È nata una nuova rivista, diretta da Roberto De Mattei, che esalta il patrimonio culturale, religioso, civile e politico dell'Europa cristiana. Perché non c'è futuro senza radici.
Il primo numero della rivista Radici Cristiane si fa apprezzare per la scelta di accostare argomenti diversi (storia, religione, politica, cinema, itinerari turistici, tradizioni popolari, arte, scuola) sotto il comune denominatore del riferimento al cristianesimo. Tra le firme di Radici Cristiane figurano anche dei collaboratori del Timone (come Massimo Viglione e Guido Vignelli, o come lo stesso direttore, il professor Roberto De Mattei) che non hanno certo difficoltà a trasferire le loro doti di «apologeti» della Chiesa cattolica nel campo di una pubblicazione che, come recita il sottotitolo, «si ispira ai valori perenni della Civiltà cristiana e della tradizione occidentale». Essere difensori della dottrina e della storia della Chiesa cattolica va infatti di pari passo con il riscoprire il suo patrimonio di valori, nella consapevolezza che esso è anche l'unico autentico fondamento del futuro: «La scelta di "Radici Cristiane" come testata di questa rivista – scrive il direttore nell'editoriale – vuoi essere un atto di fiducia nel futuro del nostro Paese, dell'Europa e dell'Occidente cristiano. Non vi è futuro senza radici, così come non vi sono .edifici senza fondamenta. Le radici irrorano un I organismo e ne permettono la vita e lo sviluppo. Quando questo organismo è una società umana, le sue radici sono le fondamenta spirituali e culturali» (p. 2).
Che il futuro stia nella tradizione è una verità che non dovrebbe aver bisogno di dimostrazione, dato che chiunque voglia prendere sul serio la propria vita deve riconoscere che, senza riferimento alle proprie radici, gli mancherebbe l'energia vitale per paragonare se stesso con il mondo. Di questa verità naturale (confermata dalla Rivelazione e custodita dalla Chiesa) oggi, dopo che il rasoio ideologico del Novecento ha cercato in tutti i modi di costruire un futuro senza passato, non restano però che pallide vestigia.
Ma un altro mondo è possibile e Radici Cristiane non manca di indicare nella vittoria elettorale di Bush (votato dall'«America profonda» di quegli Stati ancora legati a una visione cristiana della vita) una speranza e un modello per l'intero Occidente. Lungo questa linea di lettura (che è politica non nel senso partitico ma in quello autentico del termine), luoghi, tradizioni e personaggi del passato vengono riportati in vita e proposti per l'edificazione del futuro: san Francesco d'Assisi, Carlo I d'Asburgo, la tradizione cattolica dell'Ucraina, il carnevale asburgico di Madonna di Campiglio e quello di Ivrea.
Credo che proprio in questa capacità di apprezzare quanto di bello vive sotto il cielo d'Europa stia lo specifico di Radici Cristiane, che si differenzia da una rivista di apologetica cattolica perché non ha come obiettivo primario la difesa della fede, ma l'esaltazione del patrimonio culturale, religioso, civile e politico dell'Europa cristiana, dal punto di vista di un'intelligenza educata secondo i criteri del bello, del bene e del vero.
Ma la ragione conduce alla fede e allora ben venga Radici Cristiane anche dal punto di vista di una sana apologetica.
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«Non si tagliano le radici dalle quali si è cresciuti". (Giovanni Paolo II, Angelus del 20 giugno 2004).
IL TIMONE – N. 42 – ANNO VII – Aprile 2005 pag. 47