Arriva da Hollywood un attacco alla Chiesa cattolica. Miscela di gnosticismo, New Age e bugie per negare la storicità dei Vangeli e la credibilità della Chiesa.
“Stigmata”, diretto da Rupert Wainwright, sbarca in Europa dopo il successo negli Stati Uniti circondato da controversie e polemiche di ogni genere. Thriller New Age, “Stigmata” è anche uno dei più articolati attacchi alla Chiesa cattolica prodotti da Hollywood negli ultimi anni, le cui radici culturali, gnostiche, rischiano di sfuggire allo spettatore non americano.
La storia inizia in un remoto villaggio brasiliano, dove un sacerdote venerato come santo, padre Paulo Alameida, è appena morto. Intorno alla sua bara si verificano prodigi che inducono padre Andrew Kiernan, un sacerdote-scienziato al servizio del Vaticano, a investigare. La vicenda si trasferisce a Pittsburgh e vede come principale protagonista l'attraente parrucchiera atea Frankie Paige, che, posseduta dallo spirito del sacerdote defunto, è soggetta a stigmatizzazioni e fenomeni straordinari. Attraverso Frankie, padre Alameida cerca di comunicare un messaggio: nascosto per sottrarlo alle sinistre manovre del Vaticano, nella sua chiesina brasiliana si trova il “Vangelo di Gesù”, un testo gnostico più antico e fedele al vero messaggio del Cristo dei quattro Vangeli canonici, in cui Gesù dichiara di non volere fondare né Chiese né istituzioni. Alla fine padre Andrew (che si è innamorato di Frankie e ha perso ogni illusione sulla Chiesa) capisce il messaggio e ritrova il documento, mentre i titoli di coda ci informano che la Chiesa cattolica ha tentato di proibire la lettura del “Vangelo di Tommaso”, scoperto a Nag Hammadi negli anni 1940 con altri documenti gnostici e che conterrebbe in effetti i più autentici insegnamenti di Gesù Cristo. Tom Lazarus, l'autore della storia di “Stigmata”, dichiara di avere collaborato con un congruo numero di storici e biblisti, e il film allude a una controversia che dai circoli specialistici è passata da tempo sulla grande stampa americana, la cosiddetta “terza ricerca” del Gesù storico. L'espressione è stata resa popolare soprattutto da John Dominic Crossan, un ex servita irlandese che nel 1968 ha lasciato il sacerdozio. Crossan ha fondato nel 1985 con il biblista Robert W. Funk il Jesus Seminar, che ha raccolto duecento studiosi della Bibbia (quasi tutti americani e tutti ultraprogressisti) che si sono riuniti per diversi anni “votando” con palline rosse, rosa, grigie e nere il grado di fedeltà al “vero” insegnamento di Gesù di quanto è riportato nei Vangeli. Nel 1993 il Jesus Seminar ha conquistato le prime pagine dei giornali con la pubblicazione de “I cinque Vangeli”, un'edizione dei Vangeli “a colori” dove – dalla certezza che un insegnamento è veramente di Gesù, marcata in rosso, alla certezza contraria, marcata in nero, – si divulga, passando per il rosa e il grigio, il risultato dei “voti” dei biblisti riuniti da Funk e Crossan. Prevedibilmente, i miracoli, la resurrezione, gli insegnamenti sulla divinità di Cristo e sulla Chiesa ricevono “pallina nera”. Il titolo allude a “cinque” Vangeli e il quinto è precisamente il Vangelo di Tommaso, che sarebbe più antico dei testi di Luca, Matteo e Giovanni, che lo riprenderebbero ampiamente, e conterrebbe gli insegnamenti più autentici, gnostici e anti-istituzionali di Gesù. Il Jesus Seminar ha avuto più successo presso quotidiani e settimanali che nell'ambiente dei biblisti e degli storici, convinti che il Vangelo di Tommaso abbia riprodotto brani dei Vangeli canonici (e non viceversa), e che le “palline” siano state distribuite secondo pregiudizi razionalisti e progressisti che hanno poco a che fare con la ricerca storica. L'ideologia del Jesus Seminar è così caduta in discredito, anche se è rimasta popolare in ambiente New Age attraverso autori come l'ex domenicano (ora pastore anglicano) Matthew Fox, accompagnata da tutta una letteratura complottista secondo cui la Chiesa cattolica avrebbe cercato di occultare il Vangelo di Tommaso. Queste tesi sono ora proposte al grande pubblico delle sale cinematografiche da “Stigmata”. A questo pubblico è bene ricordare che la tesi secondo cui il Vangelo di Tommaso è il “vero” Vangelo e “il Vaticano” ha operato per nascondere la verità al suo proposito appartiene a un ciarpame anticattolico e New Age che non ha nulla a che fare con gli studi biblici seri.
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