«Ho incontrato suor Lucia tre volte: nel 1991, nel 1996 e nel 1997», ha rivelato monsignor Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Mosca dall’11 febbraio 2002. «La prima volta non riusciva a credere che nella capitale dell’ex Unione Sovietica ci fosse un vescovo cattolico: questo era per lei il segno più chiaro che una delle profezie di Fatima si stava realizzando. Era emozionata. Mi disse che pregava per tutte le Russie, per tutti i cristiani. Mi donò un rosario fatto da lei e un’immagine della Madonna di Fatima, che mi chiese di portare al Patriarca ortodosso di Mosca; cosa che feci e il Patriarca accettò, grato. Negli ultimi anni la principale preoccupazione di suor Lucia era l’unità dei cristiani: mi invitò a pregare ogni giorno per questo».
La religiosa che ha custodito nel cuore per tutta la sua lunga esistenza la gioia di aver incontrato la Madonna, con cui ha continuato ad avere un rapporto privilegiato anche dopo le apparizioni di Fatima, ha lasciato un segno incancellabile nella vita della Chiesa, e c’è già chi si aspetta un rapido processo di beatificazione, com’è accaduto per Madre Teresa di Calcutta.
«Suor Lucia ispirava fiducia per la pace in cui viveva, una pace che risiedeva nella fede e nella costante unione con Dio». Così si è espresso monsignor Joao Alves, vescovo emerito di Coimbra, in Portogallo, a proposito dell’ultima superstite dei tre pastorelli ai quali la Madonna era apparsa a Fatima nel 1917, l’anno della rivoluzione russa.
Suor Lucia è morta lo scorso 13 febbraio, giorno del Signore, nella clausura del Carmelo di Santa Teresa. Un mese e mezzo dopo, il 28 marzo, avrebbe compiuto 98 anni. Suor Lucia trasmetteva la pace a coloro che le erano vicini, o che semplicemente entravano in contatto con lei, anche epistolare (le piaceva infatti scrivere, tanto che in età già avanzata aveva imparato a usare il computer); la trasmetteva ai semplici e ai «grandi», a cominciare da tutti i Papi che ebbe la grazia di incontrare e che da lei attinsero «lembi di Cielo».
Lucia, al secolo Lucia de Jesus dos Santos, è una bambina di 10 anni quando, il 13 maggio 1917, vede la Madonna alla Cova da Iria, assieme ai due cuginetti più piccoli Francisco e Giacinta Marto (entrambi beatificati il 13 maggio 2000 da Giovanni Paolo II, a Fatima, lo stesso giorno in cui è stato reso noto il terzo segreto). È a loro tre che, una volta al mese, dal 13 maggio al 13 ottobre, appare la Signora, ed è durante la terza apparizione che vengono loro comunicati i famosi tre segreti, anche se è meglio parlare di un unico «messaggio» diviso in tre parti. Le prime due vengono rivelate da Lucia nel 1927, e riguardano la visione dell’inferno e la diffusione della devozione al Cuore Immacolato di Maria, e le profezie sulla fine della prima guerra mondiale, l’inizio della seconda e la necessità della conversione della Russia. La terza parte del segreto riguarda «la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani» e «l’immane sofferenza dei testimoni della fede dell’ultimo secolo del secondo millennio». Ma soprattutto l’attentato al Papa, ovvero contro quel «vescovo vestito di bianco» che, «camminando faticosamente verso la Croce tra i cadaveri dei martirizzati (vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e numerosi laici) cade a terra come morto, sotto i colpi di arma da fuoco». Il 13 ottobre 1930 il vescovo di Leira, monsignor Josè Alves Correira da Silva, in una lettera pastorale, aveva dichiarato degne di fede le apparizioni di Fatima, riconoscendone il culto pubblico.
