Leone III è il protagonista dell’incoronazione di Carlo Magno a Imperatore del Sacro Romano Impero.
Inizia così il Medioevo cristiano.
NOME: Leone
DATA NASCITA: incerta
ELEZIONE: 26 dicembre 795
ORDINAZIONE: 27 dicembre 795 nel Palazzo Lateranense
DURATA: 20 anni
DATA MORTE: 12 giugno 816
SEPOLTO: Basilica di S. Pietro
CANONIZZATO: nel 1673
FESTA: 12 giugno
POSIZIONE CRONOLOGICA: 96
Uno dei momenti decisivi della coabitazione tra Chiesa e Impero in Europa, è certamente quello dell’incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero di Carlo Magno (768-814), re dei Franchi, da parte di papa Leone III, avvenuta la notte di Natale dell’800.
L’avvenimento, oltre a concretizzare i principi evangelici del fondamento divino dell’autorità e della distinzione della carica spirituale da quella temporale, sarà foriero di una maggiore unione tra i popoli europei sotto l’egida di un sovrano cristiano. Leone aveva prefigurato questo scenario quando realizza, tra il 796 e 1’800, il mosaico nella nuova sala del palazzo del Laterano, il Triclinium, il cui significato allegorico è chiaro: Carlo è posto in successione a Costantino quale rappresentante temporale dei pontefici, mentre Leone gestisce il potere spirituale in qualità di vicario di Cristo.
Leone nasce in una famiglia molto povera e durante l’infanzia è educato nel Palazzo Lateranense. Subito rivela il suo temperamento risoluto e fiero, ma scevro da particolari asperità e rudezze che il rigore della sua vita virtuosa avrebbe potuto causare.
La fama di queste virtù, oltre odia sua vasta cultura, consentono che lo stesso giorno della morte di Papa Adriano I (772-795), Leone sia eletto all’unanimità Pontefice.
Immediatamente, con un atto di cortesia, fa recapitare a Carlo una lettera per informarlo dell’avvenuta elezione, accompagnandola con doni dal chiaro valore simbolico: le chiavi del soglio di Pietro e il gonfalone della città di Roma. Carlo contraccambia, inviando al nuovo Pontefice molti dei tesori conquistati in Pannonia.
L’elezione di Leone, però, lascia scontenta la nobiltà romana che vede in questo Papa dalle umili origini, cui sta a cuore soprattutto il bene I della Chiesa e del clero, un ostacolo al suo potere e alla spensierata dedizione ai piaceri della vita.
Così, il 25 aprile 799, durante la processione che si snoda dal Laterano a S. Lorenzo in Lucina, una congiura organizzata dai nipoti del defunto Adriano I, insieme con altri aristocratici, assale il corteo, disarcionando da cavallo il Papa. Un drappello di esagitati si fa minacciosamente intorno a Leone passando alle vie di fatto, nel tentativo di accecarlo e di strappargli la lingua. Ma il colpo non riesce, anche a causa della concitazione. Così Leone, livido e sanguinante, è trascinato dai cospiratori, nel monastero di S. Erasmo al Celio. Nella notte riesce a fuggire grazie all’aiuto di un cameriere, trasferendosi prima a S. Pietro e poi a Spoleto.
Successivamente, cerca protezione presso Carlo, che in quel momento è a Paderborn in attesa di conquistare la Sassonia.
Alcuino, l’abile consigliere di Carlo, intuisce che quest’ultimo può sfruttare la richiesta di aiuto di leone, per ottenere dal Pontefice, come gesto di riconoscenza, la corona imperiale.
Nella città sassone giungono anche i rappresentanti dei congiurati che accusano di spergiuro e adulterio il pontefice.
Leone si trova così costretto a chiedere a Carlo di accompagnarlo a Roma, ove intende ristabilire l’ordine, ma anche per essere difeso dalle gravi accuse.
Il Papa giunge a Roma, scortato, il 29 novembre 799, e viene accolto dal popolo in festa. Carlo, intanto, istituisce una commissione per esaminare la fondatezza delle accuse rivolte al Sommo Pontefice, tenendo tuttavia ben presente il principio secondo il quale il Papa non può essere giudicato da nessuna autorità terrena.
