Negata a una donna la possibilità persino di vedere la figlia appena nata, data subito in adozione. Il motivo? Non aveva abortito come le avevano chiesto i servizi sociali, che l’avevano giudicata «povera moralmente e materialmente» e inadatta a essere genitore
«Quanto dolore feroce e inutile»
Dopo che l’ultratrentennale legge sull’aborto ha consentito di eliminare legalmente milioni di creature innocenti, creando una mentalità per cui la vita non è più un dono da accettare, siamo arrivati addirittura alla “criminalizzazione” della maternità. «Sgomento,repulsione, disgusto, vergogna, sdegno»: questi i sentimenti espressi da Giordano Bruno Guerri in un articolo a difesa delle ragioni di una madre che ha avuto il torto, per le istituzioni assistenziali, di voler mettere al mondo ugualmente sua figlia, nonostante le pressioni ad aderire all’aborto. Ha aggiunto il commentatore: «Quanto dolore feroce e inutile ». Una posizione laica pienamente apprezzata e condivisa da monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro: «Uno Stato che nella sua Costituzione mette al centro la persona e la famiglia avrebbe dovuto aiutare una madre desiderosa di compiere la sua personalità nella maternità e, a fronte di difficoltà economiche, avrebbe dovuto cercare, innanzitutto, di aiutare questa donna a migliorare la sua situazione e a non intervenire brutalmente togliendole la figlia».
Ciò che è accaduto a Trento, e che potrebbe accadere ovunque, «ricorda l’arroganza e la violenza dei regimi totalitari». Forse aveva ragione la grande studiosa ebrea Hannah Arendt che, osserva ancora monsignor Negri, «denunciava 50 anni fa la possibilità che la stessa democrazia delle procedure corrette… avrebbe potuto assumere il volto del totalitarismo». La Arendt parlava di «democrazia totalitaria», intesa come una concezione totalitaria della vita sociale. Conclude il vescovo di San Marino: «Non so se la cosa si risolverà con interventi alle varie istanze di appello; resta il fatto che è stato compiuto un delitto innominabile contro una persona, contro la sua libertà, contro il sacrosanto diritto a generare figli e a poterli educare come persone libere e responsabili, generate in un contesto familiare… La colpa di questa donna – diciamo le cose con chiarezza – non è stata forse quella di essersi opposta alla volontà di coloro che volevano farla abortire? E tutta questa vicenda può essere intesa anche come una orrenda rappresaglia verso chi non aveva accettato la logica dominante che alla prima difficoltà nel parto, di qualsiasi tipo, risponde con l’aborto, che è il modo sentito più indolore per risolvere questioni che, invece, dovrebbero essere risolte con ben altra responsabilità e capacità».
«Troppa umanità, basta figli»
A conferma del crescere di una mentalità che è contro la maternità, due esempi significativi.
Un noto settimanale femminile ha dedicato di recente un ampio servizio ai cosiddetti adulti “no kids” o “child-free”, ovvero coloro che sostengono che vivere senza avere figli è meglio. Non solo perché l’esistenza sarebbe meno stressante, ma anche perché ci si sentirebbe dei “benefattori”. Infatti ogni nuovo essere umano costerebbe – secondo i dati forniti dal settimanale – 9441 tonnellate di anidride carbonica, considerata un killer dell’ambiente. Ecco perciò che non prolificare diventerebbe un gesto d’altruismo verso il pianeta e cercare un partner cui promettere “eterna infertilità” assumerebbe il carattere di una nuova forma vocazionale. Come ha scritto l’autrice di best seller Elizabeth Gilbert: «Mi basta essere zia».
La tesi dell’infertilità come atto eroico è stata poi ripresa e ampliata alla grande dal noto divulgatore Corrado Augias, che in una trasmissione televisiva ha lanciato lo slogan: “Troppa umanità, basta figli”. Abituato a pontificare su politica, morale e religione, questa volta il Nostro si è avventurato sul terreno della demografia, della natalità e della denatalità, raccontando che ogni volta che vede una donna incinta la ammonisce ricordandole che nel mondo siamo «quasi dieci miliardi», cioè troppi. Una sola osservazione, a commento. E cioè che in Augias, sulla mancanza di delicatezza, evidente, prevale la crassa ignoranza. Non solo non siamo dieci miliardi, ma non ci arriveremo, se ci arriveremo, prima del 2040, con una tendenza successiva a scendere. Non solo: dal momento che Augias le donne incinte immagino che le incontri in Italia, e non nella savana africana, sappia che la popolazione europea è in rapidissimo declino: se nel 1950 gli abitanti dell’Europa costituivano poco più di un quinto dell’intera popolazione mondiale, in prospettiva nel 2050 saranno solo il 7 per cento del totale degli abitanti del pianeta. I continenti dove la crescita demografica sarà eccezionale sono l’Africa e, in misura più contenuta, l’America Latina. Se crede, Augias potrà recarsi laggiù a emanare le sue mortifere sentenze.
A noi piace invece ribadire che ogni creatura che viene al mondo è un dono di Dio da accogliere ed educare, dovunque nasca, in qualunque epoca, in qualsiasi condizione. E facciamo nostra la preghiera di monsignor Negri, che ha affidato la piccina di Trento sottratta alla madre naturale «alla protezione della Beata Vergine delle Grazie perché, al di là e al di sopra di tutta la violenza mascherata di correttezza procedurale, la Madonna protegga questa madre e sua figlia».
IL TIMONE N. 97 – ANNO XII – Novembre 2010 – pag. 14 – 15
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