Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

14.12.2024

/
Un’organizzazione contro la vita
31 Gennaio 2014

Un’organizzazione contro la vita




La Planned Parenthood esiste da quasi un secolo con lo scopo di pianificare le nascite. Le inquietanti affermazioni della fondatrice, Margaret Sanger. I nuovi metodi più “raffinati” usati dall’associazione. L’arrivo in Italia e la collaborazione con uomini e forze del laicismo nostrano


Pur di riuscire a spopolare il mondo, ogni alleato è buono per gli abortisti. L’organizzazione statunitense più attiva a livello mondiale, nel campo del “controllo delle nascite”, sul proprio sito web si autopresenta così: «Da oltre 90 anni Planned Parenthood ha promosso un approccio di senso comune alla salute e al benessere delle donne, fondato sul rispetto per il diritto di ogni individuo di prendere decisioni informate e indipendenti sulla salute, il sesso, la pianificazione familiare ». Un programma dalle apparenze innocue soltanto perché tace sugli scheletri che nasconde nell’armadio della propria storia.

La storia di Margaret Sanger

Potrebbe risultare imbarazzante, in effetti, rivelare che Margaret Sanger, la fondatrice di Planned Parenthood, nel 1922 sosteneva che «la cosa più misericordiosa che una famiglia numerosa fa a uno dei suoi membri più piccoli è di ucciderlo» (Margaret Sanger [a cura di], The Woman Rebel, Volume I, Number 1. Ripubblicato in Woman and the New Race, Brentanos Publishers, New York 1922). Nello stesso anno, affermava che «il controllo delle nascite deve ultimamente condurre a una razza più pulita». (Margaret Sanger, Woman, Morality, and Birth Control, New York Publishing Company, New York 1922, p. 12). Nulla di strano che fosse spesso invitata a tenere conferenze presso le sezioni femminili del Ku Klux Klan Un’organizzazione contro la vita La Planned Parenthood esiste da quasi un secolo con lo scopo di pianificare le nascite. Le inquietanti affermazioni della fondatrice, Margaret Sanger. I nuovi metodi più “raffinati” usati dall’associazione. L’arrivo in Italia e la collaborazione con uomini e forze del laicismo nostrano e che accettasse volentieri di parlarvi, come lei stessa riferisce nella propria autobiografia. Nondimeno, il modello di civiltà a cui faceva riferimento era un altro e le era già sufficientemente chiaro fin dal 1926, quando un viaggio nell’Unione Sovietica di Stalin le aveva aperto gli occhi. Lo riferisce lei stessa, nel giugno del 1935, sulla rivista ufficiale di Ippf, Birth Control Review, in un articolo titolato Il controllo delle nascite in Russia, che concludeva così: «In teoria, non ci sono ostacoli al controllo delle nascite in Russia. È accettato […] sulla base della salute e dei diritti umani […] potremmo ben prendere esempio dalla Russia, dove non ci sono restrizioni giuridiche, condanne religiose, e dove l’istruzione sul controllo delle nascite è parte del servizio ordinario di welfare del governo». L’avevano convinta, insomma. Tanto da infonderle una sconfinata fiducia nel tragico esperimento del marxismo-leninismo, spacciato come il “sol dell’avvenir”: «Tutti i funzionari con i quali ho affrontato l’argomento hanno affermato che non appena i piani sociali ed economici della Russia Sovietica si saranno realizzati, né l’aborto né la contraccezione saranno necessari o auspicabili. Una società comunista funzionante assicurerà la felicità di ogni bambino e si assumerà la piena responsabilità per il suo benessere e la sua educazione». Certo, Stalin nel 1936 vieterà l’aborto, legalizzato dal suo predecessore Lenin nel 1920, ma soltanto dopo che il numero di gravidanze interrotte era cresciuto fino alla cifra iperbolica di sette milioni l’anno, mettendo in crisi le speranze di espansione del socialismo. Lo si ripristinerà poi nel 1955, circa due anni dopo la morte di Stalin, con le medesime conseguenze: nel 1964 si registreranno 5 milioni e 600mila aborti nel territorio dell’Urss. Alla Sanger, tuttavia, morta nel 1966 alla soglia degli 87 anni, non era certamente potuta giungere la notizia del fallimento delle politiche antinataliste.

