Una delle maggiori figure nel panorama della teologia. Un Cardinale che ha dedicato la vita agli studi sulla Chiesa, senza mai dimenticare di essere un sacerdote dedito alla celebrazione della liturgia e alla direzione spirituale.
Come i primi secoli cristiani hanno volto lo sguardo alla crristologia e alla teologia trinitaria, come l'epoca tridentina ha approfondito il Settenario sacramentale, così il secolo XIX ha visto una fruttuosa rinascita ecclesiologica. Il Magistero pontificio e conciliare (dalla prima alla seconda Assise del Vaticano) orienta ripetutamente la propria attenzione al mistero della Chiesa: da san Pio X, con il suo Instaurare omnia in Christo e la promozione delle associazioni cattoliche laicali, passando da Benedetto XV per giungere a quello che, malgrado le attuali dimenticanze, può essere considerato l'apice ecclesiologico del '900: l'Enciclica Mystici Corporis Christi (1943) di Pio XII, tutta incentrata sull'analogia paolina del Corpo mistico di Cristo (Col 1 ,24).
Ritroviamo lo sviluppo più pertinente di questa teologia del Corpo mistico in una della maggiori figure del panorama teologico: il cardinale Charles Journet .
Tratti biografici
Nato nella Svizzera calvinista, il 26 gennaio 1891 a Ginevra, da famiglia della piccola borghesia, Charles Journet ascolta ben presto la voce del Signore che lo chiama a vita sacerdotale. Dopo la frequentazione del Seminario Maggiore di Friburgo e l'Ordinazione sacerdotale (1917), scopre che il proprio apostolato non ha quale terreno fertile la vita parrocchiale, ma i banchi delle aule scolastiche. Ancora giovane, diviene docente di teologia dogmatica presso lo stesso seminario della sua formazione, allora focolaio della rinascita tomista promossa da Leone XIII (Enc. Aeterni Patris) e dai successivi pontificati. Ciononostante, la vita di don Journet non si riduce all'isolamento in una torre d'avorio; al contrario, non cessa mai di esercitare il ministero pastorale, sia nella celebrazione della S. Messa, sia nella direzione spirituale.
Grazie alla rifioritura degli studi tomistici in tutta Europa, ha modo di prendere parte a una delle principali iniziative di studio e crescita spirituale della cultura francese, i Cercles de St. Thomas, insieme a personalità come p. Garrigou-Lagrange ed i coniugi Maritain.
Il frutto concreto dell'amore riversato nella ricerca teologica – siamo nel 1926 – è la nascita di una nuova rivista scientifica, Nova et vetera, fondata con un giovane abbé François Charrière (1893- 1976), futuro vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo. Il suo impegno negli studi di antropologia filosofica e teologica lo porta, durante il secondo conflitto mondiale, a prendere netta posizione contro lo spreco di vite umane, in difesa della creatura immagine e somiglianza di Dio.
Il 20 febbraio 1965, per l'imposizione delle mani dell'amico mons. Charrière, viene consacrato vescovo, prendendo il titolo arcivescovile di Forno Minore (Tunisia). Tale consacrazione è tuttavia solamente "funzionale" all'imposizione della berretta cardinalizia, che avviene due giorni dopo per mano del Pontefice Paolo VI (1963-1978), in quanto, per disposizione di Giovanni XXIII (1958-1963), dal 1962 (Motu Proprio Cum gravissima) è richiesto che tutti i candidati al cardinalato ricevano l'Ordinazione episcopale (nondimeno, non mancheranno in seguito delle eccezioni). In qualità di cardinale diacono riceve la sede romana di Santa Maria in Portico in Campitelli. Aspetto non secondario, anzi di rilievo, è che grazie all'elevazione alla dignità episcopale, partecipa di diritto all'ultima sessione del Concilio Ecumenico Vaticano Il, svoltasi tra il 14 settembre e 1'8 dicembre 1965; per contro, non può intervenire direttamente sulla costituzione che più l'avrebbe potuto vedere protagonista, quella ecclesiologica, Lumen Gentium, approvata l'anno precedente. A causa però della sua marcata sordità, il cardinale prende parte solo raramente alle congregazioni generali. Nonostante il suo iniziale entusiasmo, presto il cardo Journet si rende conto delle difficoltà che stavano sorgendo: dapprima sostenendo il Pontefice nella riaffermazione della dottrina tradizionale della Chiesa sul matrimonio, in seguito constatando, suo malgrado, la potente crisi che stava attanagliando la Chie sa (èfr. R. de Mattei, Il Concilio Vaticano Secondo. Una storia mai scritta, pp. 464, 479,555).
