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11.12.2024

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Referendum: evitiamo la barbarie
31 Gennaio 2014

Referendum: evitiamo la barbarie

 

Al referendum non si deve andare a votare. Ecco quattordici ragioni per spiegare che la fivet è sempre ingiusta e, astenendosi dal voto, per non tornare alla giungla procreativa.
Per chiarire gli aspetti etici posti in gioco dal referendum si deve dimostrare che l’embrione è uomo. Di questo tema mi sono occupato sul Timone n. 34 (giugno 2004, pp. 36-38), a cui rimando, e posso qui fare solo una sintesi.
L’uomo è un essere di natura razionale, dunque l’embrione è già uomo perché è potenzialmente e autonomamente capace di compiere operazioni razionali: come ci insegna la biologia, fin dalla penetrazione dello spermatozoo nell’ovocita inizia uno sviluppo autonomo ed inarrestabile, privo di interruzioni e di salti, che consente infine di esercitare le azioni razionali, salvo patologie o interventi esterni. Se l’embrione è uomo allora dev’essere tutelato come ciascuno di noi, perciò la soppressione di un embrione, cioè l’aborto, è un omicidio. Infatti, se l’embrione è uomo, egli ha come ogni uomo una dignità incomparabile, un pregio inestimabile, un valore elevatissimo.
Ma se l’embrione è un uomo possiamo anche valutare la fecondazione artificiale (d’ora in poi fivet), la clonazione, ecc.