Il metodo usato oggi
Attualmente, International Planned Parenthood Federation ha scelto un approccio ideologico verbalmente più moderato e preferisce utilizzare gli argomenti “prochoice”, favorevoli alla libertà di scegliere se portare a termine una gravidanza o sopprimere il feto. Nella pratica, in realtà, nulla è cambiato, se non i metodi, che si avvalgono di ogni moderno ritrovato scientifico che renda più efficiente ed efficace l’uccisione del bambino nel grembo materno, promossa attraverso il ricorso a nuove tecniche di marketing.
Nella Florida del Sud, ultimamente, Planned Parenthood ha lanciato un’offerta: uno sconto di 10 dollari sulla visita medica o di 5 dollari per la «contraccezione d’emergenza » nella fascia oraria fra le 10 e le 14. Ci si può sbarazzare dei bimbi anche in pausa pranzo, magari pagando con il buono pasto. Nella città di Orlando, optando per la domenica, si possono risparmiare invece ben 50 dollari, scambiando la festa comandata con un sacrificio umano, da celebrare non in chiesa ma in una clinica per l’aborto. Perciò non si può dire che Planned Parenthood sia riuscita a raggiungere lo scopo di agire secondo il senso comune. Il 96,7 per cento della sua attività di assistenza a donne incinte – secondo dati del 2009 – si risolve in aborti procurati. Eppure riceve cospicui finanziamenti dalle istituzioni statunitensi, soldi insanguinati che, come ha denunciato la nipote di Martin Luther King, Alveda King, in un’intervista a Newsmax il 17 ottobre 2012, ammontano a «un milione di dollari al giorno», sottratti «dalle tasse dei contribuenti oltre ad altri bonus che le arrivano tramite il governo del Presidente Obama».

In Italia
In Italia, dove la cosiddetta interruzione volontaria di gravidanza dal 1978 è garantita nelle strutture sanitarie con il denaro pubblico, Ippf ha potuto agire diversamente, collaborando con strutture esterne come l’Aied (Associazione Italiana Educazione Demografica), che si è costituita nel 1953 a cura di un gruppo di giornalisti, scienziati e uomini di cultura, e come l’Uicemp (Unione Italiana Centri Educazione Matrimoniale Prematrimoniale), associazione laica che apre il proprio primo consultorio a Milano nel 1966 e rappresenta ufficialmente l’Italia presso l’Ippf.
Dal punto di vista culturale e politico, la diffusione delle pratiche contraccettive e abortive trova spazio principalmente nel secondo dopoguerra in circoli intellettuali laicisti e progressisti come la rivista Il Mondo diretta da Mario Pannunzio. Perciò l’Aied (tra i cui fondatori si ritrovano lo psicoanalista Cesare Musatti e Giancarlo Matteotti, autore di Vendetta storica della sessualità. Saggio di una teoria demografica dello sviluppo e del fallimento della civiltà) raccoglie ben presto l’adesione di personalità come Piero Calamandrei, Dino Buzzati, Alessandro Galante Garrone, Adriano e Arrigo Olivetti, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Ugo La Malfa, Ferruccio Parri e Ugo Calamandrei. È il distillato dell’anticattolicesimo, insomma, che presto si troverà a disporre anche di un braccio politico minoritario ma influente come il Partito Radicale e di una miriade di associazioni collaterali al Movimento di Liberazione della Donna, che si renderanno vittoriosi protagonisti della campagna per la depenalizzazione dell’aborto. Non che l’obiettivo raggiunto li abbia soddisfatti. Attualmente, il presidente onorario dell’Aied è il docente universitario emerito di Ginecologia ed Ostetricia, Carlo Flamigni, autore di una monumentale Storia della contraccezione. Ignoranza, superstizione e cattiva scienza di fronte al problema del controllo delle nascite, pubblicato da Dalai editore nel 2012, e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica.
Prosegue, così, l’opera di catechizzazione abortista, con uno sforzo di teorizzazione che non trascura gli aspetti concreti della battaglia, soprattutto su due fronti: la diffusione della contraccezione d’emergenza e delle cosiddette “pillole del giorno dopo” e la lotta all’obiezione di coscienza. Lo testimoniano i relatori del convegno tenutosi a Roma il 22 maggio 2012: Obiezione di coscienza in Italia. Proposte giuridiche a garanzia della piena applicazione della legge 194 sull’aborto, fra i quali, oltre a Flamigni, figurano Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente onorario dell’Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica, Gianfranco Spadaccia, già segretario del Partito Radicale, Emma Bonino, vice presidente del Senato, nota per aver praticato aborti illegali con pompe da bicicletta negli anni Settanta. Il Ku Klux Klan e i Soviet sono ormai solo un ricordo remoto. Ma gli eredi della Sanger non mollano.


Ricorda

«Al di là delle intenzioni, che possono essere varie e magari assumere forme suadenti persino in nome della solidarietà, siamo in realtà di fronte a una oggettiva “congiura contro la vita” che vede implicate anche Istituzioni internazionali, impegnate a incoraggiare e programmare vere e proprie campagne per diffondere la contraccezione, la sterilizzazione e l’aborto. Non si può, infine, negare che i mass media sono spesso complici di questa congiura, accreditando nell’opinione pubblica quella cultura che presenta il ricorso alla contraccezione, alla sterilizzazione, all’aborto e alla stessa eutanasia come segno di progresso e conquista di libertà, mentre dipinge come nemiche della libertà e del progresso le posizioni incondizionatamente a favore della vita».
(Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Evangelium vitae, 25 marzo 1995, n. 17).



IL TIMONE N. 121 – ANNO XV – Marzo 2013 – pag. 52 – 53

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista