Sant’Agostino aveva ragione: l’esclusione di Dio dalla società porta alla morte dell’uomo. Molti cattolici sprovveduti non lo hanno capito. Il nuovo imbarbarimento.
Nel secolo che sta per concludersi, abbiamo visto in atto – per la prima volta nella storia in dimensioni così gigantesche – il tentativo di costruire delle società umane facendo a meno di Dio e della sua legge, anzi in opposizione esplicita alla sua legge. Donde l’origine di tale tentativo? Va ricercata nella grande filosofia anticristiana tedesca, la quale a partire da Hegel e passando per Feuerbach, Marx e Nietzsche, ha portato alla proclamazione della “morte di Dio”. Tutte le immense stragi del nostro secolo – sia comuniste che naziste – sono derivate in via diretta da quella filosofia.
Ovviamente l’esclusione di Dio dalle società comuniste e da quella nazista non ha portato alla Sua morte. Constatiamo che ha portato alla morte di un numero sterminato di esseri umani.
Non dobbiamo stancarci di ricordare le statistiche di quelle stragi: 25 milioni di vittime nell’ambito nazista; mentre nell’ambito comunista 60 milioni in Russia, 150 in Cina, da 2 a 3 milioni in Cambogia, 2 milioni in Corea del Nord, 1 in Vietnam, 1.700.000 in Africa, 1.500.000 in Afganistan, 1 milione nell’Europa dell’Est. Un numero così inconcepibile di morti, i non cristiani non riescono a spiegarselo, come non riescono a spiegarsi un secolo Ventesimo improvvisamente tornato alle caverne, dopo un Diciannovesimo tutto sommato civile. Le spiegazioni proposte dai “laici” infatti – per esempio, il culto della personalità di Stalin, o che Hitler fosse un gangster, come suggerisce Brecht – non spiegano assolutamente niente. Ai cristiani invece non è difficile individuare in quel terribile processo storico l’alterno sovrapporsi delle due “città”, che stanno nella visione cristiana della storia formulata e trasmessaci dal filosofo Agostino. La “città (o società) terrena”, che esclude Dio dal proprio ambito, e la “città (o società) celeste”, che invece gli fa spazio, e cerca di costruirsi secondo i suoi insegnamenti. Di solito, dice il filosofo, le due società si presentano mescolate tra loro, secondo proporzioni che variano. Ed è appunto la prevalenza alterna dell’una o dell’altra a costituire il vero filo conduttore di tutta la storia degli uomini. Avverte ancora Agostino: i costruttori della “città terrena” – indipendentemente dalle loro intenzioni – finiscono sempre col comportarsi alla maniera del “principe di questo mondo” di cui parla il Vangelo, cioè, piaccia o non piaccia, del Demonio. Ora noi sappiamo, perché ce lo dice il Vangelo, che gli attributi specifici del Demonio sono di essere “omicida”, “menzognero”, e “scimmia di Dio”. Ecco: nel nostro secolo in due distinti ambiti, appunto quello comunista e quello nazista, è stata portata avanti la costruzione di due società “terrene” senza quasi mescolanze con società “celesti” che, se anche imperfette, avrebbero come in passato costituito un ritegno. In particolare, senza più la presenza del timor di Dio, del quale era stata proclamata la “morte”. Per questo in tali due ambiti si sono verificati anzitutto quegli omicidi su scala così inconcepibile; in secondo luogo vi sono comparse delle menzogne sistematiche, addirittura due articolati, giganteschi sistemi di menzogne, presentati come modernissima scienza della società: ed erano tali sistemi ad alimentare di continuo gli omicidi; in terzo luogo si è preteso di imporre