Il re dei Franchi arriva a Roma alla fine del novembre dell’800 e il primo giorno di dicembre convoca in assemblea le maggiori autorità religiose e militari, con il preciso intento di vagliare direttamente le incriminazioni. Anche questo autorevolissimo consesso ribadisce il principio che il Vicario di Cristo può essere giudicato solo da Dio.
Così il 23 dicembre Leone pronuncia un sacramentum purgationis in cui, tra l’altro, dichiara: “… senza nessun giudizio e senza alcuna costrizione, ma per mia spontanea volontà, mi discolpo e mi purifico in vostra presenza, dinanzi a Dio e agli angeli suoi”. I cospiratori vengono condannati a morte ma, per intercessione di Leone, è concessa loro la grazia dell’esilio.
La notte di Natale de1l’800, Leone celebra la S. Messa solenne a S. Pietro, cui partecipa Carlo e tutta la sua corte.
Al termine della celebrazione, dopo che Carlo aveva finito di pregare sulla tomba di S. Pietro, Leone gli pone improvvisamente sul capo la corona imperiale e lo unge quale augustus e imperator romanorum. Il gesto è solennizzato da canti e inni di lode e dalla venerazione che il Papa rende a Carlo, secondo l’antica tradizione.
L’evento dà inizio all’epoca del Sacro Romano Impero, ma provoca un’accentuazione del distacco dell’Occidente dall’Oriente. Infatti, l’imperatore romano d’Oriente era sempre stato considerato il titolare del maggior potere terreno ed anche il più stretto collaboratore del Papa nelle questioni teologiche. Il re dei Franchi, in quella fase storica, aveva il compito di difesa del popolo e della città di Roma, con un titolo di rango inferiore rispetto al sovrano di Costantinopoli. Ora il rapporto tra il Papa e Carlo Magno, nuovo defensor della christianitas, è mutato.
Nell’810 Carlo cerca di dirimere l’annosa questione del Filioque. Questo termine del Credo, già largamente adottato dalla Chiesa francese, esprime in maniera più chiara che lo Spirito Santo procede dal Padre “e dal Figlio” (Filioque), mentre prima era detto che lo Spirito Santo procede dal Padre.
Leone, pur approvando questa dottrina, non permette l’alterazione della formula del Credo niceno-costantinopolitano, per non compromettere nuovamente i difficili rapporti con la Chiesa greca, da poco riconciliata con Roma.
Leone III si guadagna grandi meriti con la fermezza dimostrata nella condanna dell’eresia adozionista, in cui si affermava che Gesù Cristo è in realtà solo un figlio adottivo di Dio, ma anche per la riaffermazione del primato della Chiesa di Roma e per l’opera di sviluppo del sistema assistenziale della città. Ciò nonostante, l’aristocrazia romana gli è sempre avversa. Alla morte di Carlo Magno, avvenuta il 28 gennaio 814, i nobili tramano una nuova congiura contro il Papa, rimasto ormai senza protezione, ma vengono “anticipati” da una grave malattia, che porta rapidamente alla morte Papa Leone, il 12 giugno 816.
RICORDA
“In seguito, essendo arrivato il giorno di Natale di nostro Signor Gesù Cristo, si riunirono tutti insieme di nuovo nella medesima basilica del beato Pietro apostolo. E allora il venerabile e benefico presule lo incoronò con le sue mani con una preziosissima corona… Subito il santissimo sacerdote e pontefice unse re il suo eccellentissimo figlio Carlo con il crisma, nello stesso giorno del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo”. [Liber Pontificalis].
BIBLIOGRAFIA
Luciano Gulli, voce Leone III, in Enciclopedia Cattolica, voI. VII, coll. 1144-1146.
Roberto de Mattei, Guerra santa, guerra giusta, Piemme, Casale Monferrato 2002.
Franco Cardini, Carlo Magno, Rusconi, Milano 1998.
Gianni Granzotto, Carlo Magno, Mondadori, Milano 1978.
IL TIMONE N. 24 – ANNO V – Marzo/Aprile 2003 – pag. 56 – 57