1. La fivet comporta la distruzione di moltissimi embrioni, necessari per produrre un bambino. Questo significa che per ogni bambino nato vengono uccisi degli embrioni, cioè si compiono degli omicidi. Le percentuali di successo delle tecniche di fivet sono
solo del 12-15% (e secondo alcuni studi sono ancora più basse): dunque, su 100 embrioni prodotti, almeno 85 sono destinati alla distruzione.
2. Abbiamo detto che l’embrione ha una dignità incomparabile, un pregio inestimabile. Ora con la fivet (e con la clonazione) l’atto procreativo viene trasformato in un atto puramente chimico, invece di inserirsi in una relazione affettiva e di donazione reciproca come dovrebbe essere l’atto sessuale. Esso diventa così un’attività di tipo produttivo e l’embrione è ridotto al rango di cosa, trattato come una cosa da produrre. L’embrione diventa un oggetto e viene privato della sua dignità e del suo valore di essere umano.
Lo si vede già solo se ci si sofferma sul concepimento: qual è la dimora adeguata per un essere umano? Gli animali hanno le tane, ma l’uomo può dignitosamente vivere solo in una casa. Allo stesso modo: qual è il luogo di concepimento confacente alla dignità di un essere umano? Solo una persona può essere il luogo adeguato per il concepimento di una persona, non certo una gelida provetta.
3. Si dice che vietando la fivet eterologa si nega il diritto al figlio. Rispondiamo: il diritto al figlio non esiste, perché non esiste alcun diritto di un uomo su un altro uomo. Ogni uomo è uguale in dignità agli altri e nessuno può essere trattato come mezzo per soddisfare i fini di un altro (Kant): bisogna sempre e tassativamente rispettare la dignità umana e nessuno può essere reso strumento di un altro.
4. Un’altra argomentazione vale per coloro che ritengono che Dio esista (cosa, del resto, che si può dimostrare con la sola ragione).
Nell’atto sessuale l’uomo e la donna esprimono la disponibilità alla vita, ma, in definitiva, l’incontro dei gameti e la generazione dipendono da Dio, che è creatore e signore della vita: l’uomo collabora con Dio creatore, prestandosi ad essere pro-creatore, collaboratore del creatore. Con la fivet (e con la clonazione), invece, l’uomo, inconsapevolmente, o consapevolmente (come avviene per alcuni tecnici della fivet), si erge a creatore e padrone della vita, invece di collaborare con Dio, si sostituisce a Lui.
5. Le tecniche di fivet sottopongono le coppie, e soprattutto le donne, a procedure molto estenuanti e frustranti, e fanno irrompere il medico nell’intimità coniugale a dettare la frequenza dei rapporti sessuali (dato che la frequenza di questi ultimi incide sulla quantità degli spermatozoi e degli ovociti).
6. Mentre le argomentazioni precedenti riguardano ogni tipo di fivet, ne aggiungo altre che valgono per la fivet eterologa, dove, cioè, l’ovulo e/o lo spermatozoo sono di genitori biologici esterni alla coppia, che non saranno dunque i genitori legali del figlio concepito. L’eterologa sceglie deliberatamente di rendere un uomo orfano dalla nascita del suo vero padre e/o della sua vera madre.
Si dice che anche l’adozione fa lo stesso; ma nell’adozione l’orfananza non è prodotta da chi affida/riceve un bambino in adozione, bensì è stata prodotta da altre cause. E solo a quel momento interviene l’adozione per migliorare le condizioni di un bambino; invece con l’eterologa essa è scientemente voluta.
7. Carlo Flamigni, il padre della fivet in Italia, uno dei più feroci avversari della legge sulla fivet, ha scritto (quando non immaginava che ciò potesse ritorcerglisi contro): i medici «hanno visto troppo spesso» le donatrici sconosciute di ovuli «dopo la nascita del bambino, inserirsi tra lui e la madre, nella ricerca di un rapporto privilegiato, sollecitate da sentimenti che è facile comprendere.
La donatrice sconosciuta […] crea fantasmi e paure di ogni genere, alcuni dei quali continuano anche dopo la nascita del bambino». E la donazione di seme maschile crea problemi ancora più gravi, dalla «maggior frequenza di malattie psicosomatiche» per il figlio, alla crisi di rigetto per il padre «ufficiale» (C. Flamigni, La procreazione assistita, Il Mulino 2002, pp. 100-101).
8. Con l’eterologa avremo figli che non conosceranno i loro genitori biologici, potranno esserci più figli da uno stesso padre biologico, a rischio di contrarre matrimonio con dei consanguinei (i loro fratellastri biologici).
9. Si dice che la legge sulla fivet è una legge cattolica, che non si può imporre a chi non è credente; ma ciò è falso, perché le considerazioni fatte finora sono puramente razionali, e non richiedono (eccetto la n. 4) di accettare l’esistenza di Dio (lo dimostrano anche le affermazioni di vari atei che riporto nel box di quest’articolo). Anzi, questa legge consente la fivet omologa, la produzione di 3 embrioni per ogni ciclo di fivet e altre cose, che la ragione (come abbiamo visto) e la morale cattolica non approvano.
10. Sono inaccettabili anche la sperimentazione sugli embrioni, il prelievo da essi di cellule staminali (che non hanno dato nessun risultato terapeutico, al contrario delle cellule staminali adulte!) e la clonazione per ricavare degli organi al fine di guarire dalla malattia. Infatti, l’embrione è come noi, dunque questi interventi ammazzano uno di noi per strappargli degli organi per i trapianti e praticano su di lui esperimenti letali per far progredire la medicina: cose che facevano già i nazisti e che fanno rabbrividire. Guarire una persona è un fine buono, ma un fine buono non giustifica dei mezzi cattivi.
11. Si dice che se resta questa legge le coppie dovranno andare all’estero. Risposta: se una cosa sbagliata (la fivet) viene fatta all’estero, non c’è alcun motivo per farla anche in Italia (se in Svizzera fosse lecita la tortura, non sarebbe un buon motivo per introdurla in Italia).
12. Si dice che questa legge sfavorisce i poveri, che non possono permettersi di andare all’estero. Risposta: oltre a quanto abbiamo appena detto, bisogna sapere che ogni intervento di fivet costa (a seconda dei centri) dai 3.000 ai 10.000 €, in media circa 6.500 €. Inoltre, per avere il 95% di probabilità di produrre un bambino bisogna sottoporsi alla fivet circa 13-15 volte, con una spesa di quasi 90.000 €. Insomma, queste pratiche sono accessibili solo ai ricchi e dietro ai referendari ci sono interessi finanziari enormi. Questo è il motivo per cui sono stati quasi accantonati gli studi per curare l’infertilità e si è puntato quasi tutto sulla fivet.
13. Si dice che questa legge limita la ricerca scientifica. Risposta: la ricerca dev’essere limitata quando è contraria alla dignità umana, altrimenti dovremmo lodare i nazisti per i loro esperimenti su cavie umane.
14. La fivet comporta molti pericoli (alcuni li ha ammessi anche Flamigni) per la salute del nascituro e delle donne, come dimostrano studi di prestigiose riviste scientifiche internazionali, che riporto in uno dei box.
Per queste ragioni al referendum l’astensione (sulla cui legittimità cfr. l’articolo di Mario Palmaro sul Timone n. 42 di aprile 2005)
è doverosa: altrimenti sarà la barbarie.

