Suggerimenti per i giovani nell’età critica del biennio: una sana lettura aiuta a camminare verso la verità.
Quando uno studente legge un libro, se riesce a vedere un viso, a sentire una voce, a riconoscere un ambiente, si può dire che l’esperimento didattico sia riuscito: attraverso la letteratura ha fatto esperienza. Per mezzo del romanzo, leggendo una pagina di una storia lontana da lui, ha camminato verso la verità.
Si osservi un gruppo di ragazzi (studenti, amici dei figli, associazioni, bande…) e se ne ascolti il linguaggio: non si può non rimanere colpiti dalla estrema povertà delle parole; vorrebbero dire tanto, ma hanno parole consumate, sempre le stesse, che dicono poco.
C’è qualcosa da fare? Forse.
Il Biennio di scuola superiore è il momento più delicato: gli alunni non si sentono più ragazzini delle medie, ma non sono ancora studenti del triennio. Facile smarrirsi.
Immaginiamo la quindicenne e il sedicenne che frequentano le scuole italiane: chi non vorrebbe far loro conoscere il volto di Dante Alighieri,don Juan d’Austria, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella da piccoli, Jan Sobieskij, un nobile francese del 1789, un indio cristiano del Paraguay, Andreas Hofer, san Giovanni Bosco, i giovanissimi militari dell’Armir in Russia nel 1942, don Camillo e Peppone, il recluso in prigionia Ivan Denisovic, alcuni “tipi” statunitensi un po’ eccentrici? Si sarà capito che sto proponendo un mini-canone di Letture per il Biennio, sulla scorta del teorema di Flannery O’Connor, la scrittrice imperdonabilmente vera, .che confessò come l’argomento della sua narrativa fosse “l’azione della grazia in un territorio tenuto in gran parte dal diavolo”. Ma disse anche che “il compito degli insegnanti di letteratura è cambiare la faccia alla classifica dei best-seller”. Ed è, aggiungerei, anche il compito di genitori ed educatori.
I volti dolci degli amici lontani
Durante quei due anni fatidici nei quali molti perdono per sempre la voglia di studiare, si incominci a leggere la vita romanzata di Dante Alighieri, per scoprirlo un volto quasi amico: nella novella di Mario Tobino, Biondo era e bello (Oscar Mondadori). Oppure, con un salto nel “Secolo d’Oro” iberico,immergersi nelle fitte trame de L’ultimo crociato (Rizzoli, 2001) di Louis De Wohl: la storia di don Juan d’Austria, il ventiquattrenne fratellastro dell’imperatore Filippo II di Spagna, il vincitore della grande battaglia navale contro i Turchi, a Lepanto, il 7 ottobre 1571. Ne emergerebbe il bel profilo di un cavalleresco giovanotto così moderno negli impeti e antico nel senso del dovere.
Sarebbe dolce, poi, gustare le pagine di Con Renzo e con Lucia (Mondadori),nel quale Roberto Piumini ricostruisce con delicatezza l’adolescenza di due fanciulli di Pescarenico, nei primi del Seicento, le cui vicende successive passeranno agli onori delle cronache ne I Promessi Sposi.
Più complicato, per via dei nomi slavi, ma altrettanto avvincente sarebbe il romanzo di Jan Dobraczynski, Sotto le mura di Vienna (Morcelliana): vi sono intrecciati fili d’amore e guerra, di fede e infedeltà, nel quadro storico della vittoriosa battaglia combattuta dal re polacco Sòbieskij contro i Musulmani, sul Danubio, nel 1683.
Immagini moderne ma capovolte
La maggior parte degli insegnanti italiani ha una forma mentis illuministica: accomuna religione a superstizione, è convinta che il Medioevo fosse un’epoca oscura, crede che tutte le opinioni siano vere e debbano tollerarsi a vicenda. Ma, dato che l’evidenza della realtà smentisce ogni giorno i principi dell’illuminismo, molti docenti preferiscono difendersi dietro i due baluardi del “voto” e dell’insegnamento “pluridisciplinare”. Spero però che qualche coraggioso inviti i giovani lettori a cimentarsi con romanzi che smascherano le violenze della rivoluzione del Settecento: a partire da La Primula Rossa della Baronessa Orczy, , vicenda di un misterioso inglese che salvò tanti innocenti dalla ghigliottina giacobina dopo il 1789.
