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10.12.2024

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San Michele senza spada?
31 Gennaio 2014

San Michele senza spada?

 

 

 

 

Accade a Monza, la terza città della Lombardia. Nel 1921, per ragioni viabilistiche, viene abbattuta una chiesa del centro cittadino dedicata a san Michele arcangelo, la cui fondazione è attribuita dalla tradizione alla volontà alla regina longobarda Teodolinda.
Oggi l’amministrazione comunale, con il contributo di una banca, per ricordare l’antico monumento scomparso decide di collocare una statua in bronzo raffigurante san Michele nel luogo in cui sorgeva l’antica chiesa. Il monumento, nell’intenzione del comitato che ha promosso l’iniziativa, dovrà essere un segno religioso e di memoria storica.
Fin qui solo un’inezia da cronaca locale, se non fosse che l’arcangelo guerriero, a meno di ripensamenti dell’ultima ora, sarà raffigurato senza spada. Il sindaco della città lombarda ha spiegato che la statua “proporrà un’idea di pace che verrà apprezzata da tutti, credenti e non”.
La trovata piacerà forse ad altri, ma i cattolici non possono che rimanere perplessi davanti a tale insensata volontà di disarmo. Qualcuno dovrebbe certo spiegare all’arcangelo guerriero dell’Apocalisse che sarebbe stato politicamente più corretto evitare atteggiamenti bellicosi nei confronti del drago, così da far contenti in un sol colpo anche gli animalisti. Ma grazie al cielo san Michele ha ritenuto più saggio difendere l’umanità dagli angeli ribelli che onorare il dio laico del vogliamoci-bene. Per combattere il male l’arcangelo è disposto a tutto, persino – vergogna! – a impiparsene del pacifismo e a ricorrere all’uso della forza. Mentre chissà, forse parlamentando e sventolando una bandiera arcobaleno si sarebbe potuta risolvere la lotta con Satana…
Già, la potenza del male in persona, che rende ciechi gli uomini e toglie loro persino il senso del ridicolo: dobbiamo aspettare i anche il sequestro delle chiavi di san Pietro, evidente simbolo del potere oscurantista della Chiesa? E che dire del leone di san Marco: non rischia di sembrare anch’esso un po’ aggressivo? Quel san Paolo, poi, così umanamente intemperante mentre usava la spada contro i cristiani, ma dopo la conversione avrebbe dovuto gettarla alle ortiche, che diamine! E san Rocco, con quel bastone: siamo sicuri che lo usi per sostenersi nel suo pellegrinare oppure gli verrà in mente di colpire il cagnetto che si porta appresso? Per non dire di san Giorgio, spesso raffigurato addirittura con lancia e spada – il massimo del bellicismo – per difendere dal pericolo la madre Chiesa, la santa pulzella: e ai diritti del drago chi ci pensa? Sarà stato un po’ eccessivo, d’accordo, ma di qui a usare la violenza…
Il male, quella strisciante tentazione luciferina contro cui san Michele non si stanca di combattere, opera anche attraverso l’umana insipienza, ma non c’è da preoccuparsi, perché il capo degli angeli fedeli – Chi come Dio, secondo il suo nome – ne vede di peggiori, né si lascerà disarmare così facilmente. Speriamo che, magari scambiandola con quella di “Mani pulite”, gli lascino almeno la bilancia con cui pesa le anime per condurle al cielo. Intanto confidiamo che l’arcangelo battagliero, impegnato in ben altra lotta, continui a stringere salda la spada di fuoco. Di certo non teme chi gli strappa di mano un’arma di bronzo. Questa, al più, servirebbe a noi, a ricordarci che la battaglia per affermare la signoria di Dio è ancora aperta.

 

 

 

 

IL TIMONE – N. 36 – ANNO VI – Settembre/Ottobre 2004 – pag. 10

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