Un libro semina confusione su un problema drammatico e diffuso. Per poter veramente accogliere e aiutare servono certezze sulla verità. L’aiuto del Magistero.
Le mani del vasaio. Un figlio omosessuale: che fare? di don Domenico Pezzini (Ancora, 2004) è un libro che si rivolge ai genitori che scoprono di avere un figlio con un problema omosessuale e che cercano consiglio e sostegno. Scritto da un sacerdote e docente universitario, avrebbe le premesse per una riflessione seria e adeguata su un tema che sta diventando importantissimo nella vita quotidiana. Invece non è così e cercherò, sinteticamente, di spiegare perché.
Ai genitori don Pezzini risponde che se vogliono essere dei bravi genitori devono «accogliere», «comprendere» e «aiutare» il figlio omosessuale. Questi tre verbi sono i titoli delle tre parti in cui è diviso il libro.
Accogliere: «Continuo a credere che l’omosessualità esista da quando esiste l’umanità – scrive don Pezzini – e che di fatto compaia, seppure sotto forme svariate, in molte culture, se non proprio in tutte. Mi chiedo se possa essere qualificato come “fatalismo” l’accettare un dato di fatto così abbondantemente dimostrato, e se sia lecito orientare una persona a essere quello che non è, a violentare la propria natura in nome di una “natura” che finisce per essere la sacralizzazione di una maggioranza, certo vitale per la prosecuzione dell’umanità, ma non al punto da escludere chiunque non si ritrovi nella identità eterosessuale, o faccia scelte (si pensi ai celibi) non finalizzate alla continuazione della specie umana» (pp. 32-33).
Comprendere: “In questo capitolo si vorrebbe partire da qui per suggerire una serie di tappe lungo le quali far crescere la propria “comprensione” dell’omosessualità secondo una visione più articolata, più complessa e, alla fine, più vera» (p. 37).
Aiutare: «C’e un lungo apprendistato da fare su cosa sia un amore autentico, su cosa conti il corpo nella relazione affettuosa, su quali siano le strategie per costruire un rapporto solido, su come si possano superare attriti, incomprensioni, litigi. ‘in questo ambito, l’esperienza degli omosessuali non è diversa da quella degli eterosessuali, e qui si può creare un utile terreno di confronto tra genitori e figli» (p. 83).
«C’e chi trova orrendo che due omosessuali abbiano rapporti omosessuali; io trovo più orrendo che due omosessuali, liberi dai vincoli di una famiglia, vivano egoisticamente da irresponsabili, scialacquando Ie loro risorse in vacanze e abiti firmati» (p. 84).
Chi crede, sulla scorta del Magistero, che l’omosessualità sia una inclinazione «oggettivamente disordinata» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2358) ha una posizione fondamentalista, approssimativa e offensiva della ragione, secondo don Pezzini, dalla quale va tecnicamente guarito (per don Pezzini si tratta addirittura di una «sindrome», cfr. p. 28); invece, chi riconosce la sostanziale bontà e la naturalità dell’omosessualità è ovviamente persona sensata e matura.
Come risolve don Pezzini il contrasto tra le sue idee e l’insegnamento del Magistero? Innanzitutto, secondo il sacerdote, non e vero che Ia Scrittura condanni l’omosessualità: si tratta semplicemente di «valutare le testimonianze bibliche» (p. 49) e di ricondurre i passi della Scrittura «al loro contesto storico» (ibidem). Ad esempio don Pezzini, citando altri autori, spiega che il peccato di Sodoma (Gn 19, 1-11) non sarebbe I’atto omosessuale, ma «un peccato contro I’ospitalità» (p. 50); e che san Paolo, (Rm 1, 26-27), non condanna gli atti omo- sessuali ma… l’idolatria (p. 52).
II punto centrale del problema sollevato mi pare consistere nell’accettare o meno l’esistenza di una natura data,. che ciascuno riceve da Dio e non può cambiare se non andando incontro al rifiuto di sé: nessuno ha una natura omosessuale. Gli omosessuali hanno – come tutti – una natura eterosessuale che non ha trovato, per vari motivi, un adeguato sviluppo; così scriveva lo psicoterapeuta Irving Bieber in una sua importante ricerca sull’omosessualità: “E nostra opinione che ogni omosessuale sia, in realtà, un eterosessuale “Iatente”» (I. Bieber e coll., Omosessualità, “II Pensiero Scientifico” Editore, 1977, p. 241). Anche per questo motivo va aiutato con la massima disponibilità a ritrovar la propria condizione naturale, nella convinzione che il Signore non cesserà di amarlo e aiutarlo neppure per un attimo.
BIBLIOGRAFIA
Catechismo della Chiesa Cattolica, libreria Editrice Vaticana, 1999,2 ed., 2357 – 2359.
Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 1 ottobre 1986.
Josepb Nicolosi, Omosessualità maschile: un nuovo approccio, Sugarco, 2002.
J. Nicolosi, L Ames Nicolosi, Omosessualità – Una guida per i genitori. Sugarco, 2003
Mario Palmaro, Omosessualità? Si può uscirne, in “Il Timone”, n. 25, maggio/giugno 2003, pp. 43 – 45.
Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo, 31 maggio 2004.
IL TIMONE N. 38 – ANNO VI – Dicembre 2004 – pag. 10