Anche Eugenio Corti ha raffigurato due scenari storici contrari ai dogmi della Rivoluzione Illuminista: ne La terra dell’indio (Ares) conosciamo alcuni amabili uomini delle Reducciones gesuiti che del Paraguay;mentre ne L’isola del paradiso (Ares), l’autore offre una lettura della nota vicenda marinaresca dell’ammutinamento del Bounty: mostra ciò che i vari film hanno taciuto.
Per chiami. le verdi valli alpine del Tirolo, c’è il romanzo di F M. Agnoli, Andreas Hofer (Res Editrice), nel quale è ritratta con grande umanità la figura di un eroe singolare, un semplice oste che al tempo delle campagne napoleoniche andò eroicamente incontro alla morte pur di preservare intatta l’integrità della propria gente.
E se si vuole rileggere l’età triste del Risorgirnento sullo sfondo della Torino sabauda e massonica, c’è lo Sherlock Holmes e il misterioso caso di lppolito Nievo (San Paolo) di Rino Cammilleri,interessante alchimia di storia e fantasia, per la quale appaiono i visi rassicuranti di san Giovanni Bosco e quelli inquietanti degli occultisti inglesi e italici. Il libro è sconsigliato per quanti credono che l’Unità d’Italia sia una bella storiellina per ragazzi.
L’emozione forte di una controstoria del Novecento
Soprattutto in letteratura, il XX secolo è importante per via di ciò che non ha distrutto e devastato: di fatti gli studenti del Biennio, in barba ai critici, preferiscono ancora la forma classica del narrare, cioè una “bella storia”. Quella raccontata da Mario Rigoni Stern in Storia di Tönle (Einaudi) in effetti lo è, ma si faccia un confronto tra la prosa di costui e la stoffa umana di cui è intriso il diario di guerra I più non ritornano (Mursia) di Eugenio Corti.
Di Giovanni Guareschi tutto buono, ma bisogna fare in fretta: presto i ragazzi non lo comprenderanno più. Consiglio innanzitutto La scoperta di Milano oppure Lo zibaldino (Rizzoli), Lo stesso discorso vale per il russo Aleksandr Solzenicyn,la cui monumentale opera può essere assaggiata a partire da Una giornata di lvan Denisovic oppure da La casa di Matriona.
A questo punto, si saranno incontrati già centinaia di volti e di voci da amare, da ricordare, da imitare o da detestare. La galleria sarà completa dopo aver letto di Flannery O’Connor La schiena di Parker (Rizzoli), una raccolta di istantanee fulminanti; sicuramente destinate a durare oltre questa postmodernità in tinta grigia. I lineamenti dei personaggi incontrati restano con noi, ben più a lungo di qualunque fotografia, di qualsiasi lezione, per dare volto all’oggi prima che al domani.
“Siccome non mi fidavo più della mia forza di volontà, non ho fatto un voto vero e proprio, ma mi sono impegnato con una promessa a spendere tutta la vita in funzione di quel versetto del Padre nostro che recita: “Venga il Tuo Regno”. Lì, nella sacca [durante la ritirata di Russia, n.d.r.], vedendo i tedeschi e i russi che si massacravano così bestialmente tra loro, io pensavo soprattutto al Regno del Padre, cioè a un Regno di amore fraterno tra gli uomini. In seguito mi sono reso conto che ero pressoché inetto ad agire in quell’ordine, nel quale mi sarei ridotto a operare solo con la buona intenzione; perciò del Regno di Dio (che è il Regno dell’Amore, ma anche della Verità) ho privilegiato la Verità, ed è in funzione di quella che ho impostato la mia vita”.
(Eugenio Corti, in Paola Scaglione, I giorni di uno scrittore. Incontro con Eugenio Corti, Minchella Editore, Milano 1997, pp. 65-66).