E se dicessimo che i crimini commessi contro i bambini non interessano nessuno? E che le accuse al Papa hanno il solo scopo di screditare la Chiesa? È proprio così. Vediamo perché
Guarda caso, gli attacchi al Papa per la vicenda dei preti pedofili sono cominciati proprio in Germania, la patria di Benedetto XVI. Attacchi devastanti, avanzati dallo stesso governo nella persona del ministro della giustizia, signora Sabine Leuthesser-Scharrenberger. Il Vaticano avrebbe ostacolato le indagini sugli abusi sessuali nelle scuole cattoliche tedesche mentre lo stesso fratello del papa, Georg, per tanti anni direttore del coro dei Passerotti di Ratisbona, avrebbe taciuto su casi di pedofilia avvenuti durante la sua direzione.
Accuse infamanti per il Papa e per la Chiesa. Il “chiacchiericcio” (così il card. Sodano ha definito la campagna stampa contro il Papa) tedesco è però improvvisamente cessato dopo la circostanziata rivelazione del vescovo di Ratisbona, monsignor Gerhard Mueller, che la signora Leuthesser-Scharrenberger, ovvero la più alta carica statale impegnata nel tiro a bersaglio contro il Papa, farebbe «parte dell’Unione umanistica, quasi una franco-massoneria, che considera normale la pedofilia e che vuole depenalizzarla. Questa signora ci critica, mentre dovrebbe criticare la sua stessa ideologia».
Poiché nessuno, almeno che io sappia, ha denunciato il vescovo Mueller per calunnia, salta agli occhi una strettissima analogia fra le sue parole e quelle di Leone XIII. Nell’Humanum genus, la principale enciclica antimassonica da lui composta risalente all’aprile del 1884, papa Pecci scrive: «(…) poiché quasi nessuno è disposto a servire tanto passivamente uomini scaltriti e astuti come coloro il cui animo è stato fiaccato e distrutto dal dominio delle passioni, sono state individuate nella setta dei Massoni persone che dichiarano e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la moltitudine di sfrenata licenza; fatto ciò, esse l’avrebbero poi soggiogata al proprio potere arbitrario, e resa facilmente incline all’ascolto». Sembra proprio che, a distanza di centotrenta anni, la strategia massonica non abbia subito variazioni di rilievo.
Passato il turno della Germania, ad accusare il Vaticano sono subentrate le principali testate inglesi ed americane. L’agenzia Associated Press – una delle più influenti al mondo – si è fatta portavoce di un’inedita implicazione della vicenda “Chiesa-pedofilia”: il Papa potrebbe essere arrestato e processato come criminale contro l’umanità il prossimo settembre, al momento del suo arrivo in Inghilterra.
L’agenzia riferisce di un intenso dibattito legale che verte su una questione cruciale: il Papa è sì e no capo di Stato? Può essere arrestato o no? Chi opta per il sì, come fa Geoffrey Robertson (giudice presso le Nazioni Unite che si occupa della triste vicenda dei bambini-soldato), motiva il proprio parere ricordando che «Il Vaticano non è uno Stato, è un’invenzione del dittatore italiano Benito Mussolini». Vale la pena di ricordare all’Associated Press che le cose stanno un po’ diversamente? Inutile. Quella cui assistiamo è una campagna di disinformazione e criminalizzazione della Chiesa cattolica volta a procurare il suo completo discredito e avente come fine ultimo (lo stesso da duemila anni) il suo annientamento.
Sul carro dell’accusa al Papa, criminale contro l’umanità da sottoporre ad arresto, si sono lanciati i membri del movimento ateo britannico con i suoi intellettuali di punta: Richard Dawkins e Christopher Hitchens.
