Storia di una conversione

Volendo imparare l’italiano s’imbatte in Radio Maria. La ascolta a lungo, e si converte. Storia di un giovane musulmano pervenuto alla fede a partire da un incontro radiofonico

Un giorno di vent’anni fa, arriva a Radio Maria la telefonata di un giovane algerino. Ha una strana storia da raccontare, e un ringraziamento da fare.

Voleva imparare la lingua italiana
Si tratta di un algerino che voleva imparare l’italiano. L’università era chiusa perché c’erano stati dei disordini, lui era un appassionato di lingue, aveva comprato un corso di audiocassette in italiano, e si era chiuso in casa a studiare. Per migliorare la sua conoscenza della lingua utilizzava la radio. Una sera si ferma su una stazione che ripeteva in continuazione le stesse parole, a lui serviva molto questa litania per imparare la lingua. Era qualcuno che da Erba recitava il rosario, le parole che venivano ripetute erano quelle dell’«Ave Maria, piena di grazia…». D’estate, racconta, ascoltava la radio in riva al mare, sfruttando l’assenza di barriere e il tempo bello, mentre d’inverno doveva ascoltare da casa.

Il fascino dell’Ave Maria
Il ragazzo stava imparando l’italiano ed è rimasto affascinato da questa preghiera. Ha continuato ad ascoltare Radio Maria, ha approfondito la sua conoscenza del cristianesimo e della Madonna sui libri. È venuto in Italia, durante le vacanze estive, rimanendovi circa un mese e incontrando molti dei conduttori della Radio che ormai conosceva bene, anche se non li aveva mai visti. Era palese il suo interesse, la sua attrazione verso il cristianesimo. Un giorno racconterà che la cosa che più lo stupiva era la serenità dei cristiani, la loro mancanza di odio o di rancore, mentre invece quando andava a parlare con il suo imam sentiva sempre parole aggressive, cariche di risentimento.
Si è così convinto che la religione cristiana era quella che voleva seguire.
Un prete francese di Algeri, con cui si incontrava frequentemente, non l’ha voluto battezzare perché era troppo pericoloso in quel momento e inoltre non gli faceva studiare il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato da pochi anni e che gli amici italiani lo sollecitavano a utilizzare. È così venuto in Italia per periodi sempre più lunghi, sfruttando le vacanze, fino a decidere di rimanere.

Il catecumenato
Trovato un lavoro, ha cominciato a seguire l’iter del catecumenato, che sarebbe durato alcuni anni, sotto la guida del vescovo e di alcuni sacerdoti e fedeli italiani. Al termine di questo itinerario, Francesco (questo era ormai il suo nome italiano) è stato battezzato, cresimato e ha ricevuto per la prima volta il Corpo e il Sangue di Cristo.
Vive nel centro dell’Italia, prega, studia e lavora, e aiuta i cristiani che lo desiderano a capire un po’ meglio chi sono e che cosa pensano i musulmani. È l’ennesima conferma della straordinaria potenzialità del mezzo radio per annunciare la fede, ma anche della necessità dell’incontro personale, e della formazione dottrinale, dopo avere ricevuto l’annuncio.
Uomini come lui diventano preziosissimi per il dialogo fra le religioni e per lo spirito missionario, fatto con intelligenza e grande carità, che deve contraddistinguere la nostra epoca dominata dal relativismo. Preziosi perché aiutano a “vedere” e a capire un mondo, quello islamico, che conosciamo per sentito dire, attraverso molti luoghi comuni, ma senza fare lo sforzo di comprendere effettivamente. La sua conversione è preziosa perché avvenuta senza alcuna forma di pressione, ascoltando una radio, ponendo domande. Essa aiuta a capire quale sia il modo migliore di porgere la proposta di fede ai musulmani, soprattutto a quelli che incontriamo in Occidente.

Per saperne di più…

Giorgio Paolucci – Camille Eid, I cristiani venuti dall’islam. Storie di musulmani convertiti, pref. di Samir Khalil Samir, Piemme, 2005.

IL TIMONE N. 113 – ANNO XIV – Maggio 2012 – pag. 46