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14.12.2024

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Voglia di estremo
31 Gennaio 2014

Voglia di estremo

 

 

 

Si diffondono mode che spingono i giovani a rischiare. Talvolta anche la vita. Occorre recuperare la cultura del limite: non tutto è giusto, non tutto è permesso.

 

Negli ultimi anni, nel mondo dei giovani, stiamo assistendo ad un fenomeno preoccupante: l’aumento di interesse nei confronti di tutto ciò che è estremo, eccessivo, esagerato. Pare che stia diventando sempre più difficile vivere, giocare, divertirsi in una dimensione di semplicità e normalità. Si sta diffondendo una tendenza a superare ogni limite, forse anche per cercare di stupire e di colpire ad ogni costo.
Una delle manifestazioni più evidenti di questo fenomeno è certamente la diffusione degli sport estremi. Ad esempio, il “Bungee Jumping”, che consiste nel lanciarsi nel vuoto, legati ad un elastico che ha lo scopo di frenare la caduta. Oppure il “Dry Tooling”, con il quale ci si arrampica lungo pareti di roccia, aggrappati alle colonne di ghiaccio.
Ciò che accomuna tutti gli sport estremi è la tendenza ad un forte individualismo. Chi li pratica, in genere, è una persona che desidera vivere una forte emozione, in uno stato di solitudine.
La morte, purtroppo, è sempre dietro l’angolo. Nel maggio 2002, in una località vicino Terni, due giovani hanno perso la vita praticando il “Bungee Jumping”. Si sono lanciati, in coppia, da un ponte. Ma invece di essere trattenuti dall’elastico, si sono schiantati sul greto del torrente, dopo un volo di cento metri.
Un’altra moda estrema molto diffusa è la “Street Art” (arte della strada). I giovani che la praticano si fanno chiamare “Writers”. Armati di gessetti colorati o bombolette spray, scelgono uno spazio dove colpire, lo imbrattano e poi scappano via. Può essere il muro di un palazzo, il vagone di un treno o l’interno della metropolitana. Si tratta di una moda illegale e rischiosa, che ha già fatto le sue vittime. Il caso più noto è quello di un ragazzo di quindici anni, trovato morto in un tunnel della metropolitana di Milano, folgorato da una scarica elettrica. Accanto a lui, c’erano alcune bombolette spray. Probabilmente, mentre cercava di muoversi nell’oscurità, il giovane ha fatto una mossa falsa e potrebbe aver toccato la rotaia, percorsa dall’energia elettrica. L’episodio è accaduto nel mese di giugno del 2002.
Oltre agli sport estremi e alla “Street Art”, un’altra tendenza in aumento è quella delle folli corse, in moto o in automobile, nel cuore della notte. Si tratta di vere e proprie gare clandestine, in cui molti ragazzi credono di misurare la propria potenza. In genere, vengono improvvisate in zone isolate, periferiche, dove si possono trovare lunghi tratti di strada poco frequentati. Non sempre le forze dell’ordine riescono ad intervenire in tempo per impedire queste terribili competizioni, che si collegano a un’altra triste piaga: quella delle scommesse clandestine. Mentre i ragazzi corrono, c’è chi sta a guardare e punta i suoi soldi sul possibile vincitore. Così, la vita e la morte diventano un macabro gioco con il quale arricchirsi. Sulla pelle dei giovani.
Dal Giappone, invece, sta arrivando la terribile tendenza dei suicidi collettivi organizzati tramite Internet. È una moda spaventosa, chiamata “patto della morte”. I ragazzi che desiderano farla finita entrano in contatto tramite la posta elettronica. Non a caso, i giovani che vengono ritrovati morti, tutti insieme, provengono da città diverse e distanti tra loro. Certi siti internet fungono da punti di ritrovo virtuale, per conoscersi e scambiarsi informazioni. Ospitano annunci del tipo “Cerco ragazzi che vogliano morire insieme a me”. Dopo vari contatti via e-mail, si passa alla realizzazione del suicidio.
A queste mode pericolose, si aggiunge anche una tendenza all’estremo nell’abbigliamento e nel modo d’apparire di tanti giovani.
Ormai, la regola che sembra caratterizzare fortemente lo stile di vita delle nuove generazioni è questa: non conta ciò che si è. L’importante è ciò che si ha. Per esistere, ed essere considerati, diventa sempre più necessario mostrarsi, esibirsi, presentarsi in modo provocatorio, attirare l’attenzione degli altri con qualcosa di sconvolgente: una maglietta volgare, un tatuaggio o un piercing appariscente, la suoneria del telefono cellulare che fa più rumore di quella dei propri amici. Per accorgersene, basta camminare per la strada. L’ultima moda delle ragazze è quella di indossare magliette corte, che lasciano vedere la pancia. L’estate è la stagione che evidenzia maggiormente il problema dei corpi “in vetrina”. Facendo una passeggiata sulla spiaggia, si può facilmente notare che sta scomparendo sempre di più il buon senso del pudore e la sana custodia della propria intimità.
Che cosa si può fare, concretamente, per cercare di contrastare questa voglia di estremo? Una buona soluzione potrebbe essere quella di proporre ai giovani un nuovo stile di vita, basato sulla “santificazione del tempo libero”.
Il mondo non è cattivo, perché è stato fatto da Dio. Il nostro compito è quello di ricondurre al Signore tutte le cose che si sono rovinate, a causa delle non-culture imperanti. Questo non significa che bisogna isolarsi. Al contrario, è necessario restare protagonisti della propria vita. Ma, al tempo stesso, bisogna usare la testa e saper scegliere. Ci si può santificare, tranquillamente, facendo sport, uscendo con gli amici, andando al cinema. Ciò che conta è recuperare la cultura del limite, che deve essere la fonte di ogni nostro comportamento. Ad esempio, può essere utile riscoprire il senso più autentico dello sport, che è quello del rispetto reciproco e dell’incontro con gli altri. Inoltre, è consigliabile avere rispetto per il proprio corpo, evitando di metterlo in mostra o di insultarlo con un abbigliamento volgare ed aggressivo.
Di fronte a certe mode estreme dei giovani, non bisogna sentirsi impotenti. Le soluzioni per imboccare strade nuove ci sono. Basta conoscerle e sforzarsi di metterle in pratica.

DA LEGGERE

“I giochi estremi dei giovani” (Paoline) è il terzo libro che il giornalista Carlo Climati dedica alle tendenze delle nuove generazioni, dopo altri due fortunati saggi, tradotti in varie lingue: “I giovani e l’esoterismo” e “Il popolo della notte”. Con questo nuovo volume, Climati propone un “viaggio” alla scoperta di mode, hobby e giochi che caratterizzano il tempo libero dei ragazzi: dagli sport estremi all’abbigliamento trasgressivo, dalla musica ai videogiochi violenti, dalla pittura sui muri al satanismo “fatto in casa”, dai suicidi collettivi tramite Internet alle bombe fabbricate “in rete”, dalla pornografia al collezionismo di film e cartoni sanguinari. L’autore non si limita soltanto alla denuncia, ma offre una serie di consigli per la soluzione dei vari problemi.
Per questa caratteristica, il libro è adatto a coloro che si interessano ai giovani e vivono con loro: genitori, educatori, insegnanti, animatori e operatori pastorali.
Un capitolo si può leggere sul sito Internet dell’autore: www.carloclimati.com

IL TIMONE – N. 43 – ANNO VII – Maggio 2005 – pag. 16-17

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