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14.12.2024

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Pacifisti?
31 Gennaio 2014

Pacifisti?

• NON SONO PACIFISTI,
BENSÍ SOLDATI
DI UN’ALTRA GUERRA •

Carissimi,
vi debbo un grazie speciale. L’appello lanciato sull’ultimo numero del Timone dell’anno passato è stato accolto da molti di voi. Con risultati strabilianti: nei primi due mesi di quest’anno, avete compilato oltre duemila bollettini di conto corrente postale, una quantità pari ad un terzo del numero di bollettini giunti lo scorso anno. Stiamo raggiungendo quota 7.000 abbonati e le prospettive di crescita sono incoraggianti.
Continuate a sostenerci generosamente. La speranza di passare nel 2004 a periodicità mensile si fa in tal modo concreta. Per merito vostro. Mi confermate altresì nella certezza che ci volete un gran bene, che avete a cuore il nostro bimestrale, apprezzate quanto andiamo scrivendo, ci incoraggiate a tenere vivo questo strumento che, stando alle lettere che inviate numerose, contribuisce alla vostra formazione, offre argomenti per proporre e difendere la ragionevolezza della fede cattolica, infonde fiducia e amore alla Chiesa e al Papa. E alimenta la fierezza di essere cattolici, con umiltà, certo, ma anche con quella gioia intensa che nasce dalla fede donataci da Dio.
Andiamo avanti. Andiamo avanti anche in questi tempi che si preannunciano cupi e difficili. Potete bene immaginare quanto sia preoccupato, come tutti voi, per il problema della pace trai popoli. Ma – mi conoscete bene – sapete anche della mia impossibilità ad omologarmi alla moltitudine di “pacifisti” che affolla le nostre strade con variopinti cortei.
Molti di loro sono sinceramente in ansia per le conseguenze della guerra in Iraq, ma dimenticano che è già in atto, in quasi tutto il mondo, una guerra che è la “madre di tutte le guerre”, quella che si combatte contro Dio e le sue creature, specialmente le più innocenti ed indifese.
Il Papa l’ha chiamata “guerra tra la cultura della vita e la cultura della morte” (Evangelium vitae). In questa battaglia, due eserciti si affrontano da tempo. Nel primo, il Papa annovera i paladini dei diritti di Dio e dell’uomo, i difensori della vita umana, fin dal concepimento, i custodi della dignità che all’uomo spetta perché creato da Dio a sua immagine e somiglianza.
Nel secondo, il Santo Padre include le forze che operano al servizio della morte, e tra queste specialmente quelle che promuovono, finanziano e praticano l’aborto e l’eutanasia.
Ebbene, bisogna pur dire, anche in questi momenti così drammatici, che tra i fautori della cultura della morte si contano proprio tanti (non tutti, sia chiaro, ma tanti) dei suddetti “pacifisti”. I quali si scandalizzano per la guerra in Iraq, ma nel frattempo combattono con accanimento, quasi senza avversari purtroppo – una spietata battaglia contro la vita innocente.
Duole dirlo, ma anche per tale ragione, che non può passare inosservata, non mi pare il caso di considerarli “pacifisti”; piuttosto, sono soldati di un’altra guerra, che miete un numero di vittime immensamente superiore a quelle causate dai pur tremendi conflitti del secolo scorso e di quello dell’Iraq.
Potrei sbagliarmi, è chiaro, ma sono del parere che questo tipo di “pacifisti” non ami affatto la vera pace. AI contrario, sono pronti a schierarsi con ferocia contro chi osi ricordare loro che un bambino nel grembo di una madre è una vita umana innocente, e che nel mondo l’aborto, di bambini così, ne uccide cinquanta milioni all’anno. Cinquanta milioni di bambini ammazzati, cari lettori, per i quali non ho visto sventolare alcuna bandiera arcobaleno. Uno sterminio dimenticato, di cui tanti “pacifisti” non vogliono prendere atto .
Preghiamo e lavoriamo per la vera pace e digiuniamo perché Dio conceda a noi e ad ogni uomo un cuore mite. Preghiamo con fede, realisticamente consapevoli che fino alla fine della storia, da qualche parte, ci sarà sempre un uomo che odierà un altro, lo combatterà, tenterà di sopprimerlo. È questa la triste eredità del peccato originale, dalle cui conseguenze ci libera solo Gesù Cristo, il Signore della storia, del Quale molti “pacifisti” fanno volentieri a meno.
Cari lettori, fino a quando voi continuerete a sostenerci con la preghiera, con la vostra vicinanza ed amicizia, e con offerte generose, continuerò a dire e scrivere queste cose. Non piaceranno a molti, lo so. Ma a me importa che piacciano a voi. E a Dio!


IL TIMONE N. 24 – ANNO V – Marzo/Aprile 2003 – pag. 3

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