Fin dai tempi in cui il reverendo anglicano Thomas Malthus era in vita (1766 -1834) le sue previsioni e quelle dei suoi seguaci si sono rivelate totalmente errate, sia nei fatti che nel metodo.
Eppure i seguaci del catastrofismo continuano a disegnare scenari apocalittici.
È appena arrivato in libreria l’ultimo libro di Giovanni Sartori, scritto insieme a Gianni Mazzoleni.
Già il titolo è tutto un programma: “La terra scoppia – Sovrappopolazione e sviluppo” (Rizzoli 2003). In totale contrasto con i dati più recenti sullo stato della popolazione mondiale, secondo i quali siamo di fronte ad un forte calo della fertilità, Sartori e Mazzoleni ripetono in maniera ossessiva le tesi utilizzate dal Club di Roma negli anni Settanta e cioè: siamo troppi sulla terra e il modello di sviluppo capitalistico è altamente inquinante.
Solo utilizzando le tecniche e i farmaci contraccettivi sarà possibile fare in modo che la natura non si vendichi.
Scrive Sartori (ultima di copertina): “Se la follia umana non troverà una pillola che la possa curare, e se questa pillola non sarà vietata dai folli che ci vogliono in incessante moltiplicazione, il regno dell’uomo arriverà a malapena nel 2100. Tra un secolo, di questo passo, il pianeta Terra sarà mezzo morto e gli esseri umani anche”. La tesi è chiara: siamo in troppi, la tecnologia inquina, perciò dobbiamo ridurre la popolazione, ed è colpa del Vaticano e degli Stati Uniti se non si riesce ad imporre drastici piani di controllo della popolazione.
In un commento pubblicato da il Sole 24 Ore, Emilio Gerelli ha scritto: “gli ammonimenti di Sartori (su effetto serra, inquinamento, acqua) vengono predicati senza ombra di dubbi: le critiche al verbo ecologista sono ignorate o sminuite. Ad esempio ècitato come vangelo il Rapporto sui Limiti dello Sviluppo del 1972, benché fondato su modelli criticati, fonte di previsioni almeno in parte largamente smentite” (“Demografia un’analisi catastrofica”, il Sole 24 Ore, 23 febbraio 2003, pag. 37).
Sartori ha scritto su L’Espresso che: “la tecnologia ci ha già fatto imboccare il tunnel dello sviluppo ‘non sostenibile’. Non sostenibile nel senso che la natura non è più in grado di provvedere a se stessa, di rigenerarsi e di autoripararsi. Non è solo che noi stiamo consumando risorse finite (petrolio e carbone) che finiranno presto; è anche che stiamo pericolosamente inquinando l’aria e l’acqua e pericolosamente disturbando gli equilibri climatici” (“Addio stupidi eccessi”, L’Espresso 01.01.2003). In merito allo sviluppo tecnologico, Gino Solitro ha scritto sulla rivista telematica dell’Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici (I.S.S.P.E.): “Noi che abitiamo l’emisfero nord della Terra abbiamo avuto la fortuna di essere stati favoriti dalla tecnologia che – dice il prof. Sartori ‘ci consente di vivere e di sopravvivere in modo innaturale’ (ma abbastanza bene, n.d.r.) perché dovremmo fermarla? Perché negare a quelli dell’emisfero sud igiene, sieroprofilassi, antibiotici, antisepsi, geriatria, diminuzione della mortalità infantile, progressi della medicina e della chirurgia, stabilità di rifornimento alimentari e di sicurezza individuale e collettiva? Per non farli vivere come noi oltre i 75 anni? Perché il numero dei nati morti superi sempre quello dei nati vivi? Il prof. Sartori che é uno scienziato, o quasi, dovrebbe essere meno egoista ed avere più fiducia nella scienza, (che ha già scoperto il genoma del riso, presto sarà la volta del grano, con possibilità nutrizionali impensabili) che avrà la capacità di rendere compatibile alle risorse disponibili l’incremento globale della p0polazione mondiale nel rispetto assoluto delle norme morali e dei principi religiosi di ciascun popolo” (“Demografia ieri e oggi”
http://www.isspe.it/Ago2001/solitro.htm).
Insieme alla popolazione ed allo sviluppo tecnologico, Sartori e Mazzoleni mostrano di soffrire di un altra ossessione: la Chiesa cattolica.
Sartori sostiene che la principale responsabile della sovrappopolazione mondiale è la Santa Sede, perché si oppone da sempre alle politiche contraccettive.
Anche in questo caso Sartori mostra di essere rimasto molto indietro nella conoscenza del dibattito.
Anche se il suo ragionamento fosse plausibile, alle ultime conferenze dell’ONU l’opposizione alle politiche contraccettive è stata molto vasta, insieme alla Santa Sede si sono schierati gli Stati Uniti e la maggioranza dei Paesi in Via di Sviluppo.
Impressiona scoprire che le ossessioni che tormentano gli autori del libro nascono dalla loro bassissima concezione dell’uomo. In una intervista rilasciata a Sette, il settimanale del Corriere della Sera, Sartori ha detto: “Nel libro scrivo che non è più il caso di parlare di homo sapiens, oramai sostituito da Il’ homo stupidus stupidus ” (Edoardo Vigna, “Scusi professore, la guerra scoppia perché nel mondo siamo troppi?”, in Sette settimanale del Corriere della Sera n. 7, 13 febbraio 2003).
A questo proposito, Carlo Stagnaro ha scritto su il Domenicale un articolo dal titolo “La gente non si suicida, malgrado il prof. Sartori” .
Ha spiegato Stagnaro che: “Sartori muove da ipotesi spesso screditate. Quando tira in ballo, per esempio, Paul Ehrlich o il Club di Roma, non si rifà banalmente a letteratura superata. Egli utilizza studi ormai demoliti dal lavoro di altri scienziati. E quando afferma che l’aumento della popolazione produce povertà e distrugge l’ambiente, o che l’effetto serra è dovuto alle attività umane e avrà effetti devastanti, non solo nega l’evidenza che calpestiamo ogni giorno, ma getta via centinaia di valenti economisti, climatologi, fisici dell’ atmosfera’ e migliaia di ricerche che sostengono il contrario. Il suo scopo, dunque, pare essere non già quello d’affrontare il problema, bensì d’attirare l’attenzione altrui, di gridare più forte” (” La gente non si suicida malgrado il prof. Sartori”, il Domenicale n. 9, primo marzo 2003).