Timone n. 133 – Maggio 2014
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UN FATTO UNICO E VERO
Credere al concepimento verginale di Gesù per opera dello Spirito Santo è certamente un atto di fede. Ma ci sono ottimi motivi per ritenere che questo evento non sia stato “inventato” dagli evangelisti, i quali piuttosto raccontano un fatto realmente accaduto. Lo spiega Andrea Tornielli nel suo Inchiesta su Gesù. Nascita, morte e Resurrezione. Misteri, leggende e verità (Gribaudi, 2014), una rigorosa indagine storica con alto spessore apologetico, sui racconti evangelici. Infatti, di quell’evento miracoloso non ci sono paralleli possibili, né nell’ambiente pagano né in quello cristiano, non ci sono “miti” fondativi paralleli a cui ricorrere per spiegare la “invenzione” di questa novità assoluta. Perché le antiche “ierogamie”, cioè le unioni delle divinità con l’uomo, implicano sempre un dio di sesso maschile che in forma umana feconda una donna tramite rapporto carnale. Non esiste, invece, alcun esempio di concepimento “verginale” nelle religioni del mondo, né tantomeno in quelle pagane del primo secolo, che avrebbero potuto ispirare gli autori del Vangelo. I quali, evidentemente, raccontano un fatto realmente accaduto. Un libro da non perdere.
PARTIGIANI COMUNISTI
Partigiani italiani che uccidono altri partigiani: è accaduto varie volte nella guerra civile che si combatté in Italia nel biennio 1943-1945. Nel suo Bella ciao. Controstoria della resistenza (Rizzoli, 2014), Giampaolo Pansa racconta – tra molte altre – anche la storia di Giovanni Rossi, capo di una banda partigiana, non comunista, che operava sull’Appennino modenese. Giovane alto, robusto, sempre pronto ad esporsi, primo nell’assalto e ultimo nel ripiegamento. Aveva al suo seguito una settantina di uomini ma – questo il suo “peccato mortale” – non aveva intenzione di sottostare ai dictat dei partigiani comunisti che operavano nella stessa zona. E che non tolleravano “concorrenti”. Il problema fu presto “risolto”: il 28 febbraio 1944, il vertice del Pci di Reggio Emilia, con l’assenso dei compagni di Modena, spedì due sicari nella base del Rossi, a Monterotondo, località di Frassinoro, che uccisero Giovanni Rossi colpendolo nel sonno.
DEPOSIZIONI
Nel suo Teologia della perfezione cristiana, Royo Marin ricorda che la principale disposizione interna per partecipare alla S. Messa è quella di identificarsi con Gesù Cristo che si immola sull’altare, offrendolo a Dio Padre e offrendosi con Lui, in Lui e per Lui. Tanto è importante anche una sola S. Messa che – secondo alcuni autori – per celebrarla o ascoltarla occorrerebbero ben tre “eternità”: una per prepararsi, una per celebrarla o ascoltarla e una per fare il ringraziamento.
FEDE EROICA
Il servo di Dio Matì Prendushi, francescano albanese, fu arrestato nel 1946 dalle autorità comuniste e processato con l’accusa di avere complottato contro il regime. Al processo, testimoniò contro di lui – e contro altri eroici religiosi – un sacerdote traditore. Questa testimonianza fu decisiva perché Padre Matì venisse condannato a morte. Appena letta la sentenza capitale, il religioso chiese al giudice il permesso di salutare i confratelli condannati, chi a morte e chi a pene detentive. Sotto gli occhi di tutti, Padre Matì si rivolse per primo al sacerdote traditore, dicendo: «Io ti perdono con tutto il cuore per tutte le menzogne che hai detto contro di me e contro gli altri tuoi fratelli. Pregherò Dio che abbia misericordia di te e ti perdoni come sto facendo io in questo momento». Poi lo abbracciò. Venne fucilato a Scutari l’11 marzo 1948. Le sue ultime parole davanti al plotone di esecuzione furono: «Viva Cristo». La sua vicenda è raccontata da un condannato alla prigione in quello stesso processo, Padre Zef Pllumi, in uno splendido libro: Il sangue di Abele. Vivi per testimoniare (Diana Edizioni, 2014).
PREGHIERA SULLE… ROVINE
Il cardinale vietnamita Nguyen van Thuan (1928-2002) fu perseguitato dal regime comunista e trascorse tredici anni di carcere e confino. Una volta – si legge nella bellissima biografia di André Nguyen van Chau, Nguyen van Thuan. Il miracolo della speranza (San Paolo, 2014) – incontrò in cella un colonnello comunista condannato per corruzione. Questi, per essere liberato presto, si offrì di spiare il cardinale e di riferire alle autorità ciò che avrebbe udito da lui. Ma il cardinale, pian piano, riuscì a guadagnare la stima del colonnello il quale – dopo aver relazionato alle autorità sul cardinale – fu liberato. Prima di lasciare la cella, il colonnello promise a van Thuan che avrebbe pregato per lui in un santuario dedicato a Maria che si trovava presso la sua abitazione. «Ma lei non è cristiano», gli disse il cardinale. «È vero – rispose il colonnello – ma per lei andrò al Santuario e dirò alla Madonna che lei ha bisogno di aiuto e che dovrebbe affrettarsi a mandarglielo». Saputo dal cardinale che il santuario era stato distrutto, il colonnello ribadì: «Allora pregherò per lei sulle rovine».
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