«Quest’uomo non è né al di sopra né al di fuori della legge», ha tuonato Hitchens. «Stiamo parlando di una persona il cui primo impulso, quando i suoi preti vengono pizzicati con le braghe calate, è quello di coprire lo scandalo e condannare la giovane vittima al silenzio», ha sentenziato Dawkins. Il Primate della Comunione anglicana, a modo suo, non è stato da meno. L’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, l’uomo che ha indirettamente provocato un esodo biblico dalla “chiesa” inglese a causa delle ordinazioni di vescovi omosessuali e donne lesbiche, ha pensato bene di attaccare la Chiesa cattolica irlandese sostenendo che, dopo gli scandali di pedofilia che l’hanno coinvolta, non avrebbe più «alcuna credibilità».
Le accuse di immoralità lanciate da autorevoli personalità inglesi contro la Chiesa cattolica non sono una novità. Anche nell’Ottocento protestante e massonico andava di moda disprezzare ed irridere i cattolici, in particolare i cattolici italiani, a partire dalle loro supposte abitudini sessuali.
Nel 1861 Cavour è appena sceso nella fossa, quando il suo amico ed estimatore, il gran massone lord Palmerston, violando una prassi consolidata che vieta la commemorazione in Parlamento di personalità straniere riservata ai soli sudditi di sua maestà, pronuncia alla Camera parole che hanno dell’incredibile. Agli occhi del primo ministro inglese, Cavour, l’artefice della scomparsa del millenario Stato della Chiesa, ha meriti giganteschi. Ecco con quali parole Palmerston loda il primo ministro italiano: «Abbiamo visto sotto la sua guida e la sua autorità un popolo che sonnecchiava risvegliarsi all’improvviso vigoroso e forte. Questo popolo era in realtà addormentato, inerte, snervato dalla lussuria e dalla ricerca dei piaceri. Ora questo popolo, alla voce di un solo uomo, si risveglia da un sonno secolare, sente in sé stesso la potenza e la forza del gigante, e in poco tempo ottiene quella libertà che per tanti secoli gli era stata rifiutata».
Un anno dopo, sempre alla Camera, lord Palmerston, gran difensore della libertà dei popoli, detta le condizioni della futura libertà pontificia: «Io dico che il potere temporale del Papa cesserà e che Roma, presto o tardi, diverrà la capitale d’Italia! Ma il Papa potrà mantenere la sua dignità come capo della Chiesa cattolica, occupando il Vaticano, e Roma potrà essere nel tempo stesso capitale d’Italia». Otto anni più tardi succederà come da lui auspicato. Disinformazione sistematica, alterazione dei fatti, polverone mediatico.
Da venti anni don Di Noto conduce una battaglia senza frontiere contro la pedofilia, ha denunciato decine di migliaia di siti pornografici, ma nessuno presta attenzione alle sue denunce.
Don Di Noto parla di centosettanta milioni di bambini che subiscono violenza, ma di questo non si fa parola. Si parla invece, e da mesi, di qualche centinaio di preti che si sono macchiati dell’orrendo crimine di pedofilia nei passati decenni. Si urla per far vergognare ogni sacerdote di esser tale e per mettere sotto accusa ogni cattolico.
Un’ultima considerazione: in una società in cui tutto è permesso, ogni pretesto è buono per attaccare il celibato ecclesiastico. Giovani uomini rinunciano alla pratica della loro sessualità? Inconcepibile. Disumano. La Chiesa si deve adeguare. Non è ammissibile che i preti, con la loro vita, dimostrino che si possa vivere, e vivere contenti, anche castamente.
E allora ecco pronto il nuovo atto d’accusa: il celibato facilita la pedofilia. Quindi va abolito.
Stiamo ai fatti: l’ottanta per cento dei pedofili è omosessuale mentre lo è il novanta per cento dei preti (dati prodotti dal sociologo Philip Jenkins, citati da Massimo Introvigne). Di questo si parla? No. Sarebbe omofobia. Stiamo ai fatti: nel 2009, negli Stati Uniti, ci sono stati 62.000 abusi sessuali su minori. Quanti dovuti a preti? Sei. Lo 0,0097%. La morale?
Questa: dei crimini contro i bambini non importa niente a nessuno.
IL TIMONE N. 94 – ANNO XII – Giugno 2010 – pag. 50 – 51