Di carattere impulsivo, ma generoso, Pietro è posto da Gesù a capo degli Apostoli.
Trasformato dallo Spirito Santo, diventa evangelizzatore instancabile, dividendosi tra Gerusalemme, Antiochia e Roma. Dove morirà martire.
Nome: Simone Bar-Jona
Data nascita: sconosciuta
Durata del pontificato: 34 o 37 anni
Data morte: martire a Roma nel 64 o 67 d.C.
Tomba: Roma, S. Pietro
Festa liturgica: 29 giugno
Presiede il primo Concilio Apostolico a Gerusalemme. •
Fonda la sede episcopale di Antiochia. •
Compone due lettere “cattoliche”.
Pietro è la roccia, la pietra su cui poggia la Chiesa di Cristo. Limpido esempio di uomo che pur essendo fortemente condizionato dal suo carattere passionale e instabile, ha saputo trasformarsi accogliendo totalmente l’amore di Cristo.
Il nome originario di Pietro era Simone Bar-Jona, cioè figlio di Giovanni (o Giona). Sembra, secondo l’ipotesi avanzata da alcuni studiosi, che Pietro appartenesse al gruppo estremista degli Zeloti, nemici giurati dei Romani. Nato a Betsaida, conduce la sua attività di pescatore insieme al fratello Andrea e in società con i figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, a Cafarnao, dove vive con la moglie e la suocera. La sua condizione è povera, ma dignitosa.
L’incontro con Gesù Cristo, che è mediato dal fratello Andrea, stravolge la sua vita, tanto che lascia immediatamente la sua attività lavorativa per seguirlo.
La forte personalità di Pietro si impone abbastanza in fretta sugli altri apostoli, diventandone il portavoce nei dialoghi con il Maestro. Dopo aver dichiarato per primo che Gesù è “il Cristo, il figlio del Dio vivente”, riceve la promessa che verrà posto a fondamento della Chiesa che Gesù Cristo vuole edificare (Mt 16,15-19). A lui solo, infatti, Gesù cambierà il nome (Gv 1,41-42), fatto che nella tradizione ebraica significa l’assegnazione di una particolare missione. Inoltre, Gesù sceglie la sua barca per predicare, gli concede di camminare sulle acque, gli appare singolarmente dopo la risurrezione. Questi ed altri numerosi episodi testimoniano la particolare predilezione che Gesù ha per Pietro e che verrà conservata anche nel futuro governo della Chiesa, dove il suo primato (che verrà trasmesso anche ai suoi successori) non sarà solo di onore, ma anche di giurisdizione, poiché ha ricevuto il potere di proibire (legare) e di permettere (sciogliere) sia in materia dottrinale che in campo disciplinare e giuridico.
Il Primato gli viene conferito definitivamente quando Gesù, risorto, si rivolge a Pietro sul mare di Tiberiade, chiedendogli per tre volte se lo amasse più degli altri (Gv 21, 14-17), poiché il suo compito sarà il più alto. Pietro, tuttavia, non sempre comprende immediatamente il significato dei gesti e delle parole di Gesù: talvolta deve subire dei rimproveri decisi: “Lungi da me satana, perché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini” (Me 8,31-33). Ma oltre che nella paura, nella titubanza, nel tradimento, Pietro eccede anche nell’entusiasmo traboccante, nello zelo ardente, nella professione di fede più profonda, palesando quelle caratteristiche che lo identificano come la persona ideale per il ministero che Gesù aveva in mente.
La vera trasformazione si avrà, comunque, con la discesa dello Spirito Santo. Da allora acquisterà maggiore sicurezza, diventando la guida indiscussa della primitiva comunità cristiana.
È lui a pronunciare il primo discorso alla folla di Gerusalemme, dopo la Pentecoste, con tale ardimento e veemenza che alla fine 3000 giudei si conver-tono alla nuova fede. Sempre Pietro compie il primo miracolo, guarendo lo storpio che chiedeva l’elemosina (At 3,1-6).
È realmente trasformato, la sua predicazione è fervorosa e diretta, tanto da rinfacciare più volte alla comunità ebraica la sua responsabilità nella crocifissione di Gesù. Ormai per lui è più importante “obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At 5, 29), anche se questo gli farà conoscere più volte le celle della galera.
Dopo aver annunciato la parola di Dio in diverse città, giunge a Cesarea nella casa del centurione Cornelio dove, mentre sta parlando, lo Spirito Santo discende sugli astanti, compresi pagani e circoncisi non ancora battezzati. Pietro comprende così che la missione della Chiesa è universale, rivolta a tutte le genti, senza distinzione alcuna.