Lucia era nata il 28 marzo 1907 nella frazione di Aljustrel, vicino a Fatima, ultima di sei figli. I genitori Antonio e Maria vivevano del lavoro della terra. Quattro anni dopo le apparizioni, nel 1921, raggiunge Oporto: qui, a Vilar, alla periferia della città, è ammessa come alunna interna nel Collegio delle Suore Dorotee. Ha appena 14 anni. Il 24 ottobre 1925 entra nell’Istituto di Santa Dorotea, ammessa come postulante nel convento di questa stessa congregazione a Tuy, in Spagna, vicino alla frontiera portoghese. Il 3 ottobre 1928 pronuncia i primi voti come sorella conversa, il 3 ottobre 1934 emette i voti perpetui e prende il nome di religione di suor Maria dell’Addolorata. Nel 1946 ritorna in Portogallo e due anni dopo, il 24 marzo 1948, cambia ordine, sceglie la vita contemplativa ed entra nella clausura del Carmelo di Santa Teresa, a Coimbra, dove il 31 maggio 1949 fa la professione come carmelitana scalza, assumendo il nome di suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato.
Alla notizia della sua morte, il vice-presidente della Conferenza episcopale portoghese, monsignor António Marcelino, vescovo di Aveiro, ha detto che suor Lucia «rappresenta una certezza della fedeltà molto forte a Dio» e che «sapeva essere sempre presente in maniera discreta ed efficace». Da parte sua Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo, vescovo ausiliare di Lisbona, ha elogiato la «sua disponibilità al mistero», ricordando il «suo ruolo di donna semplice, che ha accolto il mistero di Dio e che nel corso di una lunga vita ha testimoniato l’umiltà di essere stata beneficiata di un grande dono». La salma di Suor Lucia è stata portata il giorno dopo la morte nella Cattedrale di Coimbra, dove si è tenuta una cerimonia funebre presieduta dal vescovo della città, monsignor António Cleto e a cui ha partecipato, a nome di Giovanni Paolo II, anche l’arcivescovo di Genova, cardinale Tarcisio Bertone. Successivamente il corpo della religiosa ha fatto ritorno al Carmelo di Santa Teresa, dove è stato sepolto.
In uno degli incontri di Fatima, la «bianca Signora» aveva detto che avrebbe preso presto in Cielo Francesco e Giacinta, ma che Lucia sarebbe rimasta ancora, perché, così le disse, «Gesù vuol servirsi di te per farmi conoscere e amare; vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato». L’idea non piacque subito alla ragazzina, che invece avrebbe preferito condividere lo stesso destino degli altri due veggenti e consegnare anche lei subito la sua vita nelle mani di Maria. Ma Lucia rimase su questa terra consacrandosi a Dio nel nascondimento e nella preghiera, attraverso la semplicità della vita, per promuovere con la propria immolazione la devozione al Cuore Immacolato, così cara a Maria. Del tutto particolare il rapporto con Giovanni Paolo II, protagonista della terza parte del segreto. L’affetto per lui durò, ricambiato, fino alla fine, poche ore prima di morire, quando l’anziana carmelitana ha ricevuto un messaggio personale del Pontefice che, «venuto a conoscenza del momento di dolore e di sofferenza, l’accompagna con la sua preghiera e la sua benedizione e chiede a Dio che la nostra cara sorella sappia vivere questo momento nello spirito dell’offerta pasquale». Suor Lucia, rimasta fino a pochi attimi prima della morte lucida e cosciente, ha ascoltato il messaggio con grande devozione, a sua volta preoccupata per la salute del Santo Padre, per cui ha pregato fino all’ultimo.
Bibliografia
Giuseppe Cionchi, Le apparizioni di Fatima, Shalom, 2002 (testo divulgativo e completo).
Lucia racconta Fatima, Queriniana, 2005 (memorie, lettere e documenti della veggente).
Suor Lucia, Gli appelli del messaggio di Fatima, Libreria Editrice Vaticana, 2001 (pensieri e riflessioni che esprimono i suoi sentimenti e la sua limpida e semplice spiritualità, in risposta alle lettere di devoti della Madonna e pellegrini).
I principali interventi pontifici sulle apparizioni sono raccolti nel n. 301-302 di Cristianità, anno XXVIII, settembre-dicembre 2000.
IL TIMONE – N. 44 – ANNO VII – Giugno 2005 – pag. 52-53