religiosa carmelitana proclamata santa nel 1669. Tutta la sua vita fu segnata da fenomeni straordinari, estasi e visioni, accertati dalle sue consorelle e da quanti la conobbero. Quel giorno, essendo il trapasso ormai imminente, il suo confessore le era vicino. Dopo tre ore, il sacerdote decise di assentarsi per celebrare la Messa. Ma fu subito richiamato perché la santa stava esalando l’ultimo respiro. Il sacerdote mandò a dire a suor Maria Maddalena che aspettasse a morire, per santa obbedienza, finché non avesse finito di celebrare il sacrificio eucaristico. Tutti videro che la suora parve destarsi da un sonno profondo, la sentirono benedire a viva voce il Signore e poi, tornato il confessore, rimettere nelle mani di Dio la sua anima. Si legga l’avvincente racconto di Suor Paola Maria dello Spirito Santo, intitolato Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (Nerbini, 2012).
In una sola cellula umana si contano 53 miliardi di molecole proteiche, 166 miliardi di molecole lipidiche, 2.900 miliardi di “piccole molecole” e 250.000 miliardi di molecole di acqua e in più gli acidi nucleici. Pare che nel nostro corpo vi siano circa 100.000 miliardi di queste cellule. Interrogato sulla possibilità che all’origine della straordinaria complessità della nostra vita vi fosse il “caso”, John Eccles, Nobel per la fisiologia e la medicina nel 1963, scomparso nel 1997, rispose: «Supponiamo l’esistenza di un magazzino immenso di pezzi aeronautici, tutti nelle loro casse o sugli scaffali. Un edificio enorme, mettiamo di mille chilometri per lato. Arriva un ciclone che, per centomila anni, fa roteare e scontrare tra loro quei pezzi. Quando finalmente si placa, dove c’era il magazzino c’è una serie di quadrimotori, già con le eliche che girano. Ecco: stando proprio alla scienza, le probabilità che il caso abbia creato la vita sono più o meno quelle di questo esempio. Con, per giunta, un’aggravante: da dove vengono i materiali del magazzino?».
Nel 1951 in Italia vi erano oltre 16 milioni di giovani sotto i 20 anni a fronte di meno di 6 milioni di ultras sessantenni. Cinquant’anni dopo, nel 2001, i giovani erano scesi a 11 milioni e gli anziani erano saliti a 14 milioni. Così che oggi l’Italia ha una delle popolazioni più vecchie del mondo. Nel 2051, i trend demografici fanno prevedere 21 milioni di vecchi e fronte di 8 milioni di giovani. Questo avverrà se non muta la media del tasso di fecondità delle donne italiane, che era di 2,7 negli anni Sessanta ed è sceso 1,4 ai nostri giorni. Una media così bassa è lontana dal tasso necessario per assicurare che le generazioni più giovani sostituiscano quelle anziane. Insomma, siamo in una vera emergenza della cui gravità pochi si rendono ancora conto. Questi dati sono tratti da un volumetto curato dall’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) intitolato Famiglia Lavoro Impresa (Libreria Editrice Vaticana, 2012). Dice niente il fatto che dall’entrata in vigore della legge sull’aborto (1978), in Italia sono stati assassinati 5 milioni di bambini nel grembo delle loro madri?
IL TIMONE N. 120 – ANNO XV – Febbraio 2013 – pag. 25
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