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13.12.2024

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Salvate il soldato Ryan
31 Gennaio 2014

Salvate il soldato Ryan

Regia di Steven Spielberg.

con Tom Hanks, Matt Damon, Tom Sizemore, Barry Pepper, Edward Bums.

1998 – 169 minuti – colore


Un capolavoro

D’accordo è solo cinema: pura fantasia. Ma non possiamo negare che molto spesso ci facciamo coinvolgere, in modo notevole, dalle storie che vediamo rappresentate sul grande schermo. Poi possono essere storie vere o inventate, ispirate a fatti realmente avvenuti oppure con l’assoluta assenza di qual si voglia veridicità. Possono esserci racconti di fatti completamente inventati, con un’ambientazione storica realmente accaduta. Insomma, le possibilità su cui può giostrare una sceneggiatura sono innumerevoli e le possibilità che vengano toccate le corde emotive dello spettatore sono altrettante. Uno dei casi più emblematici, delle possibilità che sopra abbiamo citato, è senza dubbio Salvate il soldato Ryan; storia inventata, ambientata durante il secondo conflitto mondiale. Bene, se tutto il film è da considerarsi un ottimo film, ci sono i primi trenta minuti che sono da annoverare tra i capolavori della cinematografia moderna. La sapiente regia di Spielberg proietta chi sta osservando direttamente nelle concitate scene, facendo sorgere il dubbio che si tratti di cinema oppure di un reportage documentaristico. La finzione che diventa in modo impressionante e drammatico realtà fa passare da un ruolo passivo a un ruolo attivo lo sbigottito spettatore. L’immedesimazione e il coinvolgimento prendono il sopravvento su qualsiasi altra considerazione si possa fare o pensare nel momento stesso in cui si stia osservando quelle strabilianti immagini. Steven Spielberg è da considerarsi uno dei più grandi registi di tutti i tempi della storia cinematografica. Talmente grande che non nasconde le sue passioni per i maestri passati del cinema che guarda sempre con riverenza e ammirazione. Riesce a raccontare le sue storie in modo lineare e apparentemente semplice con sapienti movimenti di macchina che non disturbano mai l’estasiato spettatore. Mi preme sottolineare che il sottile confine tra realtà e finzione, che si trova nel film, potrebbe turbare gli animi più sensibili. Se lo si ritiene, è assolutamente da vedere.

IL TIMONE N. 123 – ANNO XV – Maggio 2013 – pag. 63

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