FIVET: RISCHI PER I NASCITURI

«Bambini che hanno basso peso alla nascita sono a rischio per disabilità e morte. La fivet aumenta i bambini con basso peso alla nascita […]».
[L.A. Schieve, Low and very low birth weight in infants conceived with use of assisted reproductive technology, in «N Engl J Med» (2002)].
«I bambini nati da fivet hanno un aumentato rischio di sviluppare problemi cerebrali, in particolare paralisi cerebrale».
[B. Stromberg et al, Neurological sequelae in children born after in-vitro fertilisation, in «Lancet», 359 (2002), pp. 461-5].
«I bambini concepiti con l’uso di […] fivet hanno un rischio doppio rispetto alla popolazione generale di avere un difetto alla nascita».
[M. Hansen et al, The risk of major birth defects after intracytoplasmic sperm injection and in vitro fertilisation, in «N Engl J Med», 346 (2002), pp. 725-30].
«[…] i bambini nati da fivet hanno più frequentemente bisogno dei centri di riabilitazione rispetto alla popolazione normale e il rischio di paralisi cerebrale è di 3,7 […]. In uno studio australiano l’8,6% dei bambini nati da fivet aveva difetti maggiori alla nascita».
[G. Koren, Adverse effects of assisted reproductive technology and pregnancy outcome, in «Ped Res» (2002)].
Il rischio di avere un figlio con handicap è circa l’11% dopo fivet, rispetto al 5% dopo concepimento normale (NN, Neurological sequelae and major birth defects in children born after in-vitro fertilization or intracytoplasmic sperm injection, in «Eur J
Pediatr», (2003), pp. 162-164).
La fivet induce un aumento della sindrome di Beckwith-Wiedeman (una rara malattia che causa malformazioni fisiche e tumori), la cui incidenza di solito è dello 0,8%, mentre sale al 4,6% tra i concepiti con fivet.
[M.R. De Baun, E.L. Niemitz, A.P. Feinberg, Association of in vitro fertilization with Beckwith-Wiedemann syndrome and epigenetic alterations of LIT1 and H19, in «American Journal of Human Genetics», 72 (2003), pp. 156-160].
Più di recente, 5 bambini olandesi concepiti con fivet hanno presentato retinoblastoma, un cancro della retina che compare di norma in un nato su 17.000.
[K. Powell, Fertility Treatments: Seeds of doubt, in «Nature», 422 (2003), pp. 656-658].

FIVET: RISCHI PER LE DONNE

Ogni donna che si sottopone alle tecniche di fivet deve assumere dosi massicce di ormoni e ciò può provocare: ingrossamento abnorme delle ovaie, alterazione della respirazione e viscosità del sangue, che poi può causare trombi letali, patologie neurotiche e persino la morte. Inoltre questo trattamento ormonale aumenta anche il tasso di tumore alla mammella, all’utero e alle ovaie e la tecnica di recupero degli ovuli comporta, talvolta, la rottura dell’utero oppure la rottura della tuba.
[AA. VV., Amputazione dell’arto superiore a seguito di stimolazione ovarica nell’ambito di un programma di fivet, in «Medicina e morale» (2000), pp. 505-523]. Cfr. Flamigni: l’iperstimolazione ovarica «è una sindrome pericolosa persino per la vita», e «si possono determinare trombosi e tromboflebiti» (C. Flamigni, La procreazione assistita, cit., pp. 29, 63-64).

