Il Timone n. 123 – anno 2013 –
MISTICO “ANTI-MISTICO”
San Filippo Neri (1515-1595) era solito andare in estasi, specialmente quando celebrava la messa. Più di una volta, dopo la consacrazione, mentre elevava le sacre Specie, restava talmente fisso e del tutto assorto che non andava più avanti. Chi serviva messa doveva tirarlo per la pianeta e allora si destava e proseguiva. L’estasi poteva facilmente sfociare in fenomeni straordinari come la levitazione, e così san Filippo si sollevava da terra e tutti potevano vedere distintamente il santo celebrare senza poggiare i piedi sul pavimento. Nel bel libro di Massimo Malfer, San Filippo Neri. Un mistico anti-mistico (Fede & Cultura, 2012) si narra che a volte il santo, per evitare la levitazione, prima e durante la Messa faceva di tutto per “distrarsi”, compiendo gesti che, per chi non lo conosceva, potevano quasi scandalizzare: pareva infatti mettersi a “ballare”, saltellare sulle punte, portare oggetti sull’altare, come un orologio da sole o le chiavi della sua stanza. Tutto questo per non cadere in estasi già prima della celebrazione. Spesso… non bastava.
«PRIMO PALPITO»
La serva di Dio Madre Maria Costanza Zauli (1886-1954), per la quale è in corso la causa di canonizzazione, è stata la fondatrice delle Ancelle Adoratrici del SS. Sacramento. Nel corso della sua vita, ebbe molte esperienze di carattere mistico, che sono raccolte in vari libri. Un giorno – veniamo a sapere da un agile libretto intitolato “Adorazione” (Cantagalli, 1996) – rispondendo a una sua richiesta, le fu rivelato dalla Madre di Dio quale fosse la disposizione maggiormente gradita da Suo Figlio quando Lo riceviamo nella Comunione. È questa: rinnovarGli l’offerta del primo palpito di amore che ebbe Maria nel momento steso dell’Incarnazione. «Fu un palpito che si accese al contatto dell’Amore infinito ed ebbe un’ampiezza e una profondità tanto grandi quanto avremo solo nella vita beata», ha lasciato scritto Madre Zauli. Che aggiunse: «Così vorrebbe Gesù che fossero le nostre Comunioni per poterci sollevare con Sé fino alla più intima comunione col Padre».
LA COLOMBA
Il Vangelo racconta che quando Gesù fu battezzato da Giovanni nelle acque del fiume Giordano, all’inizio del suo ministero pubblico, lo Spirito Santo discese sopra di Lui in forma di colomba, per mostrare che tutti coloro che si fanno battezzare ricevono lo Spirito Santo. Spiega San Tommaso D’Aquino, nella Somma Teologica, che la colomba che apparve si può ritenere una colomba vera, miracolosamente formata, e la ragione è data dal fatto che le finzioni non si addicono al Figlio di Dio, che ha detto di sé «Io sono la verità».
MASSONERIA
In certa letteratura massonica – si legge nella tesi per il Dottorato in Storia Ecclesiastica presentata da P. Paolo Siano, intitolata S. Massimiliano Kolbe e la massoneria (Pont. Univ. Gregoriana, Roma 2003) – viene promossa la tesi (o Legge) dell’Unione degli Opposti. Secondo questa teoria esoterica, in Dio, nell’Universo e nell’Uomo esiste questa Legge per cui gli Opposti (Bene/ Male – Dio/Satana – Maschio/Femmina – Luce/Tenebre – Vita/Morte – etc.) si avversano solo in apparenza, ma in realtà sono UNO. Questa idea porta sul piano antropologico ad affermare che il Vero Uomo è Androgino (Maschio-Femmina) e l’iniziato massone deve scoprire in sé questa sua vera identità. Dal punto di vista etico, inoltre, bene-male, vita-morte sono necessari da sperimentare entrambi, mentre dal punto di vista teologico, Dio e Satana sono due facce dell’unico e medesimo Essere. Ne consegue che, almeno in teoria, queste idee possono condurre a sostenere la bisessualità dell’individuo umano, la necessità positiva del male, della morte e persino un certo culto a Satana, inteso (contemporaneamente o non) sia quale il necessario volto tenebroso di Dio e sia quale portatore di Vera Luce. Anche per questo, si capisce perché la Chiesa ha sempre condannato la Massoneria.
CHE COSA PUÒ FARE?
Può Satana controllare la mente dell’uomo, visto il potere che a volte pare avere su alcuni individui? È la domanda alla quale risponde padre Matteo La Grua, uno dei più grandi esorcisti, in un bel libro intervista di Roberta Ruscica, intitolato “Contro satana. La mia lotta per vincere le potenze delle tenebre” (Piemme, 2013). Il diavolo – spiega Padre La Grua – non può penetrare nel nostro pensiero, perché Dio non glielo permette. Però, può conoscere quello che abbiamo in mente e influenzare la nostra mente confondendoci le idee, deformando la verità, offuscando l’intelligenza. Poi, potrebbe suscitare la volontà al male, ispirando ogni forma di passione, addormentando la stessa volontà, fino a violentarla, come accade nei posseduti. Può anche manipolare la psiche umana, produrre stati paranormali: telepatia, viaggi astrali, telecinesi. Può anche affascinare la fantasia con seduzioni di ogni genere. Tuttavia – sia ben chiaro – non può obbligare nessuno a peccare. Può “tentare”, è vero, ma la libertà di dire no alla tentazione è garantita da Dio.
IL TIMONE N. 123 – ANNO XV – Maggio 2013 – pag. 25
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