Presumibilmente nel 42 d.C, secondo anno dell’impero di Claudio, lasciato il suo discepolo Esiodo a reggere la chiesa di Antiochia, si stabilisce a Roma, dove fissa la sede pontificale.
Ma già nel 44 d.C. ritorna a Gerusalemme per spronare la chiesa ivi vessata dalla sanguinosa persecuzione di Erode, durante la quale rimane ucciso l’apostolo Giacomo.
È incarcerato, riesce a sfuggire e a ritornare a Roma, dove scrive la sua prima lettera. Deve di nuovo lasciare la città eterna con tutti i giudei per ordine di Claudio, facendo ritorno a Gerusalemme e qui presiede il primo concilio apostolico (presumibilmente nel 48/49).
Molti fatti e testimonianze attestano la presenza a Roma di Pietro, al contrario di quanti – i protestanti fino a qualche decennio orsono e i testimoni di Geova ancora oggi hanno tentato di negarla. Anche perché nessun’altra comunità ne rivendica la presenza e non esistono tradizioni concorrenti di conservazione delle spoglie. Inoltre, diversi luoghi di Roma sono strettamente legati a Pietro, come il carcere Mamertino attiguo al Campidoglio, la piccola chiesa del Quo Vadis? sulla via Appia, la Cappella della separazione, dove Pietro e Paolo furono appunto separati prima di essere uccisi e la Chiesa di S. Pietro in Vincoli, dove sono contenute le catene che tennero incatenato Pietro, ricongiuntesi miracolosamente dopo che le due metà furono riavvicinate. Purtroppo, non si dispone di un documento che riporti la data esatta del martirio di Pietro. Sicuramente fu crocifisso a testa in giù perché non si riteneva degno di morire come il Maestro. Secondo la tradizione, il martirio avvenne il 26 giugno 67 d.C, durante la prima grande persecuzione di Nerone nei confronti dei cristiani. Ma, secondo una recente ipotesi di Margherita Guarducci, il supplizio potrebbe essere avvenuto nel decennale dell’incoronazione dell’imperatore, il 13 ottobre 64. Il luogo del martirio è localizzato nella naumachia, ossia nel circo di Nerone.
La sepoltura avvenne nel luogo segnalato dal presbitero Gaio già nel 200 d.C. quando, in polemica con Proclo, gli indica dove Pietro e Paolo furono tumulati: “Se vorrai recarti sul Vaticano o sulla via Ostiense troverai i trofei degli Apostoli”. Sul trofeo vaticano era inciso il graffito Petr(os) eni, cioè Pietro è (sepolto qui) dentro.
Gli scavi effettuati negli anni 1939-49 e 1953-58 sotto la Basilica Vaticana, per iniziativa di Pio XII, e l’apporto determinate di Margherita Guarducci, che identificò più tardi i resti del Principe degli Apostoli, confermano questa indicazione. Infatti, all’interno del loculo furono trovate delle ossa che si stabilì fossero di un uomo robusto, vissuto nel primo secolo, dell’età di 60, 70 anni. L’età di Pietro al momento del martirio. Paolo VI, il 26 giugno 1968, annunciò solennemente l’avvenuta identificazione delle spoglie.
RICORDA
“Questo Sacro Sinodo, sull’esempio del Concilio Vaticano I, con esso insegna e dichiara che Gesù Cristo…prepose agli altri apostoli il beato Pietro e in lui stabilì il principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità della fede e della comunione. Questa dottrina dell’istituzione, della perpetuità, del valore e della natura del sacro Primato del Romano Pontefice e del suo infallibile Magistero, il Santo Concilio la propone di nuovo a tutti i fedeli perché sia fermamente creduta, e proseguendo nello stesso disegno, ha stabilito di professare e dichiarare pubblicamente la dottrina sui Vescovi, successori degli Apostoli, i quali col successore di Pietro, Vicario di Cristo e capo visibile di tutta la Chiesa, reggono la casa del Dio vivente.”
(Conc. Ecum. Vaticano II, Lumen Gentium 18b)
BIBLIOGRAFIA
Gianpaolo Barra, // Primato di Pietro nella storia della Chiesa, Mimet-Docete, Pessano (MI) 1995.
Franco Cardini, Alla corte dei Papi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1995.
Margherita Guarducci, // Primato della Chiesa di Roma. Documenti, riflessioni, conferme, Rusconi, Milano1991.
Angelo Penna, San Pietro, Morcelliana, Brescia 1954.
P. Bruin – P. Giegel, San Pietro, Ed. Paoline, Roma 1964.
IL TIMONE – N. 10 – ANNO II – Novembre/Dicembre 2000 – pag. 56-57