ai cittadini quei coacervi di errori e menzogne in sostituzione della fede portataci da Cristo: il che fu, né più né meno, comportamento da “scimmie di Dio”. Oggi, la scarsa presenza della cultura cristiana nel dibattito culturale mondiale (incredibile, dopo che la storia ha dimostrato in pieno, nel nostro secolo, la fondatezza di tutti i suoi assunti) è causata soprattutto dall’azione di molti cattolici che si sono idealmente e politicamente schierati a fianco dei comunisti e dei “laici” di sinistra. Tali cattolici, chiudendo gli occhi sulle terrificanti cose che tutti abbiamo vissuto, preferiscono seguire le indicazioni di alcuni falsi maestri ormai scomparsi (capifila Maritain, e per l’Italia Dossetti) e vedono nei comunisti e nelle sinistre “laiche” i più efficaci difensori degli interessi dei poveri e della gente meno difesa. L’amore evangelico (adesso si usa dire “la solidarietà”) per i poveri, determina perciò quei cattolici alla collaborazione sistematica coi comunisti e i loro eredi, e con le sinistre in genere, verso cui -soprattutto certi sprovveduti – assumono atteggiamenti quasi da discepolo a maestro. I più provveduti d’intelletto, mossi dal bisogno (sempre inteso evangelicamente, ahimè) di farsi “lievito” nel mondo delle sinistre, e determinati, in quanto cristiani, a condurre con onestà un “dialogo” con tale mondo, accettano sinceramente dal comunismo e dal laicismo progressista tutto ciò che abbia una parvenza di meno pericoloso per la fede, creandosi così una fede propria, che raggiunge livelli di ambiguità atroce, e la propugnano. La Chiesa, e per essa la gerarchia, sebbene in gravi angustie per la situazione creatasi (si veda il recente libro Meglio il martirio del coraggioso vescovo di Corno mons. Maggiolini), non si risolve a sconfessarli, anche perché diversi pastori, non senza fondamento, considerano la mentalità “laica” talmente preponderante che temono, se le si schierassero contro, di ridurre la Chiesa in uno stato di ostracismo tale da non poter neppure più esercitare la parte di magistero che oggi le è concessa.
Intanto il processo di scristianizzazione non si arresta. Così nuovi cadaveri hanno cominciato ad accumularsi: prodotti adesso dalla droga, e soprattutto dall’aborto (già milioni ogni anno). Ma sta forse per affacciarsi anche qualcosa di più propriamente barbarico: sembra infatti che stia prendendo corpo una sorta d’imbestiamento nuovo, via via più diffuso tra le giovani generazioni private degli ideali cristiani, e ormai di qualsiasi ideale (non potendosi dire tali quelli del consumismo: cioè per i giovani il sesso, l’abbigliamento più o meno eccentrico, la motocicletta e lo sport). Di tale imbestiamento ci sembrano essere indizio, in più d’un paese d’Europa, a cominciare dall’Inghilterra, le lotte a coltello tra bande di giovani (i cosiddetti “uligini”, termine non a caso d’origine russa), che si riducono a livello di bruti tramite ubriacature in occasione di comuni gare sportive (e non solo di queste, tanto che in diversi luoghi la gente non si arrischia più a uscire di casa la sera). In America si sono andati sviluppando altri tipi di selvaggi scontri tra gruppi giovanili, tali da costringere ad esempio il sindaco della capitale Washington a imporre il coprifuoco sui giovani. In Italia è apparso un fenomeno più modesto, ma pure a suo modo indicativo: quello dell’imbrattamento crescente dei muri delle città fino ad altezza d’uomo (macroscopico a Milano) ad opera in genere di minorenni. I quali, evidentemente vuoti di tutto, e in particolare di ritegni, cercano d’imporre all’ambiente circostante l’abbrutimento che sentono crescere in se stessi. Sono per ora soltanto indizi, degni però d’attenzione.
Solo il ritorno della prevalenza della “città di Dio”, ove la Religione sia tenuta nella giusta considerazione e la legge di Dio rispettata ed osservata, consentirà di uscire dal baratro nel quale ci ha gettato questo secolo. È questo il fine della Nuova Evangelizzazione, che sta così a cuore a Papa Giovanni Paolo II. È questa la sola alternativa alla nuova barbarie dilagata nel mondo.
RICORDA
“La Chiesa rinnova ogni giorno, con lo spirito di questo mondo, una lotta che non è nient’altro che lotta per l’anima di questo mondo. Se infatti, da un lato, in esso sono presenti il Vangelo e l’evangelizzazione, dall’altro lato c’è una potente antievangelizzazione, che dispone di mezzi e di programmi e si contrappone con grande forza al vangelo e all’evangelizzazione”.
IL TIMONE – N.5 – ANNO II – Gennaio/Febbraio 2000 – pag. 16-17-18