Ormai stanco della lunga e intensa vita, dedita all'apostolato teologico senza posa, una brevissima malattia lo porta alla morte il 15 aprile 1975, all'età di 84 anni.
Tratti bibliografici
Il fulcro teologico dell'opera di Charles Journet è la trattazione ecclesiologica. Il suo nome resterà sempre legato all'imponente studio L'Église du Verbe Incarné. Essai de théologie spéculative (1941,1951,1969). Il lavoro, che consta nell'edizione originale di ben tre volumi, attraversa tutte le possibili tematiche ecclesiologiche: dalla fondazione alla struttura gerarchica, dalle "note" della Chiesa alla connessione con la mariologia, fino all'estensione della Chiesa nella comunione dei Santi. Per non scoraggiare il lettore dall'intraprenderne lo studio, suggerisco un approccio più leggero, rimandando alla lettura di Teologia della Chiesa (1965), compendio dei primi due tomi. Se dovessi scegliere una tematica rappresentativa, senza dubbio l'opzione ricadrebbe sul rapporto Chiesa/peccato. Per Journet, riprendendo e rileggendo l'affermazione ambrosiana della Chiesa casta meretrix, nella Chiesa militante e pellegrina è sempre possibile la presenza dei peccatori che, nella misura del loro peccato, assottigliano, per così dire, il loro legame alla Madre. Ciononostante la Chiesa, quale realtà soprannaturale e Corpo mistico di Cristo, non perde mai la propria santità in virtù della divinità del suo Capo; il cardinale non esita a questo proposito a parlare addirittura di miracolo.
Nel 1947 il teologo svizzero dà alle stampe l'opera Introduction à la théologie, trattato fondamentale nel quale, riprendendo l'impianto di san Tommaso d'Aquino e l'elaborazione successiva, in particolare di Melchior Cano (1509-1560) e dell'enciclopedia teologica del '700, offre la mappa delle diverse discipline teologiche, della loro interconnessione, nonché la centralità dello stesso mistero di Dio come fulcro organizzatore e unificatore.
Sul fronte antropologico, importante è il saggio sul male: Le mal (1961). La domanda basilare della teodicea è sviluppata in ogni suo aspetto: dalla natura del male al male della natura, dalla permissione di Dio del male alla sua ripercussione escatologica (l'inferno). Conclude con uno sguardo di speranza: come guardare il male? Ecco allora la proposta di quattro prospettive: lo sguardo di Dio, lo sguardo dei santi, quello della santa Vergine e l'ultima domanda del Padre nostro.
Per riassumere l'opera del cardinale Journet, non possiamo trovare conclusione migliore che soffermarci sul suo saggio del 1963 Le Oogme, chemin de la foi. Già nel titolo è racchiusa la prospettiva interpretativa: il dogma come cammino è la sola lettura cattolica possibile dello "sviluppo" dogmatico, come già nel secolo precedente aveva ricordato il beato John Henry Newman (1801- 1890) nel suo An essay on the development of christian doctrine (1845). Il dogma non muta il deposito della Rivelazione; piuttosto che essere rappresentato da una linea retta che prosegue verso un non precisato infinito-indefinito, esso è un punto fermo che affonda nella verità. Ecco allora il parallelo con la virtù teologale della fede: la fede non muta, può solo essere coltivata e accrescersi, fino alla visione beatifica, piena luce della Verità, che è Dio. Solo allora non ci sarà più posto per la fede, come per la speranza, ma solo per l'amore di Dio, in Dio, che è Dio. «Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! (1Cor 13,13). •
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«La Chiesa è una realtà nel mondo, che si offre allo sguardo di tutti, ma che non tutti conoscono», (C. Joumet, TeOlogia della Chiesa, Marietti, 1965).
Per saperne di più …
AA. VV., Charles Journet. Un témoin du XXe siècle, Parole et Silence, 2003.
C. Joumet, Introduzione alla teologia, Edizioni Paoline, 1956.
C. Joumet, Il dogma, cammino di fede, Edizioni Paoline, 1964.
C. Journet, Teologia della Chiesa, Marietti, 1965.
C. Joumet, Il male. Saggio teologico, Boria, 1993.
C. Joumet, L'Église du Verbe Incarné, Éditions Saint-Augustin, 1998-2005.
E. Lemlère, Charles Journet. L'aurore d'une théologie de l'Église, Parole et Silence, 2000. Le Oeuvres complètes di C. Journet sono edite in lingua francese dalle Éditions Saint-Augustino Una bibliografia completa è disponibile sul web: www.teol.de/nopublic/bi-journ-htm
Il Timone – Novembre 2014