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14.12.2024

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Primo comandamento: non avrai altro Dio
31 Gennaio 2014

Primo comandamento: non avrai altro Dio

 

 

 

I primi tre comandamenti riguardano il rapporto con Dio, cinque riguardano il rapporto con gli altri, e gli ultimi due quello con se stessi.

È evidente che questi tre rapporti sono strettamente legati fra di loro, ma non a caso il rapporto con Dio viene comandato per primo, perché contiene inevitabilmente ogni altro comportamento. Tutti quanti i comandamenti sono necessari per vivere nella santità ed entrare nella vita eterna; quando il giovane ricco chiese a Gesù come si fa ad entrare nella vita eterna questi rispose: “Se vuoi entrare nella Vita osserva i comandamenti” (Mt 19,17). Ma il primo comandamento viene da Cristo chiamato “il massimo”, perché chi lo osserva amando Dio con tutta l’anima, osserva certamente anche tutti gli altri.
La Chiesa sintetizza il primo comandamento nella nota formula catechistica “Io sono il Signore Dio tuo: non avrai altro Dio all’infuori di me”, mentre la Bibbia ci aiuta a collocarlo nel contesto del popolo d’Israele appena liberato tramite Mosè, ma ancora a rischio di contaminazioni idolatri che: “lo sono il Signore tuo Dio che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione di schiavitù; non avrai altri dei di fronte a me; non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque, sotto terra; non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai; perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi” (Es 20,2-6; Ot 5,6-10). La sovranità e la signoria di Dio, creatore di tutto, è quindi per il credente indiscussa. È anche ciò che Cristo oppone a Satana durante le tentazioni nel deserto: “Vattene Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui 5010 rendi culto” (Mt 4,10). Il cristiano deve costruire dentro di sé una gerarchia dei valori in cui Dio è sempre e solo al primo posto. Non si tratta solo di un ordine morale o di un ideale; ma di un amore fermo, totale, assoluto e incondizionato. Dio deve essere istante per istante il punto di riferimento nelle mie scelte, nelle mie azioni, nei miei pensieri, nei miei desideri, nei miei programmi, nell’organizzazione della giornata.
Gesù è molto chiaro su questo punto: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Mt 22,37). Certo, solo la Grazia può operare questo, ma per fare posto alla Grazia occorre sgombrare il cuore da una moltitudine di pietre che continuamente minacciano di intasarlo. Ecco alcuni esempi di trasgressione al primo comandamento: essere egocentrici; condurre un’esistenza senza Dio o senza preghiera; essere idolatri verso un’ideologia, verso uno stile di vita non cristiano, verso il desiderio di potere, di sesso, di denaro, verso un qualsiasi idolo umano (che può anche essere il proprio partner se lo si sostituisce a Dio); ma si può anche essere idolatri verso se stessi, quando ci si tributa ozio, vizi, lusso, spese ingiustificate. Si tradisce Dio anche con le varie forme di superstizione, credendo nella fortuna, nella magia, ricorrendo a medium o indovini. Ed anche con l’ateismo, il satanismo, il torpore spirituale, l’agnosticismo (inclusa ogni mancata ricerca di Dio o delle sue verità), o l’autoreferenzialismo, cioè la pretesa di costruire da sé la propria visione religiosa, senza riferirsi alla Sacra Scrittura o al Magistero, o attingendo dalle altre religioni secondo i propri gusti. In senso ampio tutto può essere peccato se esclude Dio dal primo posto nei pensieri, nella vita, nel cuore.


 

 

IL TIMONE N. 28 – ANNO V – Novembre-Dicembre 2003 – pag. 61

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