ATEI CONTRO LA FIVET

La condanna di fivet, clonazione, selezione degli embrioni ecc., non dipende dalla fede, perché basta usare la ragione per pronunciarla, tanto è vero che essa è condivisa da vari atei e agnostici.
? Daniel Callahan (USA), ateo, è uno dei pionieri della bioetica. Dice che «come una persona, gli embrioni sono degni della nostra considerazione, come hanno stabilito tre commissioni americane. Non esiste […] rispetto per la vita compatibile con l’uccisione degli embrioni». Inoltre, «al momento non esiste una ragione medica per intraprendere la strada della sperimentazione sulle staminali embrionali». Ancora, «se un embrione venisse rifiutato per ragioni genetiche, queste non potrebbero fornire motivi certi che quel figlio avrebbe avuto una vita miserabile». E la fivet? «Bisogna porre limiti precisi […]. Si tratta di una scelta dolorosa, ma la medicina non ha né il dovere né l’obbligo di intervenire in tutti i casi» (Il Foglio, 29.01.05, p. 2).
? Angelo Vescovi è un luminare della ricerca sulle cellule staminali del S. Raffaele di Milano. A dispetto del suo cognome, è agnostico, e dice che «clonare esseri umani per poi distruggerli è un delirio», perché «la vita nasce all’atto della formazione dello zigote». E prosegue: «sono del tutto agnostico. E la mia analisi non si basa su una logica religiosa. Eppure a me, scienziato illuminista, la ragione dice due cose: che gli embrioni sono esseri umani e che crearli per poi distruggerli è una sconfitta». Ancora: «la scienza è assoggettabile agli stessi limiti che si pone la società in cui essa vive. Altrimenti è barbarie» (L’Espresso n. 34, 2004).
? Judi Norsigian è una femminista americana storica, eppure è contraria alla produzione di embrioni a scopo di ricerca e alla clonazione e diffida della fivet. Dice che la sperimentazione sugli embrioni è «un rischio, un grande rischio», ed è una violenza, perché il corpo della donna diviene puro veicolo produttore. Tenta di proteggere le donne dalla «pressione sociale per la donazione degli ovociti» e dai rischi per la salute delle tecniche di prelievo degli ovuli: «la stimolazione ovarica può causare nell’8 % dei casi la sindrome da iper stimolazione […] fino al rischio della vita» (Il Foglio, 12.03.05, p. 2).
? Pietro Barcellona, ateo, ex deputato del Pci, insegna Filosofia del diritto a Catania e spiega: «l’uomo non deve consentire che tutto ciò che è tecnicamente fattibile diventi lecito». Invece «c’è il tentativo dell’uomo di realizzare un vecchio sogno delirante di onnipotenza, quello cioè di autogenerarsi». Inoltre la fivet «è un tecnica che dà alla donna spesso una sensazione di deprivazione del corpo […]. Moltissime donne subiscono questa pratica come un trauma profondo della propria femminilità perché hanno la sensazione di essere trattate come fossero messe in fila in una catena di montaggio». Infine, la posta in gioco «non è uno scontro tra laici e cattolici, è una questione che riguarda la visione dell’uomo» (Avvenire, 26.02.05, p. 19).
? La battaglia dell’ateo Giuliano Ferrara in difesa dell’embrione è nota: «I figli non sono un diritto», dice Ferrara, «non sono come esigibili per legge o fabbricabili a piacimento […], sono una possibilità dell’amore» e non si possono uccidere embrioni «con dosi massicce di disprezzo per il diritto, quello sì un diritto, alla vita». Ancora: «non è in questione la religione […]. È in questione un’elementare riflessione civile sul mondo e sull’umanità» (Il Foglio, 5.12.2003).

 

 

Bibliografia

 

Giorgio Maria Carbone, la fecondazione extracorporea, ESD 2005.
Martin Rhonheimer, Etica della procreazione, Mursia 2000.
www.mpv.org
www.impegnoreferendum.it

IL TIMONE – N. 43 – ANNO VII – Maggio 2005 – pag. 10-12

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