Domenica 26 Ottobre 2025

IL VANGELO DEL GIORNO

Il cuore che chiede salvezza

La predica corta della domenica, in ottobre l'omelia di don Luca Civardi

Il cuore che chiede salvezza

La lettura dei testi evangelici scatena nel cuore umano un movimento spesso teso a identificarsi con la parte buona e positiva rappresentata nel racconto. Accade anche in questo testo, forse in modo ancora più forte. Ci sentiamo in difficoltà se immaginiamo di riconoscere i tratti della nostra spiritualità in quelli del fariseo: ci sembra impossibile essere così. Tuttavia, la conversione del cuore è ciò che ci permette di comprendere chi siamo realmente: farisei sicuri di noi stessi o peccatori bisognosi di misericordia. Per chi pensa di non aver bisogno di essere salvato, non c’è speranza. Per chi è consapevole dell’errore e del peccato, la salvezza è un dono senza riserve.

 

Intima presunzione di essere giusti e disprezzo per gli altri. Parole antiche, ma sorprendentemente moderne: è ciò di cui facciamo esperienza quotidianamente nell’assistere a dialoghi e scontri, anche di carattere politico. Capita sempre più spesso di comprendere che la fede che professiamo sia guardata con sospetto, con disprezzo: tutto questo si traduce in un’accusa di presunzione di sentirci migliori rispetto a quelli che non credono in Cristo e che non vivono la vita di fede nella Chiesa. Capita – bisogna riconoscerlo – che ciò accade anche in noi: riconosciamo – così ci sembra – presunzione e superficialità verso chi non si riconosce nelle nostre opinioni, fino a giungere al disprezzo. Qual è, dunque, la via di uscita da questa grottesca situazione? La salvezza! Chi vuole salvarsi da solo, chi si ferma a se stesso, chi si accontenta di quello che è, non può fare l’esperienza di Dio. Essere credenti significa essere coscienti del bisogno di salvezza! Essere credenti significa cercare questa salvezza a costo di abbassare lo sguardo, di implorarla, di sperarla.

 

Ancora. Rileggendo più volte il testo mi è parso curioso scorgere questo ancora. È un segnale splendido della cura di Gesù per la sua gente, per chi lo ascolta. Il cuore di Dio è insistentemente orientato alla nostra salvezza: non può e non vuole abbandonarci alle storture della nostra coscienza. In quell’ancora, c’è la forza della pedagogia di Dio che viene a raccoglierci dove siamo per guidarci a quella casa che compie il desiderio del nostro cuore. A volte mi capita di ascoltare persone che invocano dalla Chiesa un cambio di argomenti, di toni, di bisogni. La Chiesa, però, non è padrona di un’agenda che compone a piacimento, a seguito di sondaggi, di pareri e di consultazioni. La Chiesa desidera fare come Gesù, perché questo è ciò che Egli le ha comandato: la salvezza prima di tutto e attraverso tutto! Ci capita, bisogna dirlo, di cambiare temi e idee per non essere giudicati fuori dal tempo, ma a che tempo appartiene la questione della salvezza?

 

Questa parabola, tanto breve quanto efficace, ci ricorda che il cuore ha bisogno di essere salvato, non di compiacersi di se stesso: il Signore ci liberi da questa tentazione, salvando la nostra vita con la sua grazia.

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